Intervistato sulle frequenze di “Radio Rai” nel corso della trasmissione “Radio Anch’Io lo Sport”, Massimo Moratti, ex storico presidente nerazzurro, ha parlato di Inter-Juventus, Antonio Conte, Mauro Icardi, Romelu Lukaku e Calciopoli
INTER-JUVENTUS – Queste le parole di Massimo Moratti, presidente dell’Inter, riportate da “Calciomercato.com” su Inter-Juventus, settima giornata del campionato di Serie A: «Ieri il primo tempo è stato bellissimo ed emozionante, ben giocato dall’Inter. Il secondo, invece, è stato più noioso. Le squadre, per lo scudetto, devono avere continuità. L’Inter deve aspirare al titolo, anche se la Juve parte da una base molto forte e dal lavoro di Allegri. Calcisticamente, il secondo gol è stato molto bello, Sarri ha dimostrato di amare il bel calcio».
CONTE – «E’ un professionista con grande continuità d’allenamento, forza e carattere. Sensi e Barella hanno cambiato molto l’Inter, stanno dando personalità alla squadra. Potrebbero sembrare due riserve nella Juve, ma stanno costruendo qualcosa di importante. L’Inter inizia ad avere importanti singoli di personalità. L’allenatore incide parecchio, è importante per come tiene la squadra e per le decisioni che prende. Non ci sono molti allenatori fortissimi».
LUKAKU – «Deve ancora adattarsi all’Italia, in Inghilterra era più aggressivo. E’ completamente diverso da Higuain, non si possono paragonare».
ICARDI – «Forse avrei avuto un comportamento diverso, ma non voglio giudicare perchè non so cosa sia successo. Ieri sarebbe stato molto utile. Credo che ci sia stata una polemica tra giocatore e società, per cui la cosa è diventata anche molto giornalistica».
ARBITRO – «Rocchi è stato molto bravo, ha dato responsabilità ai giocatori senza ammonire. Il rigore era netto, è stato bravissimo».
MILAN – «Sono affezionato sia a Spalletti che a Ranieri. Spalletti non è stato un mio allenatore, ma è stato sempre gentilissimo. E’ l’allenatore che vuole rifarsi rispetto a una situazione non felicissima, anche col quarto posto, all’Inter. Ranieri con me è stato un signore».
CALCIOPOLI – «Anche il rancore più voluto, dopo tanti anni, inizia a scendere. Invece vedo che insistono, devono trovare qualcuno che non ne sappia niente e gli dia ragione, altrimenti è impossibile».
SAN SIRO – «Qualche anno fa c’era meno gente allo stadio, si poteva fare un ragionamento simile, ovvero quello di avere uno stadio piccolo. Una volta mio fratello aveva la tessera che ti legava al tuo posto tutta la vita, oggi ti chiedono a fine stagione se vuoi mantenere quel posto. Forse è una cosa saggia, ma lega meno i tifosi alla società».
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