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Eriksen inganna la morte, la Danimarca dà una lezione di vita e umanità

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Eriksen ha ingannato la morte, titolano i giornali danesi all’indomani del terribile malore accusato nel corso di Danimarca-Finlandia. Ed è proprio andata così, il centrocampista dell’Inter si è aggrappato alla vita con tutte le sue forze e grazie al pronto intervento dei compagni e dello staff medico si è salvato (vedi dichiarazioni del medico della Danimarca). Negli attimi più concitati la Nazionale danese e i tifosi allo stadio hanno dato un insegnamento al mondo

RINASCITAChristian Eriksen ha ingannato la morte ieri al Parken Stadium di Copenaghen. Lo ha fatto su un campo di calcio, tenendo con il fiato sospeso milioni di persone in tutto il mondo. Tante le preghiere, i pensieri e le speranze. Fino alla notizia più bella, quella che dava il centrocampista danese fuori pericolo. È stato un trauma per tutti: per chi era lì, per chi era a casa, per chi stava seguendo il match in TV, via radio o tramite una semplice App. Difficile dimenticare, difficile non pensare e ripensare a quei terribili attimi in cui Eriksen era letteralmente appeso tra la vita e la morte.

VINCE LA VITA – Ma oggi è un altro giorno, oggi bisogna provare a sorridere perché Eriksen sta meglio. È ricoverato in ospedale, dove i test effettuati hanno dato buon esito. Dovrà sottoporsi indubbiamente a tanti altri esami per stabilire la causa scatenante del malore, ma ora tutto quello che conta è la vita. La sua vita.

NO AGLI SCIACALLI – Cosa rimane di una tragedia quasi sfiorata nel cuore e nella testa di ognuno di noi? La sofferenza, sì. La paura, sì. Ma anche l’educazione, l’umanità, la civiltà di tutto lo staff della Danimarca. Dai medici ai compagni di squadra di Eriksen, che hanno espresso nel migliore dei modi il concetto di squadra. Un gruppo di persone unito, pronto a fare scudo, a proteggere l’amico e il compagno dagli zoom sempre troppo indiscreti di chi era lì, a caccia di immagini esclusive e tragiche. Potrebbe sembrare un fatto scontato e invece non lo è. Mai. Tantomeno ai giorni nostri, all’epoca delle emozioni buttate lì, in pasto agli sciacalli (vedi articolo). No, non è scontato e non lo sarà mai. La Danimarca, i tifosi danesi e quelli finlandesi hanno dato un esempio al mondo. Un esempio di amore, di pudore, di rispetto che forse abbiamo dimenticato. Ecco, proviamo a ricordarlo più spesso.

Pubblicato da
Viviana Campiti

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