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Spalletti: “Inter male, vero. Miranda non dorme! Brozovic, Keita e Lautaro…”

Luciano Spalletti – protagonista in conferenza stampa alla vigilia del derby Milan-Inter, 28ª giornata di Serie A – fa chiarezza su alcuni singoli a disposizione o meno, tornando sulla brutta prova in Europa League. Ecco il contenuto della sua conferenza ripreso in diretta da Inter-News.it

C’è stato modo di analizzare il perché della prestazione negativa?
C’è dispiacere per quello che è successo, però si fanno le diagnosi corrette e c’erano delle motivazioni che potessimo essere al di sotto delle nostre massime possibilità, si può aggravare o sminuire, ma bisogna essere corretti nell’avere la capacità. Mi è dispiaciuto come siamo entrati in partita, dovevamo farlo diversamente, anche all’andata abbiamo visto che c’erano possibilità per passare il turno contro un avversario forte, ma se riesci a fare ciò che sai fare, è possibile. Ora c’è da ristabilire ruoli e compiti per ricreare una struttura forte di squadra, si fa ordine sui comportamenti e le decisioni da prendere. Chiaro che c’è l’amarezza del risultato, però poi bisogna ad accettare le emozioni, il dispiacere. Da quello che viene si mette in discussione la conclusione di getto in base a questo, perché di solito c’è bisogno di una conclusione fatta di sostanza, non d’istinto che si va a tirare. Diventa fondamentale che la squadra riacquisti le sue capacità di giocare a calcio e di lotta, anche se c’è poco tempo è fondamentale.

Quanto conta arrivare prima del Milan in campionato?
Ne facciamo una questione di arrivare prima di tutti, non solo del Milan, che è forte e lo sta facendo vedere, giocando un buon calcio. Per noi l’obiettivo è entrare tra le prime quattro, possibilmente terzi o secondi.

Nainggolan può andare in panchina?
Nainggolan non sarà in panchina.

L’andata contro il Milan può essere un presupposto per ripartire?
Di partite ne sono state giocate tante, se dovessimo far capo solo a uno per ritrovarci sarebbe troppo poco, ce ne sono tante altre in cui la squadra ha fatto vedere di avere un valore, un’identità, una ricerca degli obiettivi che vuole andare a prendere. All’andata fu una partita in totale equilibrio in cui siamo riusciti a portarla a casa negli ultimi minuti dopo averci tentato precedentemente senza riuscirci. Si tratta di una partita difficile, il derby annulla qualsiasi pronostico e valutazione. Il risultato è difficile, ognuno lo vuole, ma conta solo quello della partita e come si giocherà: il risultato verrà fuori dalla partita, non dai desideri miei o di Gattuso, che vogliamo vincere.

Un risultato nel derby può indirizzare la volata Champions?
Può creare più difficoltà a livello di testa per riorganizzarsi, uno si porta un po’ di scorie dietro di prestazioni e convinzioni, così come le difficoltà. Bisogna avere sempre fiducia sulle possibilità di fare cose differenti. Di partite ce ne sono tante, ci sono margini per non farla diventare decisiva questa, però è chiaro che ti crea complicazioni di gestione e credere di esser capace a… Si prova ad andare a vincerla, insomma.

Inter bene negli scontri diretti, ma non nelle sfide dentro o fuori: perché?
Il dentro o fuori è una caratteristica del torneo, secondo me abbiamo giocato buone partite anche in Champions League. Se non fai risultato prima, la volta dopo diventa più difficile. L’anno scorso ci siamo qualificati in Champions dandoci per spacciati contro la Lazio, questa cosa racconta una storia diversa: qualche volta siamo stati capaci di fare un risultato così importante.

Hai un piano anti-Piatek?
Dobbiamo fare le cose bene di squadra, Piatek è fortissimo, può fare bene. La linea difensiva ragiona per reparto, mai individualmente, con le squadre più abituate a marcare a zona per occupare il tipo di palla giocata, per certi punti di vista aiuta. Dovremo prendere in considerazione anche la sfida individuale, ma ormai non si marca a uomo: vedremo dove si metterà lui e l’avversario può variare.

