Analisi tatticaPrimo Piano

Verona-Inter: Conte inverte tutto e tutti, funziona solo la calamita Lukaku

Altro giro, altra corsa persa per l’Inter, che a Verona non va oltre il pareggio. Il risultato cambia poco ai fini della classifica. Termina 2-2 una partita recuperata e apparecchiata per reagire dopo l’imbarazzante sconfitta interna firmata Bologna. Invece i blackout iniziale e finale rovinano i 6′ ispirati di Candreva. Conte si affida a Lukaku, chiedendogli di tenere su una squadra senza anima. E non basta dopo l’uscita del belga. Di nuovo tutti bocciati, dal peggiore (Skriniar) al più deludente (Brozovic). Ecco l’analisi tattica di Verona-Inter

PRESENTAZIONE PRE-PARTITA

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare l’Hellas Verona: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Godin; Candreva, Brozovic, Gagliardini, Young; Borja Valero; Lukaku, Sanchez.

Verona-Inter Formazione ufficiale
Verona-Inter Formazione ufficiale

MODULO – Dalla ripresa della stagione l’Inter utilizza il 3-4-1-2, a cui Conte non rinuncia nonostante le assenze e le scelte obbligate. Il paradosso è aver cucito questo sistema di gioco sulle caratteristiche della novità Eriksen, a cui rinuncia in favore del più esperto Borja Valero.

RESOCONTO PARTITA

PRIMO TEMPO – Inizio in salita per l’Inter. Al 2′ Skriniar si fa scherzare da Lazovic, che dalla sinistra taglia in area e supera un Handanovic mal posizionato alla prima occasione. Errore a parte, il primo dettaglio è legato alla posizione delle coppie. Skriniar gioca terzo di destra e Godin di sinistra, ma anche i mediani sono invertiti rispetto al solito: Brozovic agisce sul centro-destra e Gagliardini sul centro-sinistra. Una non-novità per Gagliardini, che si sta abituando a quella zolla di campo per far coppia con Barella, ma per Brozovic è un nuovo mondo. Con Sanchez che ha libertà di muoversi intorno a Lukaku partendo da sinistra, Borja Valero è costretto ad allargarsi perlopiù sul centro-destra, quasi a creare un 3-4-2-1. Anche questo dettaglio è in controtendenza con le uscite precedenti, quando lo spagnolo si è distinto principalmente per una serie di giocate sul centro-sinistra. Al 19′ il palo di Miguel Veloso fa tremare Handanovic, in ritardo nel tuffo. L’Inter subisce gli attacchi solo ed esclusivamente sul proprio lato destro, quello scelto dal Verona per attaccare con due esterni che si sovrappongono con continuità. Il gioco spalle alla porta di Lukaku permette di creare un paio di sponde pericolose, ma l’impressione è che solo i movimenti di Sanchez possono mettere in difficoltà la fase difensiva del Verona, che si chiude con otto uomini a copertura dello specchio. Assenti ingiustificati i due esterni di Conte. Il primo tempo termina 1-0: l’errore iniziale di Skriniar (e compagnia) prende tutta la scena senza reazione.

SECONDO TEMPO – Nessun cambio a inizio ripresa e stesso copione: svarione difensivo e successiva ripartenza senza gol. Al 49′ finalmente una grande girata di Lukaku che colpisce il palo, su cui Candreva è bravo nel trasformare la ribattuta in gol. Dopo tanto lavoro sporco per i compagni, il centravanti belga fa solo e crea i presupposti per il pareggio. Al 55′ il tiro-cross di Candreva dalla destra finisce in rete grazie alla deviazione di Dimarco, sfortunato in fase di ripiego. Lo sprint nerazzurro è inaspettato, anche perché la manovra non migliora. Come successo contro il Bologna, Gagliardini inizia a carburare alla distanza e sembra poter reggere il centrocampo da solo, ma poi sparisce dopo una serie di errori elementari. Al 70′ primo cambio per l’Inter: fuori Brozovic, dentro Vecino. L’uruguayano si piazza sul centro-destra per apportare dinamismo a un reparto ormai statico, anche a causa di un Borja Valero a fine corsa. Al 76′ secondo cambio per Conte: fuori Lukaku, dentro Lautaro Martinez. L’argentino inizia alla destra di Sanchez ma non dà punti di riferimento, infatti dai suoi piedi scaturisce l’azione più pericolosa, svanita per egoismo sotto porta. Poco movimento e tanta sofferenza dietro, dove i centrali non sembrano essere concentrati su movimenti individuali e collettivi. All’86’ Miguel Veloso la piazza alle spalle di un immobile Handanovic calciando in libertà assoluta dal limite dell’area. All’88’ terzo e ultimo cambio per l’Inter: fuori Borja Valero, dentro Eriksen. Il danese chiude sulla trequarti (come da immagine sotto allegata, ndr). Anziché finire in ordine, l’Inter chiude nel disordine senza trovare il gol-vittoria. Il secondo tempo termina 2-2: altri punti persi e un regalo che il Verona non può non scartare.

