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Moratti: «Comprai l’Inter grazie a Prisco! È sempre stato di famiglia»

Moratti racconta il suo rapporto con Peppino Prisco, storico dirigente dell’Inter che oggi avrebbe compiuto cento anni. L’ex presidente nerazzurro ha parlato al portale CalcioMercato.com.

FAMIGLIA – Massimo Moratti ricorda con affetto il mitico Peppino Prisco: «L’ho conosciuto da bambino, era il vicepresidente dell’Inter quando il club era del mio papà. È sempre stato di famiglia, anche perché all’epoca il calcio era una cosa diversa, aveva un’impostazione familiare e non istituzionale. Per cui si era tra amici ed era normale vederli girare per casa. Prisco era brillantissimo e anche ammirato per il suo passato da eroe alpino. E poi quell’ironia, quel modo inconfondibile di comunicare. Diventa difficile fissare un solo aneddoto per ricordarlo, perché in qualsiasi ragionamento, anche in quello più serio, emergeva con una sua battuta che ti imponeva a riflettere sul fatto che in fondo alcune cose della vita sono serie o meno a seconda di come le guardi. Possedeva invidiabili punti di vista».

Moratti, Prisco e l’Inter

TRATTATIVA – Moratti racconta un aneddoto legato alla sua acquisizione dell’Inter: «Non posso dimenticare il giorno in cui uscendo di casa lo trovai fermo all’angolo ad aspettarmi: in dieci minuti mi spiegò che l’Inter attraversava un brutto momento, che bisognava immediatamente intervenire, ma aggiungendo che avrei dovuto farlo io, che fino a quel momento pensavo a tutto tranne che a comprare l’Inter. In quei pochi minuti riuscì a raccontarmi praticamente tutto e anche a convincermi del fatto che fondamentalmente avrei potuto fare qualcosa. Non parliamo solo della classica pulce all’orecchio, Prisco fece tutto affinché la trattativa iniziasse e finisse come desiderava, organizzò anche gli incontri. Io mi trovavo in quelle classiche situazioni in cui c’è di mezzo un amico a cui fai anche fatica a dire di no. All’Inter pensavo più come una cosa futura, e invece…”.

MANCANZA – Moratti conclude così sull’indimenticabile ex vicepresidente dell’Inter Prisco: «Adesso mi manca la sua intelligenza, quel rapporto di ragione e tutto ciò che portava l’avere accanto uno come lui, anche nella sua discrezione. Perché non è mai stato invadente, ti lanciava dei messaggi estemporanei che coglievi perché aveva la capacità di attecchire con poche parole. Se oggi lo trovassi all’angolo ad aspettare? Eh no, non me la farebbe per la seconda volta. Cambierei marciapiede (ride, ndr)».

Fonte: calciomercato.com – Pasquale Guarro

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