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Pellegrini: “Col Trap mai un litigio, sbagliai a cedere Lothar…”

Nello speciale di Sky Sport dedicato all’Inter dei Record è presente in studio il presidente di quell’Inter Ernesto Pellegrini che ha parlato del suo rapporto con Trapattoni e con la stella di quella squadra Lothar Matthaus

L’ACQUISTO DI DIAZ- “Avevo comprato Madjer purtroppo i medici gli hanno riscontrato una lesione al polpaccio e non l’abbiamo assunto, abbiamo ripiegato su Ramon Diaz che si è rivelato un campione, in prestito dalla Fiorentina. Sono arrivati anche Berti, Bianchi e i due tedeschi Brehme e Matthaus”.

COME HO CONOSCIUTO IL TRAP- “Io avevo conosciuto il Trap a Villar Perosa perché quell’albergo dove stavano in ritiro era di mia proprietà. Abbiamo stretto un buon rapporto e per me è stato un grandissimo allenatore, sapeva motivare i giocatori curandone i dettagli. Non ho mai avuto uno screzio particolare con lui anche se Mandorlini mi telefonò per dirmi di non cambiarlo dopo la sconfitta in Coppa Italia con la Fiorentina. Una volta sola, quando non fece giocare Gianfranco Matteoli che io ho amato. Contro il Pisa in casa noi perdevamo 1-0 alla fine del primo tempo. Andai nello spogliatoio per dire ‘Giovanni, come si fa a lasciare fuori Matteoli?’ e lui l’aveva già pensato. Trap non aveva bisogno dei miei suggerimenti, ma mi dispiaceva non vederlo in campo”.

L’ARRIVO DI MATTHAUS- “Lothar mi era stato sponsorizzato da Rummenigge, un anno prima che lui venisse in Italia mi disse che era da prendere, era il più forte centrocampista al mondo. Lothar aveva tecnica, personalità e uno spiccato senso del gol. Era un trascinatore”.

L’ERRORE PIU’ GRAVE- “Non spetta a me dire quanti errori ho fatto, ma uno fu cederlo al Bayern. Dopo l’infortunio i medici lo davano per finito o comunque sul viale del tramonto e invece ha giocato ancora diversi anni alla grande”.

LA RIVALITA’ COL MILAN- “Era una squadra moderna, io non ero d’accordo con chi parlava di calcio offensivo alla Sacchi. Contrapposizione col Milan? Feci investimenti importanti come sempre, fortunatamente l’azienda andava bene e dunque potevo investire, poi avevamo una difesa di ferro con Bergomi Ferri e Mandorlini”.

DOVEVAMO FARE DI PIU’- “Nel calcio sono stato poco fortunato. Con quella squadra abbiamo vinto anche una Supercoppa e una Coppa Uefa, ma dovevamo vincere di più”.

I TANTI TEDESCHI- “Ho comprato anche Klinsmman, Sammer, anche lì grandissimo giocatore che i tecnici mi hanno fatto vincere e poi ha vinto un Pallone d’Oro. Io portai in Italia Bierhoff, allora non si potevano avere più di tre stranieri e lo mandai ad Ascoli, poi da lì andò a Udine. All’inizio sembrò un bidone, poi…”.

RAMON DIAZ PIANSE- “Diaz era un bravissimo ragazzo. Al termine del campionato lo chiamai per dirgli che avevamo preso Klinsmann, attaccante della Nazionale tedesca e dissi ‘mi dispiace, ma devi tornare alla Fiorentina’ e si mise a piangere e mi ringraziò, mi disse che grazie a me si era riabilitato. Confesso che scappò una lacrima anche a me, mi è dispiaciuto”.

LA FESTA SCUDETTO- “Andammo in un club esclusivo e anche in quell’occasione la squadra fu compatta, festeggiammo tutti insieme e fu molto bello”.

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