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Tommasi: “A Madrid chiuse scuole, l’Inter ci deve giocare? UEFA…”

Tommasi, presidente dell’AIC, è intervenuto in collegamento con “Calcio Totale” su Rai Sport +. Nel suo lungo intervento fa notare come l’Inter debba giocare a Madrid, dove iniziano le restrizioni per il Coronavirus, e lancia un messaggio all’UEFA.

BLOCCO TARDIVO – Secondo Damiano Tommasi la decisione presa oggi dal Governo (vedi articolo) doveva avvenire prima: «Purtroppo stanno dicendo i numeri che era da tanto tempo che dovevamo cambiare vita. Non è cambiato nulla: da domani inizieranno le domande su come fare allenamento. Oggi sono stati chiusi gli impianti sciistici in tutta Italia, perché chi era in Lombardia andava in Veneto. Dobbiamo cambiare abitudini, tutte. Anche il tema dell’esultanza lascia il tempo che trova, così come il contatto con l’avversario».

E L’UEFA? – Tommasi affronta le competizioni internazionali: «Non so come faranno a livello europeo. Sarà un altro tema, perché chi atterra in Italia lo fa in zona rossa: se non si capisce questo si continueranno a lanciare messaggi che le deroghe valgono anche per il virus. Se non sbaglio a Madrid hanno chiuso scuole e Università per due settimane, ci deve giocare l’Inter col Getafe che è di Madrid e altre due squadre nelle coppe. Francia e Germania sono già in preallarme, questo purtroppo è il tempo che viviamo. Se riusciamo a entrarci dentro con la testa noi che dobbiamo prendere le decisioni forse riduciamo i tempi. Ieri non si doveva giocare: era il segnale più forte da poter dare, anche all’ultimo minuto. Era questo il motivo per cui cercavamo di sensibilizzare le istituzioni. Dobbiamo guardare avanti, il segnale è ancora più forte con le restrizioni in tutta Italia».

UNA SPERANZA – Tommasi, da presidente AIC, spera che l’UEFA blocchi tutto: «Sono già in contatto, perché domani avremo un board della FIFPro, uno dei temi sarà quello dell’UEFA. Ho già parlato col presidente del sindacato spagnolo, avvisandolo di quali saranno le prossime settimane che passeranno. Stanno applicando le norme che hanno applicato qualche settimana fa, è solo questione di tempo. Tutti noi dobbiamo sensibilizzare la UEFA, non solo per rischiare che le squadre italiane vengano eliminate ma perché si rischia una semifinale senza squadre. Tutti i paesi avranno norme restrittive, c’è il rischio di rinviare una competizione o non farla giocare. Voglio capire se una squadra verrà oggi in Italia a giocare serenamente, e se dovrà tornare. Il Cosenza andrà in quarantena per quindici giorni perché stasera è andato a giocare a Verona e la Calabria ha deciso così».

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