Perché dopo Natale l’Inter ha perso la sua identità?
Sono momenti che possono capitare nell’arco di un campionato, sono successi un po’ a tutti, poi l’entusiasmo dei risultati precedenti ti fa diventare le cose più facili o più difficili. Sono d’accordo per quello che stiamo facendo adesso eravamo abituati diversamente prima, la squadra ha giocato anche meglio di ora, però poi le qualità individuali nell’essere in condizioni di metterle tutte fa un po’ di differenza. Ad esempio, Perisic e Borja Valero nell’ultima partita sono stati bravi a esserci, ma non gli si può dire che hanno fatto di meno, gli ho chiesto io di giocare, anche Keita. Per questo bisogna essere lucidi nel fare una diagnosi corretta: è vero che abbiamo fatto una brutta prestazione, ma c’erano situazioni che rendevano un momento particolarmente difficile. Se valutiamo quanto fatto in partita, c’è implicito lo stato di condizione di quei quattro giocatori. Purtroppo ci sono capitate queste situazioni, ma è giusto lavorare meglio nella direzione giusta. Ognuno si prende il massimo del tempo a disposizione per capire e pensare quello che si deve fare, poi si arriva a un termine ben stabilito e da quel punto si tirano le conclusioni per vedere cos’è uscito fuori, essendo razionali e lucidi per capire cosa bisogna fare e arrivare a domani mattina, in cui dirò la formazione. Poi si agisce solamente, senza portarsi altri strascichi sulla partita precedente: ho solo certezze poi.

Come sta Lautaro Martinez?
Due attaccanti centrali fortissimi all’andata (Icardi e Higuain, ndr), due al ritorno. Tutti e due nelle condizioni di far male, perché Piatek può fare la differenza uguale a Lautaro Martinez. Lo scorrimento della partita dirà chi ha ragione.

Cosa pensi dell’invito di Moratti alla compattezza?
Mi invita a fare una cosa che io assolutamente non posso fare, perché quando ho incontrato Moratti mi sono emozionato la prima volta e tutte le altre volte, quando lo incontrerò. Non vado a commentare niente di quello che dice Moratti.

Come hai visto Skriniar a centrocampo?
Se me lo domanda, significa che ha fatto bene, sicuramente. Sono d’accordo.

Come sta Miranda?
Valuteremo domani Miranda, ma è difficile perché anche con la mascherina è problematico giocare. Non ha dormito per tre notti dopo l’operazione, ha qualche dolorino, difficile il suo recupero. Vedremo, perché vuole esserci, domani faremo le considerazioni.

Se tornassi indietro di un mese, cambieresti qualcosa a livello di gestione?
Se tornassi indietro, che modo di ragionare è? Quello che bisogna fare è non perdere tempo, bisogna guadagnarlo e recuperarlo per pensare di più e fare di più. Se tornassi indietro vado a eliminarlo il tempo, ne perdo altro. Non torno indietro, io vado avanti: le scelte vanno fatte al momento e bisogna andare per quella squadra lì. Diventa un casino andare indietro, pensiamo al prossimo.

Come sta Brozovic?
Ieri in allenamento si è sviluppato in maniera corretta: un po’ di dubbio c’è, ma pensiamo di recuperarlo e usare.

Keita può giocare?
Dipende dalla complicazione muscolare dopo aver fatto quei minuti: ieri ha fatto defaticante e tutto, non ha avvertito nessun altro fastidio, è chiaro che è a disposizione e si può usare, magari non per tutta la partita.

Nainggolan non sarà convocato?
Non sarà convocato. Le sorprese diventa difficile farle, è tutto sotto l’occhio di tutti: non si è ancora allenato, la sorpresa sarebbe vederlo dentro e fare confusione. Non sarà così.

Quali sono le certezze che l’Inter si porta nel derby?
Le certezze sono i punti che abbiamo, la classifica, le partite vinte, come ci chiamiamo, i colori che vestiamo: siamo dietro, ma il Milan ha solo un punto avanti. In questo periodo stiamo facendo peggio di loro, ma se siamo quasi insieme a loro significa che abbiamo le possibilità. Noi siamo usciti dalla Coppa Italia ai rigori, ma non vedo questa differenza importante. Quello che danneggia è credere di non essere all’altezza, ma non è il nostro caso: siamo all’altezza della partita da giocare, i giocatori dell’Inter non la lasciano mai sola.

Cosa dovrà cambiare l’Inter rispetto a giovedì sera?
Dobbiamo palleggiare di più e venire fuori dalla loro pressione, essere più bravi nella gestione della palla. Dobbiamo fare meglio questa roba, fondamentale per poi andare a vincere le partite.

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