Nicchi risponde a Marotta: “Ecco perché ruolo a Rocchi. Arbitri eroi, VAR…”
Nicchi, presidente dell’AIA, è intervenuto in collegamento con la trasmissione “Trentesimo minuto” su Toscana TV. Diversi i temi trattati, dalla gestione degli arbitri in questa Serie A al VAR fino al ruolo di Rocchi, segnalato da Marotta il mese scorso (vedi articolo).
LE DIFFICOLTÀ – Marcello Nicchi, presidente dell’AIA, valuta come gli arbitri stanno gestendo la pandemia: «Devo dire che, più che chiamarli ragazzi o chiamarli arbitri, da quando è partito tutto si stanno comportando da eroi. Io li chiamo eroi: ci sono dei ragazzi che per pochi euro fanno dei viaggi per fare un tampone, arbitrare e rischiano il contagio. È una situazione molto delicata e complessa, però ci proviamo a tenere in piedi il sistema. Solo noi possiamo tenerlo in piedi, perché se si ferma la macchina arbitrale il calcio è finito. Gli arbitri di Serie A e Serie B non si allenano assieme dal campionato scorso. A Coverciano non si può accedere: ci può essere solo il gruppo squadra, e gli arbitri non lo sono perché fatta la partita tornano a casa».
LA PREPARAZIONE – Nicchi spiega come gli arbitri preparano le partite: «Devono stare attenti, viaggiare da soli e con la propria macchina. Se uno si contagia e stanno assieme si ferma tutto, fanno dei miracoli. Provate a immaginare arbitri di vertice come Daniele Orsato, Davide Massa e tutti gli internazionali che non possono avere il piacere di scambiarsi qualche opinione dal vivo perché non si possono incontrare. Si allenano nel giardino di casa, lungo le strade e i sentieri, seguendo una tabella anomala. Allenare si allenano, ma non come si dovrebbe: devono stare attenti ai contagi e agli infortuni. A volte questo ti distoglie dalla prerogativa principale, che è seguire il gioco e arbitrare bene. A mio modo di vedere però lo stanno facendo, perché stanno arbitrando bene».
L’INNESTO – Nicchi torna su un caso sollevato da Giuseppe Marotta: «Il ruolo di Gianluca Rocchi nasce quando ho ritenuto che le riunioni annuali fra capitani e dirigenti avessero poco valore. Dal giorno dopo si riprendeva a contestare: il problema è che nel calcio tanta gente critica perché non conosce il regolamento. E si accusano gli arbitri, avendo poca conoscenza del regolamento. Ci serviva una persona che lanciasse un messaggio chiaro: gli arbitri a volte sbagliano, ma altre fanno bene e uno pensa che abbiano sbagliato. Bisogna andare a spiegare gli episodi. Se una domenica accade un episodio controverso in Serie A tutto il calcio ci lavorava per venti-trenta giorni: abbiamo deciso di andare a spiegarli. Chi poteva farlo se non Rocchi? È il rappresentante, quando c’è un problema viene chiamato e va a spiegare sul campo cosa vogliono sapere. I primi risultati sono eccezionali, dovremmo creare altri personaggi come questi».
LA TECNOLOGIA – Nicchi chiude con un’altra risposta, alle polemiche per le poche review: «Gli arbitri, in Serie A e nelle competizioni dove c’è il VAR, le chiamate le fanno tutte. Non c’è un episodio che non vanno a vedere: non ci vanno solo quando non c’è la certezza, e lì vale la decisione del campo. Quando c’è il dubbio il VAR, sempre, dice all’arbitro che secondo lui c’è una situazione che dovrebbe rivedere. Allora lì ci vuole l’intelligenza di chi è in campo di andare sempre a rivedere, quando glielo dicono: uno potrebbe vedere una cosa che, all’occhio nudo, è completamente contraria alla realtà».