Onana: «Dzeko? Se la palla ce l’ho io, decido io! Handanovic serio»

Dopo la prima parte dell’intervista (vedi articolo), Onana ha parlato dell’episodio con Dzeko in Inter-Porto nonché della grande personalità che debba avere un portiere. Poi qualche considerazione su Handanovic e su alcuni colleghi.
PERSONAGGI − Onana sull’incontro con Handanovic e sull’episodio con Dzeko in Inter-Porto: «Handanovic? Al primo incontro ci salutammo tranquillamente e mi diede il benvenuto. Io lo conoscevo, ma non sapevo se lui conoscesse me. Mi sta aiutando molto. Ma la prima volta che lo vidi ricordo il suo volto serio. Siamo diversi: io sono allegro, mi piace cantare e chiacchierare. Lui invece è calmo, calmissimo. Dzeko? Sono cose che succedono nel calcio. Se dobbiamo fare queste cose per vincere allora le facciamo, se devo gridare a Dzeko per vincere allora lo faccio. Lui voleva la palla lunga, ma sono io che decido quando ho la palla. Tutti vogliono palla: Lautaro Martinez, Calhanoglu, Brozovic. Tutti! Ma quando ho la palla decido e bisogna rispettarlo».
PERSONALITÀ − Onana dimostra il suo carisma: «Io devo aiutare la squadra e se aiutarla significa discutere con Dzeko o Lautaro Martinez devo avere la personalità per farlo. Perché dalla mia posizione io vedo tutto il campo. Importante è parare, che sia bello o no, importante è parare. Un’altra cosa: il pallone rimbalza e non la blocco, la respingo e so che ci sarà Barella. Lo faccio perché ho fiducia nei miei compagni nella ribattuta. E’ una cosa che a me piace molto».
IL BENE − Onana sull’episodio al Mondiale: «Mondiale? Io sono nato in Camerun e morirò qui. Amo tutto il mio paese, ma per il bene del paese a volte è meglio farsi da parte. Nel video gioco con gli amici di sempre, è importante frequentarli perché sei cresciuto con loro, ti conosce. Gente onorata, mi piace passare tempo con loro, discuto sempre con loro quando vado in Camerun».
COLLEGHI − Onana dice la sua sui propri colleghi: «Neuer? Il miglior portiere della storia del calcio, ha rivoluzionato il ruolo. Lui mi ha fatto pensare in modo diverso, mio idolo. Buffon, mi è difficile parlare di lui perché parliamo di uno dei più grandi della storia. Dopo la gara di Coppa Italia entrai nello spogliatoio per chiedergli la maglia e lui mi diede anche i guanti. Ero emozionatissimo. Maignan? Sono felicissimo di vedere portieri neri ad alto livello. Abbiamo giocato contro tanto tempo, lo conosco molto bene, siamo amici. Non intimi ma ci rispettiamo molto. E mi piace giocare contro di lui. Nella mia testa so chi è il migliore».