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Milan-Inter: Pioli asfaltato da Conte anche per i suoi errori, Perisic lo devasta

Milan-Inter si chiude come meglio non poteva e apre alla prima mini-fuga stagionale in vetta. Lo 0-3 firmato Lautaro Martinez (doppietta) e Lukaku è frutto di un lavoro tattico talmente automatizzato che a Conte brillano gli occhi. Funziona praticamente tutto nella doppia fase di gioco, dalla difesa guidata da Handanovic all’attacco. E soprattutto Perisic. Il +4 in classifica sulla squadra di Pioli non è casuale. Ecco l’analisi tattica di Milan-Inter

PRESENTAZIONE PRE-PARTITA

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare la Lazio in Serie A: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella, Brozovic, Eriksen, Perisic; Lukaku, Lautaro Martinez.

Milan-Inter formazione iniziale
Milan-Inter formazione iniziale

MODULO – L’Inter riparte dal 3-5-2 quasi perfetto visto contro la Lazio. Oltre all’utilizzo del doppio regista, ci sono gli esterni a tutta fascia con caratteristiche offensive ma approccio difensivo.

RESOCONTO PARTITA

PRIMO TEMPO – Avvio atipico con l’Inter che inizia subito a costruire dal basso senza essere pressata dal Milan. L’assurdità sta nel fatto che il Milan evita proprio di alzarsi, aspettando le mosse nerazzurre. E al 5′, dopo aver sprecato la sua chance, Lukaku manda in gol Lautaro Martinez, che di testa supera Donnarumma. L’Inter è disposta benissimo in campo. Esterni bassi che non soffrono gli avversari, con Perisic devastante a sinistra, dove si attacca meglio che a destra. Lo stesso non può dirsi per il Milan, sbilanciato sul lato debole. Il lavoro di Lukaku spalle alla porta è preziosissimo ma è la posizione ibrida di Lautaro Martinez, che agisce più da trequartista di raccordo anziché da punta, a mandare in tilt il 4-2-3-1 del Milan. Dopo quasi una mezz’ora di assoluto dominio nerazzurro, il Milan trova le contromisure per alzare il baricentro e manovrare meglio. Il finale di frazione è a tinte rossonere, anche a causa di un calo mentale dell’Inter. Il primo tempo termina 0-1: avvio sprint grazie al Milan, chiusura soft per colpa dell’Inter.

SECONDO TEMPO – Nessun cambio nell’intervallo e sofferenza clamorosa a inizio ripresa per merito di un Milan subito aggressivo. La prestazione rossonera riprende quella del finale di primo tempo, mentre l’Inter accusa un po’ questo atteggiamento di chi sembra non avere nulla da perdere. Ma nel momento migliore del Milan, al 57′ Lautaro Martinez fa doppietta di sinistro su assist al bacio di Perisic al termine di un’azione partita da dietro, portata in avanti da Hakimi e rifinita da Eriksen. Il doppio vantaggio ammazza psicologicamente i padroni di casa. Al 66′ Lukaku parte palla al piede da metà campo e brucia Donnarumma sul suo palo con un tiro potente e preciso, rendendo vincente il lancio di Perisic dalla difesa. Incredibile la prova di forza collettiva della squadra di Conte. Al 78′ triplo cambio per l’Inter: fuori Perisic, Eriksen e Lautaro Martinez, dentro Darmian, Gagliardini e Sanchez. Forze fresche in campo per gestire il triplo vantaggio. Al Milan viene lasciato un po’ di campo in più ma in difesa non si balla più. All’83’ quarto cambio per Conte: fuori Hakimi, dentro Young. L’inglese va a sinistra, Darmian si sposta a destra. La partita si spegne. All’86’ quinto e ultimo cambio per l’Inter: fuori Barella, dentro Vidal. Ultima staffetta per arrivare al triplice fischio finale così (come da immagine sotto allegata, ndr). Il secondo tempo termina 0-3: tre punti ancora più pesanti dei tre gol, Milano è (di nuovo) nerazzurra!

Milan-Inter formazione finale
Milan-Inter formazione finale

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – Se ti presentano la partita come una sfida Hakimi vs. Theo Hernandez, tocca alzarsi in piedi per la prestazione fatta dal migliore in campo sulla fascia opposta: Perisic. Escludendo la partita di Lautaro Martinez, l’esterno croato a sinistra gioca sopra la media. Terzino e ala, ala e terzino. Non soffre mai quando puntato e va dritto come un treno quando si sgancia. Trova addirittura l’assist in occasione dello 0-2 ma avrebbe meritato anche il gol. Conte non sta solo lavorando tatticamente per trasformare un esterno da offensivo a difensivo, sta mettendo in campo un atleta che – se a posto psicologicamente – non ha eguali in Serie A. Il numero 14 croato è un fattore sulla fascia sinistra. Sperando continui così fino a fine stagione. Devastante.

COMMENTO – La partita si sblocca dopo 15 secondi, quando Handanovic può scegliere liberamente come impostare la manovra dell’Inter senza vedersi arrivare addosso maglie rossonere. Non se ne accorgono nemmeno in cabina di commento su DAZN, ma è l’inizio della fine per il Milan. Se lasci questa libertà di pensiero a una squadra che dovrebbe essere messa sotto pressione (come avviene fuori dal campo…), allora le stai regalando un vantaggio. Ed è questo il motivo per cui lo 0-1 arriva prima di subito. Conte fa tesoro del primo errore di Pioli. La partita è già in discesa. Facile dominare tecnicamente e tatticamente così. Poi è vero, dopo due terzi di frazione arriva la reazione del Milan. Solo che la squadra rossonera non è in grado di limitare le nuove fonti di gioco nerazzurre. C’è troppa apprensione per il triangolo Hakimi-Barella-Lukaku, ma è Perisic-Eriksen-Lautaro Martinez che scombussola tutti i piani rossoneri. Ed ecco il secondo e terzo errore di Pioli: illudersi di potersi difendere anziché attaccare, quando è già troppo tardi. Se metti Rafael Leao su Hakimi (già ammonito), forse puoi costringere l’Inter a fare un’altra partita. Invece lo metti prima a destra su Perisic (indemoniato) e poi al centro togliendo Ibrahimovic (unico pericolo), consegnandoti praticamente alla squadra di Conte. E contro Conte non puoi fare tutti questi errori. Nel finale entrano tutti i “gregari”, quelli che servono ad addormentare la partita senza rischiare. Dopo aver dato una bella lezione di calcio all’ex capolista Milan. Tutti ampiamente sufficienti, a partire dal capitano Handanovic tra i pali. Il lavoro di Conte non si può quantificare. Tralasciando quanto già detto su Perisic e sugli altri, vedere Eriksen fare la mezzala di quantità in fase di non possesso e Lautaro Martinez aggredire gli avversari come se fosse un mediano… beh, impensabile non avere la meglio se i tuoi “numeri 10” giocano con la bava alla bocca ma anche con tantissima qualità. Il primo posto è meritato, il +4 oggettivamente sta addirittura stretto. L’Inter deve continuare a lavorare così, in silenzio. Contro il Genoa mancherà Hakimi, per questo Conte dovrà ragionare su un’Inter altrettanto (con)vincente senza l’esterno marocchino. Un altro Perisic a destra non dispiacerebbe, in questo periodo.

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