Analisi tatticaPrimo Piano

Verona-Inter: Conte sperimenta il trequartista-mezzala, Hakimi può esaltarsi

Verona-Inter chiude l’anno solare nerazzurro. E la squadra nerazzurra fa sette su sette, con un importantissimo 1-2 esterno. Di Lautaro Martinez e Skriniar le reti, intervallate dall’erroraccio di Handanovic. Entrambi i gol arrivano grazie a cross dalla destra, prima di Hakimi e poi di Brozovic. La semi-rivoluzione tattica di Conte funziona per lunghi tratti, pur con interpreti non proprio perfetti. Ecco l’analisi tattica di Hellas Verona-Inter

PRESENTAZIONE PRE-PARTITA

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare l’Hellas Verona in Serie A: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Hakimi, Brozovic, Barella, Young; Perisic, Lautaro Martinez; Lukaku.

Verona-Inter formazione iniziale
Verona-Inter formazione iniziale

MODULO – Come da anticipazioni della vigilia, Conte abbandona il 3-5-2 in favore di un 3-4-2-1 che prevede il doppio trequartista a supporto del centravanti. L’Inter così rinuncia a un mediano (mezzala) per avere un profilo più offensivo (trequartista esterno) nel reparto di raccordo.

RESOCONTO PARTITA

PRIMO TEMPO – Nel 3-4-2-1 tutti gli occhi sono rivolti per la novità Perisic, che parte da destra ma spesso si intercambia con Lautaro Martinez, restando entrambi alle spalle dell’unica punta Lukaku. In fase di non possesso l’Inter difende praticamente a cinque, tenendo molto bassi gli esterni. Ciò causa una spaccatura tra i reparti, perché il centrocampo non si regge sulla coppia Brozovic-Barella senza il sostegno continuo dei trequartisti. In realtà Lautaro Martinez agisce più da seconda punta mentre Perisic arretra a mo’ di mezzala, in un tridente che definire asimmetrico e disordinato è poco. Nella prima parte si cerca il lancio lungo per il centravanti, meno il gioco palla a terra. Non una prestazione indimenticabile, senza dubbio. Il primo tempo termina 0-0: non si soffre particolarmente, ma manovra e ritmo non sono da squadra che cerca la vittoria.

SECONDO TEMPO – Nessun cambio a inizio ripresa per Conte. L’Inter prova ad alzare il baricentro attraverso una manovra palla a terra un po’ più articolata ma comunque lenta. Al 52′ Lautaro Martinez gira in porta al volo un cross di Hakimi dalla destra, palo-rete e Inter in vantaggio. Finalmente è la squadra nerazzurra a fare la partita, mostrando carattere. Al 63′ clamorosa papera di Handanovic, che non blocca il cross di Faraoni dalla destra (male Young in copertura) e permette a Ilic il tap-in sulla linea di porta, impossibile intervenire per Skriniar. Il gol degli avversari arriva come al solito alla prima occasione, letteralmente regalata. Al 69′ l’Inter torna in vantaggio grazie allo splendido colpo di testa di Skriniar su cross di Brozovic dalla destra, Silvestri non può nulla. Subito dopo, al 70′, primo cambio per l’Inter: fuori Perisic, dentro Vidal. Il cileno si posiziona allo stesso modo sul centro-destra, agendo da trequartista e mezzala in base alle necessità. E in un quarto d’ora si nota la differenza, perché Vidal è più adatto alla doppia fase di gioco, soprattutto quella di rottura. All’87’ secondo e ultimo cambio per Conte: fuori Lautaro Martinez, dentro Gagliardini. L’italiano si posiziona in mediana alla sinistra di Brozovic, permettendo a Barella di alzarsi sulla linea di Vidal (come da immagine sotto allegata). Al 93′ Hakimi in contropiede, dopo una fuga solitaria, regala il tris a Lukaku, ma il gol viene annullato per un presunto fallo dell’attaccante belga. Il secondo tempo termina 1-2: ripresa monotematica per l’Inter, che non si disunisce mai e difende i tre punti.

Verona-Inter formazione finale
Verona-Inter formazione finale

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – Un’altra prestazione ampiamente sufficiente condita da un assist, che potevano essere due: Hakimi. Nel primo tempo si vede poco, perché tutta l’Inter non gira benissimo, ma è diligente nel suo lavoro da terzino. Poi nella ripresa ha la possibilità di alzare il raggio di azione, così come la qualità e la quantità delle giocate. L’assist per il vantaggio di Lautaro Martinez è una perla, quello per il gol (annullato) a Lukaku di più. L’Inter di Conte ha un esterno destro devastante, che diventa tale quando il campo è libero e i compagni collaborano. Serve qualcuno a lanciarlo, ma anche chi fa lavoro sporco nelle sue zone. Perisic ci ha provato senza grosse sbavature, nel finale Vidal ne ha ottimizzato i risultati. Non lo nota nessuno, ma se a farlo non è solo Barella (schierato dall’altra parte…) significa che la strada è quella giusta. Perché Conte sa benissimo che il punto di forza della sua Inter è a destra, quando c’è Hakimi. Impressionante.

COMMENTO – Sette vittorie consecutive sono tantissime. Ma non sono otto. E questo dev’essere il messaggio da tenere a mente durante la sosta natalizia. Perché il 3 gennaio contro il Crotone non si può sprecare quanto di buono costruito finora. Conte sorprende tutti nonostante la novità tattica sia stata spoilerata nelle ore precedenti alla partita. La sorpresa però non è nel sistema di gioco, piuttosto nel lavoro tattico richiesto al “secondo trequartista” in campo. Perisic fa quasi più la mezzala (3-5-2) che il trequartista (3-4-2-1) o l’esterno (3-4-3), semplicemente perché serve quel tipo di lavoro per supportare le due punte pure. Si può parlare di trequartista-mezzala. Sulla destra c’è un po’ di caos tattico, comprensibile, ma il Verona di Juric non riesce a trarne vantaggio. Anzi. Bastano due-tre lampi, quelli che portano ad altrettanti gol, per capire l’importanza della modifica attuata da Conte. C’è ancora tanto da lavorare, ma con il sacrificio si può ottenere tutto. Lo ha dimostrato anche Vidal, appena entrato. E Barella nei minuti finali. Conte non cambia modulo. Non torna al 3-5-2. Conferma fino alla fine il doppio trequartista, perché tanto tutti devono sbattersi per la squadra. A partire da Lukaku (stremato). Il 3-4-2-1 visto a Verona può essere letto all’occorrenza come 5-3-2, 4-4-2, 3-5-2 o 3-5-1-1. In base ai movimenti di un paio di giocatori, determinanti. La strada tracciata è quella giusta, adesso serve uno sforzo nel mercato invernale. Peccato per Eriksen, meno per Nainggolan. Vecino e Pinamonti. Servono tre novità, tra centrocampo e attacco. E chissà se nel 2021 Conte continuerà a lavorare su questa variante tattica, più convincente del 3-4-1-2 grazie al sacrificio di un attaccante (Lautaro Martinez) anziché di un centrocampista. Sarà un bel quesito. Intanto giusto sottolineare le notizie positive che arrivano da questo finale di 2020 tutto italiano: il meritato secondo posto alle spalle del Milan è giusto perché figlio di un derby perso malamente, bisognerà ripartire anche da qui. Un punto di differenza non è nulla, ma 3 o 6 diventano determinanti a fine stagione.

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