Zanetti: «Mourinho mi colpì alla prima chiamata! Parlai con Bielsa»

Zanetti ieri ha compiuto 50 anni. Il vicepresidente dell’Inter ha raccontato alcuni aneddoti della sua straordinaria carriera. Tra cui uno su Mourinho e Bielsa. Le sue parole al quotidiano argentino ‘La Nacion‘
ANEDDOTO − Javier Zanetti racconta un episodio con Ronaldo il Fenomeno: «La storia dell’aereo… Abbiamo giocato contro la Roma il 23 dicembre, l’ultima partita prima di Natale. L’unico volo per raggiungere in orario il Sudamerica era della compagnia Varig: Milano-Rio-Buenos Aires. Ma con la Roma si giocava alle 20:45 e l’aereo partiva alle 22. La settimana precedente Rony mi disse: “Prendi un biglietto per quel volo”. E gli risposi: “Ma Rony, non ci arriveremo”. Lui mi disse: “Prendi quel volo, ti chiedo solo di farti una doccia in tre secondi e andare direttamente all’aeroporto”. E così è successo: il volo si era fermato, ci stavano aspettando. Il potere di Rony: ha fermato un volo di linea».
UNDICI IDEALE AMICO E AVVERSARIO − Zanetti imposta le sue squadre: «Julio Cesar; Maicon, Bergomi, Materazzi e Roberto Carlos; Thiago Motta, Patrick Viera e Roby Baggio; Figo, Ronaldo Nazario ed Eto’o. Un’altra grande squadra, e come allenatore, Mourinho. Una squadra di avversari? Angelo Peruzzi; Cafu, Franco Baresi, Ciro Ferrara e Maldini; Seedorf, Pirlo e Zidane; Ryan Giggs, Romario e Cristiano Ronaldo. E come allenatore, Ferguson, che voleva portarmi al Manchester United. Un’altra squadra senza senso».
FONDAZIONE PUPI − Zanetti sul progetto: «Quando vedi crescere quei ragazzi a cui hai saputo dare loro un’opportunità, quando li hai conosciuti da bambini e li vedi diventare adulti e sono loro che diventano volontari per la Fondazione, ti scendono le lacrime. La loro solidarietà fa sì che abbiano compreso perfettamente il messaggio che volevamo trasmettere».
ALLENAMENTO − Zanetti racconta i suoi modi per tenersi in forma: «Non ce n’è uno, ma diversi. Ho la bici da spinning a casa, la rendo funzionale e quando il tempo è bello vado in bicicletta per Como, gioco a paddle tennis e quando mi invitano mi unisco a una partita di calcio. Faccio anche Pilates il mercoledì con un paio di amici insegnanti vicino a casa. E faccio resistenza TRX e Tabata, che sono tutti esercizi funzionali. Tutti pesi liberi, nessun attrezzo. Ora, se viaggio e sono in un hotel, vado in palestra lì. Correre? A volte, ma mai lunghe distanze. Non c’è settimana che non sia attiva, sempre in movimento. Mi piace, ne ho bisogno, mi fa stare bene. Se Dio vuole, sarò un vecchio in movimento a 80 anni».
MOURINHO − Il primo impatto tra Zanetti e lo Special One: «Mi ha chiamato prima di chiunque altro quando arrivò all’Inter. Ero a Roma, anch’io in scalo per Buenos Aires, e il mio cellulare squillò. Ho risposto: “Ciao Javier, sono José Mourinho. Ho appena firmato con l’Inter e sono il tuo nuovo allenatore; sarai il mio capitano Non vedo l’ora di iniziare a lavorare insieme e mi dispiace per il mio italiano”. Parlava un italiano perfetto e non ancora arrivato in Italia. È stato allora che ho capito quanto fosse preparato e coinvolto, mi ha scioccato. ‘Questa è roba seria’, pensai allora».
MOMENTI SPIACEVOLI − C’entra la Juventus in uno dei momenti di rabbia di Zanetti: «Mi sono molto arrabbiato per un episodio che ha coinvolto la Juventus quando ci siamo qualificati per l’ultima finale di Coppa Italia, qualche mese fa. L’atteggiamento delle persone che lavorano per quel club mi ha infastidito molto. Per la gioia: in Qatar, dopo la finale. Tutti in famiglia piangevano abbracciati».
BIELSA − Zanetti rivela: «Ho parlato con Marcelo per vedere se c’era qualche possibilità, ma non eravamo ancora molto chiari sul tipo di allenatore che volevamo. Voleva sapere se potevamo presentarlo come opzione».
MOMENTI EMOZIONANTI − Così Zanetti sui 5 momenti migliori della sua vita: «La nascita dei miei tre figli; aver lavorato con mio padre come aiutante muratore; la vittoria della Champions League, l’esordio in Nazionale… e il gol contro l’Inghilterra ai Mondiali di Francia ’98».
AMMIRAZIONE − Zanetti sul rispetto nei suoi confronti: «Il rispetto delle persone ovunque nel mondo; ovunque io vada, le porte si aprono per me, sento quell’ammirazione. E questo è al di sopra di qualsiasi trofeo, tutto. Nemmeno i tifosi del Milan mi hanno insultato… Mi capita adesso, mi imbatto in tifosi del Milan e della Juventus e mi dicono “Capitano qua, Capitano là, sono tifoso del Milan ma avrei voluto che tu giocassi il mio club…” E guarda, lì sono coraggiosi».