D’Amico, avvocato e tra i più importanti agenti sportivi italiani a livello internazionale, è uno dei precursori del calciomercato moderno e quindi del calcio business. In un’intervista esclusiva per Inter-News.it ha parlato di alcuni suoi assistiti. Tra questi, i gemelli Moretti ma anche l’ex nerazzurro Bessa, che sabato con il Verona affronterà la squadra in cui è cresciuto. D’Amico conclude l’intervista dicendo la sua sul tema Super League e non solo.
D’Amico, Bessa sta continuando a dimostrare sul campo di poter dire la sua in Serie A e sabato ritroverà l’Inter da avversario con l’Hellas Verona. È mai stato discusso un suo possibile ritorno a Milano per completare il reparto oppure il capitolo nerazzurro è ormai chiuso?
Sì, Daniel dopo che è stato scoperto è arrivato all’Inter all’età di 17 anni. Bessa è un giocatore di qualità e soprattutto duttile. Ha dimostrato di essere un giocatore di valore ancora a 29 anni. Un suo ritorno? Al momento non ne abbiamo parlato. Però, essendo in scadenza di contratto con il Verona, sicuramente ci sono tante squadre interessate a lui.
D’Amico, lei inoltre è anche il procuratore dei gemelli Moretti, che in questa stagione sono stati “separati” ed entrambi si stanno ritagliando spazi importanti. Quali sono i piani futuri con l’Inter?
Lorenzo sta facendo una buona esperienza alla Pistoiese (in Serie C, ndr). Per cui è sicuramente interessante come prospettiva. Quando sono così giovani, devono appunto giocare per essere pronti e fare il salto di qualità. E di categoria. Bisogna giocare e dimostrare di guadagnarsi il posto. In Serie A è ancora più difficile. Perché solo una poca percentuale dei giocatori sono italiani. Quindi, per i giovani che vengono fuori dalla Primavera (Andrea è ancora tra le fila dell’Inter Under-19 di Cristian Chivu, ndr), è difficile avere uno sbocco nelle categorie più alte.
Mi ha appena anticipato la prossima domanda. Cioè quella legata all’Italia che fallisce per la seconda volta la qualificazione al Mondiale. E il tema giovani è tornato in discussione.
Il problema non è soltanto perdere o vincere contro la Macedonia del Nord, ma il problema è sistemico. Il campionato è ingolfato di stranieri, che sono di più e usufruiscono di agevolazioni fiscali che gli italiani non hanno. E questo secondo me non è giusto.
Il calcio è in evoluzione e l’Europa sembra essersi svegliata solo ora. D’Amico, crede che le riforme sul tavolo della UEFA possano aiutare a migliorare la situazione o ritiene che il futuro sia il progetto Super League o comunque un modello stile MLS?
Secondo me sia la Super League sia l’approdo futuro alle franchigie sarà inevitabile. Bisogna dare sicurezza alla categoria e agli investitori. Il sistema romantico sta in piedi solo se si danno molti più soldi alle piccole. Però mi sembra che, non essendoci questa volontà, l’unico rimedio è dare sicurezza alla categoria. Quindi battezzare quelle squadre, città e progetti che vogliono fare calcio. E garantire loro la sicurezza della categoria. Un campionato “a vincere”. Ormai c’è troppa differenza. E quando le squadre retrocedono, poi falliscono. Il progetto Super League penso fosse un ottimo progetto. Così da diventare l’NBA del calcio. Però non ho capito perché non è stato comunicato nelle maniere giuste nei suoi contenuti positivi. Chiaro che questo ha dato modo alla UEFA di contrattaccare. E la demagogia ha vinto.
Si ringrazia Andrea D’Amico per la disponibilità mostrata nell’intervista.
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