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Roma-Inter: Conte fallisce il test, Brozovic fuori giri. In tilt dopo l’1-1, poi a 4

Battuta di arresto per l’Inter ma di tattico c’è poco. La partita finisce di fatto nel momento in cui viene deciso di convalidare l’1-1 giallorosso. Annullando il vantaggio firmato de Vrij e mandando la squadra in tilt, solo il rigore di Lukaku evita di tornare a casa a mani vuote. Prestazione collettiva comunque non all’altezza. L’idea Brozovic trequartista non paga e Conte nel finale si snatura. Ecco l’analisi tattica di Roma-Inter

PRESENTAZIONE PRE-PARTITA

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare la Roma: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Candreva, Barella, Gagliardini, Young; Brozovic; Lautaro Martinez, Sanchez.

Roma-Inter Formazione ufficiale
Roma-Inter Formazione ufficiale

MODULO – L’intuizione della vigilia si è palesata sul campo. L’Inter scende in campo con il solito 3-4-1-2 ma sulla trequarti non c’è un 10 puro (Eriksen né Borja Valero). Conte punta tutto su Brozovic, chiamato a distruggere il gioco della Roma prima ancora di costruire quello dell’Inter.

RESOCONTO PARTITA

PRIMO TEMPO – Brozovic inizia alto sì ma già nei primi minuti si nota una disponibilità al sacrificio che va oltre la posizione in sé. In fase di non possesso si abbassa sulla linea mediana, perlopiù da mezzala (3-5-2), anche se è praticamente ovunque alla ricerca del pallone. La sua funzione non è da “collante”, è proprio mirata al recupero della palla nei primi metri attuando un pressing più aggressivo sui portatori giallorossi. Al 15′ de Vrij svetta di testa in area su preciso corner di Sanchez, vantaggio nerazzurro alla prima occasione. Il gol arriva su calcio da fermo anche perché l’Inter fatica a costruire, preferendo la pressione per tenere bassa la Roma. Dettaglio: a differenza delle precedenti uscite, Sanchez parte da sinistra con Lautaro Martinez a destra. Nonostante il risultato, l’Inter soffre la rapidità giallorossa sulle fasce e la manovra a un tocco centralmente: esterni sottotono e la mediana non fa filtro, praticamente un intero reparto KO. Al 47′ l’arbitro Di Bello convalida il gol di Spinazzola (tiro deviato da de Vrij) nonostante la correzione del VAR per un fallo precedente di Kolarov su Lautaro Martinez, a centrocampo. Grave errore della difesa nerazzurra, ma gravissimo dell’arbitro. Il primo tempo termina 1-1: in campo meglio la Roma ma è lo stesso campo a dire 1-0, da non crederci.

SECONDO TEMPO – Nessun cambio nell’intervallo, che sicuramente avrà creato malumori a chiunque dopo l’episodio. La Roma fa la partita, anche più del primo tempo in seguito al pareggio sul gong, e l’Inter fatica proprio a reggere i ritmi. Al 54′ splendido gol di Lautaro Martinez annullato per fuorigioco, questa volta corretto confermato giustamente dal VAR. Sembra l’inizio di una reazione, invece al 57′ la Roma entra in porta con un flipper che premia Mkhitaryan, lesto a “togliere” il gol al compagno Dzeko. Al 67′ triplo cambio per l’Inter: fuori Young, Candreva e Lautaro Martinez, dentro Biraghi, Moses e Lukaku. Tre staffette che non modificano nulla. Nemmeno il tempo di disporsi che al 69′ arriva il quarto cambio per Conte: fuori Gagliardini, dentro Eriksen. Il danese si posiziona sulla trequarti, Brozovic arretra in mediana. Non cambia tantissimo a livello di occasioni create. All’82’ quinto e ultimo cambio per l’Inter: fuori Bastoni, dentro D’Ambrosio. Il numero 33 si posiziona da terzino destro nel 4-2-3-1 finale (come da immagine sotto allegata, ndr). Assetto arrembante ma ordinato, quasi a sorpresa. All’87’ Spinazzola regala goffamente un rigore all’Inter scalciando involontariamente Moses, Lukaku spiazza Pau Lopez dal dischetto. La corsa di Moses e i piedi di Eriksen non riescono a ribaltare il risultato nel finale. Il secondo tempo termina 2-2: serve un rigore per evitare l’incubo 0 punti, ma cambia poco.

Roma-Inter Formazione finale
Roma-Inter Formazione finale

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – Conte gli affida le sorti dell’Inter sperando di stravolgere i piani della Roma, ma qualcosa non funziona: Brozovic. Il centrocampista croato non è il peggiore in campo ma è l’elemento che permette di riassumere al meglio ciò che non va. Il centrocampo dell’Inter, appunto. Il tentativo di frenare la manovra giallorossa va in fumo subito. Il numero 77 corre perlopiù a vuoto. Anzi, rincorre senza la giusta convinzione. Il lavoro sulla trequarti non fa per lui, soprattutto spalle alla porta, per questo è quasi sempre più basso per toccare più palloni in costruzione. Annullando l’esperimento di Conte. Brozovic gira a vuoto e non incide nemmeno quando ha l’occasione di segnare sotto porta. Va fuori giri e si vede. Nessuno lo aiuta ma non è un alibi. Sbandato.

COMMENTO – L’Inter non doveva perdere e non lo fa. Poteva vincere e non lo fa. O non glielo fanno fare. Punti di vista. I primi 45′ terminano sullo 0-1 ma non si sa perché il tabellino segna 1-1 extra time. Anzi, il perché forse si può intuire ma evitiamo e concentriamoci sulla tattica. L’ingiusto (in termini di regolamento) pareggio last minute della Roma destabilizza l’Inter, già debole psicologicamente e immatura. Il rientro in campo è frastornato dopo un primo tempo già di suo tutt’altro che brillante. Detto del test Brozovic finto-trequartista, fallito, la prestazione nerazzurra non è all’altezza perché gli esterni offrono probabilmente il peggio di se stessi. Young sbaglia tutto dal primo all’ultimo pallone giocato, Candreva qualcosa in meno. Il cambio di marcia non arriva con le sostituzioni, anche perché il rigore è un “regalo” di Spinazzola. Eppure Conte cambia, eccome se cambia. E stupisce. Nel finale il passaggio dalla difesa a tre a quella a quattro spiazza tutti, giocatori compresi. Il triplo trequartista a supporto di Lukaku offre più quantità che qualità. Moses non sa dove correre. Eriksen si muove in orizzontale e verticale senza trovare una posizione precisa (a supporto o al fianco di Lukaku?). Sanchez paga la stanchezza e non incide come potrebbe. Conte in panchina ha qualche soluzione in più per provare a impostare diversamente le prossime partite. Che sia difesa a tre o a quattro cambia poco, ciò che condiziona le prestazioni della sua Inter è la fame. Una squadra che non sa reagire a una vergognosa ingiustizia è debole mentalmente, una squadra che non sa reagire a un meritato svantaggio è debole tecnicamente. Conte ha tanto da lavorare ancora, ma il tempo stringe. Champions blindata, meglio pensare all’Europa League di agosto. Perché la Serie A 2019/20 è finita con il “gol” di Spinazzola. Uno scandalo che manda l’Inter in tilt e fa contento chi non deve preoccuparsi più delle inseguitrici, sebbene la squadra nerazzurra stia facendo la corsa solo su se stessa per allontanare le altre dal secondo posto.

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