Editoriali

Hakimi già venduto, anzi no: dal mercato segnali inequivocabili

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Achraf Hakimi sarebbe già un giocatore del PSG, a giudicare da certi rumors. Ma gli esperti di mercato ignorano un segnale inequivocabile.

GIÀ CEDUTO – Una settimana fa ormai l’Inter ha ceduto Achraf Hakimi al PSG. Per 80 fumanti milioni di euro, che arrivano nelle casse nerazzurre subito, in un’unica soluzione. Come dite? Non è vero? Il numero 2 veste ancora il nerazzurro? A giudicare da quanto dicono quasi tutti gli esperti di mercato, non è così. Anzi, Inter e PSG si stanno accordando sulla cifra, ché tanto i parigini non hanno problemi a sborsare 80 milioni in un colpo solo per un esterno. E a poco serve che l’agente del giocatore abbia smentito qualsiasi contatto con la squadra francese: la narrativa dell’Inter bisognosa di smantellare è ormai in corso, nessuno si azzardi a fermarla.

ASFISSIA ECONOMICA – La cessione di Hakimi è poi così imminente che ormai gli aggiornamenti si susseguono da una settimana senza alcuna variazione sul tema. E in tutto questo non vi è nessuno che provi a realizzare una minima lettura critica. Lettura da cui si evincerebbe che vi è una generale asfissia economica nel calcio europeo, e che difficilmente vedremo muoversi certe cifre. Soprattutto in una unica soluzione, che sarebbe poi la stessa necessaria all’Inter per colmare le millantate voragini di bilancio.

SEGNALE INEQUIVOCABILE – Da diverse settimane il Bayern Monaco, ossia una delle società economicamente più sane del panorama mondiale, afferma che non effettuerà colpi di mercato troppo onerosi. Real Madrid e Barcellona sono invece già attive, nonostante gli acquisti di David Alaba e Sergio Aguero siano a parametro zero. Somme elevate per l’acquisto di cartellini non se ne vedono all’orizzonte. Motivo per cui parlare di offerte da 80 milioni di euro è quantomeno affrettato. Perché significa ignorare volutamente i segnali che provengono dall’intero mercato calcistico europeo. Ma, se i primi a non interrogarsi sulla plausibilità di certe voci sono i calciofili, allora ben venga che la deontologia professionale passi in secondo piano.

Pubblicato da
Riccardo Buson

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