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Ibrahimovic per Eto’o 14 anni dopo… Lukaku: l’Inter di chi ha bisogno oggi?

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Ibrahimovic in tre anni in maglia Inter ha fatto grandi cose, meno di Eto’o in una (la prima di due) ma più di Lukaku in due più uno. La carriera degli attaccanti non si giudica solo dalle prestazioni nella singola squadra, però alcuni comportamenti sono utili per capire meglio il livello di ognuno. E adesso Inzaghi si aspetta un nuovo numero 9 con caratteristiche precise

SCAMBIO DEL SECOLO – Il 27 luglio 2009 l’Inter vince la sua ultima Champions League, finora. Sì, la celebrazione verrà poi posticipata al 22 maggio 2010 in quel di Madrid, ma la squadra nerazzurra allenata da José Mourinho la vince con quasi dieci mesi di anticipo. Il 27 luglio 2009 Samuel Eto’o diventa ufficialmente il nuovo numero 9 dell’Inter. Garanzia di successo. L’attaccante camerunese eredita la maglia lasciata libera da Julio Cruz ma in realtà sostituisce il “Vorrei ma non posso” più ingombrante della storia nerazzurra. Forse diventato secondo dopo l’exploit di Romelu Lukaku, che adesso fa storia a sé. Eto’o arriva a Milano al posto di Zlatan Ibrahimovic, che fa il percorso inverso ed esaudisce il suo desiderio di giocare nel Barcellona delle stelle. La storia insegna che ci sono le categorie, anche nel calcio, e quella di Eto’o non è la stessa di Ibrahimovic. Nella categoria degli “Ibrahimovic” figurano i grandi campioni solisti, non i fuoriclasse di squadra. Quelli rientrano tra gli “Eto’o”. Ad esempio, Lukaku in questi ultimi quattordici anni ha dimostrato di non essere come Eto’o e di voler essere come Ibrahimovic ma senza avere il carattere forte dell’ex attaccante svedese. Ed è anche questo uno dei motivi per cui l’Inter non ha più vinto né Champions League (a Istanbul) né Europa League (a Colonia). Un attaccante, al di là che sia un numero 9 o no, non si giudica solo dai gol. E nel 2023 va ribadito. Ottenere 50-70-100-120 milioni di euro dalla cessione di un non-fuoriclasse simile è sempre un capolavoro. Sempre e ancora di più se in cambio ottieni anche Eto’o, che è di un altro pianeta.

Inter da Ibrahimovic a Lukaku passando per Eto’o

NUOVO N.9 CERCASI – Quattordici anni dopo lo scambio Eto’o-Ibrahimovic, che ancora oggi rappresenta il più grande capolavoro della storia dell’Inter per quanto riguarda il calciomercato, la situazione non cambia. Esistono sempre le categorie. E bisogna conoscerle prima di investire. Su un “Lukaku” non vale la pena investire, perché conosci già pregi e difetti, potenzialità e limiti. Lukaku in prestito, quindi “pagato” dal Chelsea, è un discorso. Lukaku a titolo definitivo, quindi a bilancio per l’Inter, è un altro. Ed è un’operazione che non è mai stata in piedi. Non sempre, però, si può cogliere l’occasione Eto’o. Quella è una fortuna che càpita una volta nella vita, probabilmente. E quando non puoi arrivare al nuovo Eto’o, nel 2023, bisogna valutare e rivalutare anche le altre opzioni. Opzioni che coinvolgono anche gli Ibrahimovic, perché no? L’Inter di Simone Inzaghi oggi ha bisogno di un attaccante affidabile. Esperto. Dal gol facile (almeno in Serie A…). E che sappia giocare con e per la squadra. Un potenziale leader tecnico-tattico. Ibrahimovic è una primadonna ma non gli mancano le caratteristiche citate. Se non riesci a trovare un altro Eto’o, anche un altro Ibrahimovic va bene. Magari quello del triennio (2006-2009) precedente allo scambio con Eto’o. Un leone affamato che capisce di essere arrivato nel posto giusto al momento giusto: Ibrahimovic diventa Ibrahimovic (non Eto’o) quando Adriano smette di essere Adriano. Lukaku resta Lukaku quando non capisce come imporsi da “co-star” all’Inter, che ora deve cercare un altro numero 9 pesando bene tutte le opzioni a disposizione.

Pubblicato da
Andrea Turano

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