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Marotta: «Inter, persa la battaglia ma non la guerra. Inzaghi? Piena fiducia»

Beppe Marotta, ai margini dell’evento targato dal ‘Foglio sportivo’, ha parlato di tanti temi. Tra cui Bologna-Inter e la fiducia incondizionata nei confronti di Inzaghi

RISCATTOMarotta non ha dubbi sulla rinascita della squadra dopo il KO a Bologna: «Abbiamo perso una battaglia, non la guerra. Siamo arrabbiati ma non depressi. Il calcio non è scontato come negli anni ’70 e ’80. Oggi anche la squadra che non ha niente da dire…abbiamo visto anche in B con il Crotone che ha battuto la Cremonese. E’ uno dei campionati più combattuti degli ultimi anni. E’ incerto e fa bene al movimento dopo il dominio della Juventus e anche la nostra vittoria con largo anticipo della scorsa stagione».

COMPETITIVITÀ − Così Marotta sulle finanze di un club: «I costi dei club sono maggiori rispetto ai ricavi. Soprattutto dopo la pandemia. In Premier League prospera tutto, nel resto d’Europa ci sono grandi difficoltà. Si cerca la competitività a discapito della sostenibilità. Per fortuna non sempre chi spende di più vince. La scorsa estate abbiamo subito una scossa forte, sono andati via l‘allenatore dello scudetto, Lukaku e Hakimi che mi avevano espresso la volontà di fare esperienze altrove. Abbiamo garantito sostenibilità al club e cercato di allestire squadra competitiva».

CILIEGINEMarotta determinato per il finale di stagione: «Abbiamo scelto un allenatore giovane come Inzaghi e siamo ancora  lottare per lo scudetto, abbiamo vinto la Supercoppa, faremo la finale di Coppa Italia. Siamo molto contenti, speriamo ci siano 2 ciliegine. Questo si deve alla solidità del club e alle competenze. Recoba al Venezia è sicuramente una delle pagine più piacevoli della mia carriera. Il Venezia era destinato alla B e Recoba ha vinto letteralmente le partite da solo».

PROCURATORIMarotta sui contatti e il lavoro con Raiola e non solo: «L’esperienza è servita tantissimo per capire dove io avevo sbagliato e per spostare l’obiettivo in modo differente. A Raiola mi lega un rapporto di amicizia anche se ho avuto diversi scontri con lui. Raiola agente furbo ma anche corretto con la caratteristica di dire in faccia ciò che pensava. Ho fatto e gestito operazione importanti come Pogba in uscita al Manchester United di 110 milioni di euro. Lui è stato bravo e abile a concretizzarla, lo reputo il migliore in circolazione. Una volta i contratti erano dei vincoli a vita e l’agente non serviva. Oggi ho delle critiche da fare perché ci sono agenti poco professionali. Chiunque può diventare agente e hai a che fare con persone incompetenti. Chiaro che ci sono altri agenti bravi e responsabili. Questo per dire che ogni trasferimento coincide con vantaggi e svantaggi. Io consiglio agli agenti di fare la fortuna dei propri assistiti tecnicamente».

MANCANZA − Un’analisi di politica sportiva targata Marotta: «Da appassionato di sport e calcio in generale è la mancanza in Italia di un Ministero dello Sport. Oggi la crisi è in tutte le discipline sportive, non ci sono più ragazzini che svolgono queste passioni. Se ci fosse un Ministero ciò sarebbe diverso perché sarebbe in grado di legare lo sport nelle scuole. Ossia l’approccio motorio a partire dalle elementari, oggi abbiamo il maestro di italiano che fa anche attività motorie non avendo le competenze. Poi manca la formazione, mancano i maestri di una volta come Favini e Vatta. Non essendoci più buoni maestri non ci sono più nemmeno buoni ragazzi. Lo sport è un patrimonio della nostra Italia».

CULTURAMarotta ritiene che ci sia un problema nelle giovanili di molti club: «Lo si percepisce a livello di prima squadra in cui i risultati portano benessere di emozione e soldi ma lo è anche vergognosamente a livello giovanile. Manca la cultura della sconfitta tra i dirigenti italiani. Bisogna lavorare sui dirigenti per capire qual è la loro missione per aiutare i giovani del domani. Oggi gli allenatori per paura di perdere il posto sono sotto pressione per arrivare subito al risultato. L’importante è come allenare i giovani».

SPETTACOLO − L’AD dell’Inter cita il Real Madrid: «In questo caso le ultime partite di Champions League hanno avuto come protagonista il Real Madrid che ha allenatore e giocatori molto forti e competenti. Non mollano mai. Nelle fasi finali, il torneo da emozioni e spettacolo che nel calcio moderno sono fatti da gol. Allenatore più divertente? Dico Fascetti che poteva fare sicuramente di più. Mi ha dato di più perché ho appreso tanto da lui».

STADIOMarotta sulla questione impianto proprio e sulla fiducia a Inzaghi: «Lo stadio fa tanto ovviamente non solo nei risultati ma anche nell’appartenenza con i tifosi. Io sono molto favorevole allo stadio di proprietà. Incide tanto, noi a Torino avevamo sempre lo stadio pieno ed era il dodicesimo uomo in campo. Inzaghi comunque vada ovviamente. Noi siamo molto contenti di lui, ha dei margini di crescita forti. Quando arriverà nell’età di Ancelotti, Conte e Allegri potrà essere tra i migliori in circolazione».

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