Verona-Inter Formazione finale
Verona-Inter Formazione finale

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – Una squadra che butta altri due punti all’aria, e in cui merita la sufficienza piena solo uno-due undicesimi dei calciatori schierati, ha qualcosa che non va nel motore: Brozovic. Conte lo ripropone dal 1′ ma senza il lavoro sporco di Barella, gli strappi di Vecino, i fraseggi di Sensi e la qualità di Eriksen in supporto. Compito: il croato deve fare il regista, il mediano, la mezzala e il trequartista in base a come si sviluppa l’azione dell’Inter. Risultato: Brozovic sbaglia tutto davanti alla difesa fino all’area avversaria, perché non è questo il centrocampista totale visto nella prima parte di stagione. Cala alla distanza e viene sostituito non avendo i 90′ nelle gambe, ma anche nella testa quei 70′ giocati non sono accettabili. Perso.

COMMENTO – L’Inter registra un altro passo falso. In rimonta. Nel finale. Fuori casa. Contro una squadra che non è scesa in campo per fare punti vitali. E lo fa con un atteggiamento inaccettabile. Il primo tempo è da buttare, imbarazzante dal primo all’ultimo minuto. Conte schiera una squadra tutt’altro che da sogno, ma la strategia “palla a Lukaku” funziona solo se chi ruota intorno al centravanti belga riesce a sfruttare al meglio le sue sponde. L’Inter non ha un tiratore dalla distanza, non a caso il miglior tiro lo scocca l’onesto Gagliardini, teoricamente quello con meno qualità tecniche nel reparto più avanzato. Non ha una seconda punta in grado di seguire i movimenti del centravanti, dato che Sanchez va dove vuole. E sugli esterni vale la pena un “no comment”, soprattutto perché Candreva finisce per essere protagonista senza sapere come. Nel mezzo, il nulla. Il nulla firmato Brozovic dietro e Borja Valero avanti, poi bissato da Vecino (male in copertura nel 2-2 regalato al Verona) ed Eriksen (male nell’atteggiamento molle per la “passerella” finale). L’Inter di Conte esiste ed è pericolosa solo quando Lukaku può ricevere palla spalla alla porta, calamitando su di se pallone, avversari e compagni. L’1-1 arriva così. Nella ripresa arrivano solo tre cambi su cinque. Certo, la panchina offre ben poco a Conte, ma si è già detto a più riprese che l’Inter va rimessa a posto mentre sta accusando il colpo, non quando lo ha già accusato. Rischiare di prendere il 2-2 sull’1-2 è una cosa, prendere il 2-2 e dover andare alla ricerca del 2-3 è un’altra. Non si difende il vantaggio sfruttando un uomo in più in mezzo al campo o una difesa (a quattro…) più abbottonata per ridurre gli spazi attaccabili. Né si rinnovano le fasce per riproporre la doppia fase. Conte non cambia modulo e uomini nemmeno sotto tortura, l’Inter senza anima e idee non esce dal suo loop negativo. Il pareggio è regalato, ma era nell’aria. A questo punto l’impressione è che Conte stia già ragionando sull’Inter 2020/21 senza avere gli interpreti per fare quel tipo di calcio che ha in mente. Un tipo di calcio che magari non prevede Eriksen collante tra i reparti e magari solo un incontrista sul centro-destra (Barella più di Brozovic) in favore di una mezzala mancina in grado di andare al tiro. Perché un conto è chiedere a Gagliardini di fare il mediano per mancanza di alternative, un altro conto esporlo come se fosse la mezzala mancina che dovrebbe far cambiare marcia a tutta la squadra. Ma non può essere così né oggi né domani, questo bisogna accettarlo. Conte inverte piedi e ruoli, compiti e posizioni, ma non cambia moduli e uomini: c’è qualcosa che non torna in questa strategia, più adatta al lungo periodo che al breve. Ma la stagione 2019/20 finisce tra poco più di un mese, Europa League permettendo.

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