Pinamonti: «All’Inter, Icardi mi prese sotto la sua ala! Empoli mi serviva»
Andrea Pinamonti, proprietà Inter e ultima stagione all’Empoli, si è confidato a tutto tondo parlando dei suoi inizi con l’Inter dei grandi. L’approccio con Icardi e il primo incontro con Raiola
RICORDO DI ICARDI − Pinamonti racconta gli inizi all’Inter dei grandi: «Appena sono salito in Prima Squadra, Icardi mi ha preso sotto la sua ala, dicendomi che gli ricordavo se stesso arrivato a Genova, giovanissimo e perso tra le novità. Al mio primo anno fuori dal convitto non riuscivo a trovare un appartamento, così lui mi ha prestato una casa davanti alla sua per due settimane. E dato che ero proprio un pischello senza patente, ogni mattina mi accompagnava al campo e mi riportava indietro. Mi facevo scarrozzare. Ha visto qualcosa in me».
CARICA − Prima di scendere in campo, Pinamonti guarda un video specifico: «A dire il vero, prima di scendere in campo vado anche nella galleria delle immagini. Tra i preferiti ho salvato un video di un mio gol nel settore giovanile, in un derby contro il Milan. Giocavo 3 anni sotto età, entro a 5’ dalla fine e segno il 2-0, con tutta la panchina che si riversa in campo ad abbracciarmi».
INCONTRO RAIOLA − Pinamonti ricorda il procuratore da poco scomparso: «Il colloquio calcistico che non dimenticherò mai è il primo avuto con Mino. Mi rimarrà impresso per sempre. Quando ho scelto di cambiare agente, lui mi aveva contattato per una chiacchierata. Ci trovammo in un ristorante a Milano, c’erano anche i miei genitori. Bastò un’ora per cambiare la mia visione del calcio, la mia ottica era stata rivoluzionata. Ho impresse tutte le parole. Finita la cena dissi ai miei: «Voglio firmare per lui, è il numero uno». Poche parole, a volte con modi crudi, tanto che all’inizio i miei mi guardavano come a dire: «Ma sei davvero sicuro?». Più passavano i minuti, più anche loro si convincevano. Non aveva peli sulla lingua, ti stravolge tutto. Quando non giocavo a Frosinone, mi chiamava per dirmi di stare sereno. Era diretto e ti motivava con orgoglio e stimoli».
GRAZIE EMPOLI − Infine, Pinamonti ha voluto ringraziare il club toscano per l’opportunità datagli: «Dovrò ringraziarli eternamente per aver insistito nel volermi con loro. Il direttore Accardi, a fine chiacchierata, mi disse: «Adesso devi decidere tu, ma fammelo sapere entro oggi. La deadline è a mezzanotte». Gli ho scritto che avrei accettato 10 minuti prima della scadenza, alle 23:50, e non avrei potuto fare scelta migliore. Non che non fossi convinto, dopo le ultime dovevo scegliere bene. Non potevo sbagliare. E non potevo scegliere in modo migliore. Ho vissuto un annata da protagonista, punto di riferimento all’interno di un progetto»
LAVORO − Pinamonti sull’organizzazione in casa Empoli: «Lavorano bene, vogliono bene ai ragazzi, alle giovanili e alla femminile. Ti confronti con persone alla mano, vivi con serenità giorno dopo giorno. Ero rimasto all’Inter consapevole di non giocare, ma è stata una stagione produttiva perché ho imparato tanto. Solo all’inizio avevo paura di aver preso una decisione errata. Mi serviva venire a Empoli: è un posto che consiglierei a tutti. In nerazzurro ho fatto a sportellate con difensori fortissimi in allenamento e rubato con gli occhi a Lukaku, Lautaro e Sánchez».