Mazzarri: “Frase sulla pioggia? Ecco cosa volevo dire. Inter, io apprezzato”
Mazzarri è stato intervistato da Paolo Condò di Sky Sport per la trasmissione “Mister Condò”. L’allenatore ha raccontato la sua carriera e, inevitabilmente, ha avuto anche da ripercorrere i suoi diciotto mesi all’Inter, con l’esonero (primo in carriera) avvenuto il 14 novembre 2014. Passaggio particolare quello relativo alla sua dichiarazione «E poi è cominciato anche a piovere», detta nell’ultima intervista prima di essere avvicendato da Mancini.
L’ARRIVO – Walter Mazzarri spiega come maturò la decisione di lasciare il Napoli, al termine della stagione 2012-2013: «Per uno come me, che vive di stimoli, se capisci che non puoi ambire a vincere lo scudetto devi andare da un’altra parte, a cercare nuovi stimoli e motivazioni. Ecco perché ho fatto questa scelta, a prescindere dall’Inter che è arrivata dopo che avevo già scelto che sarebbe stato l’ultimo anno a Napoli. Intanto voglio dire che per un carattere come il mio ogni esperienza è positiva, perché comunque io la reputo un’esperienza positiva. Anche il tempo ha detto la sua su alcune cose: si era verificato che, probabilmente, oltre a certi meccanismi che si sono creati a livello di campo il mio lavoro è stato apprezzato col tempo».
IL DURANTE – Mazzarri prova a dare la sua versione delle difficoltà di quell’anno e mezzo: «Sappiamo tutti come sono andate le cose, con Massimo Moratti io mi sono lasciato benissimo. È stato solo che lui mi aveva scelto perché l’Inter era in piena difficoltà, tanto è vero che è stata segnata un’epoca perché la famiglia Moratti era l’Inter in quel momento lì. Sono stato l’ultimo allenatore scelto dalla famiglia Moratti, non dimentichiamoci che l’anno prima del mio c’erano striscioni, contestazioni e il nono posto. C’era da superare un’epoca calcistica, c’erano nove giocatori del Triplete a scadenza e si sapeva che sarebbe stata un’annata particolare. L’unico equivoco che c’è stato è che io non avevo capito che il presidente di lì a poco avrebbe venduto davvero. Tante cose sono successe di quel periodo che si potrebbero dire, ma a me fa piacere parlare i numeri».
L’ADDIO – Mazzarri poi si sfoga sull’esonero: «All’undicesima giornata eravamo, in quella partita lì che pareggiammo col Verona (9 novembre 2014, ndr), in vantaggio 2-1 in dieci. Il calcio italiano è difficile, tornavamo da una trasferta euroepa ai minimi termini e ci fu quel 2-2 rocambolesco all’ultimo secondo (di Nico Lopez al 90′, ndr) che fece saltare il banco. La frase sulla pioggia? Ora vorrei fare una piccola parentesi delle considerazioni sulla nuova comunicazione. Si è presa questa frase, troncata oltretutto, e isolata perché era in un contesto da capire. Siamo tornati da una trasferta europea (col Saint-Étienne tre giorni prima, ndr), eravamo ai minimi termini come squadra, poi siamo rimasti in dieci: si è messo a piovere vuol dire che il terreno era pesante e siamo calati. Può dirlo qualsiasi allenatore al mondo, in quel momento lì si era creato un vortice alle spalle ed era convenuto mettere alla mercè un allenatore che, in tanti anni, ha sempre tenuto la chiarezza. Sembrava fossi andato a cercare delle scuse, a me fa male che sia stato strumentalizzato da tutti. Questo mi fa male, mi è sembrata una cosa ingiusta anche perché non c’è stata più la possibilità di spiegare così. Fa riflettere, poi si va avanti: ho avuto un senso di nausea di queste cose costruite, tant’è vero che sono andato in Inghilterra un anno dopo per cambiare aria, disintossicarmi da certe cose molto false e molto brutte».