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Marotta: «Inter, nessuna scelta. Si lotta per tutto! Due retroscena»

Giuseppe Marotta è intervenuto durante la presentazione del libro “Inter: il nuovo secolo”, scritto da Beppe Severgnini. Oltre allo stadio di proprietà, il presidente nerazzurro si è espresso anche su altri importanti temi legati al suo club.

LO STUDIO – Giuseppe Marotta interviene sul palco di “BookCity” al Castello Sforzesco di Milano. Il Presidente dell’Inter svela dei particolari retroscena legati a un calciatore nerazzurro in particolare: «Come abbiamo lavorato sull’atteggiamento di calciatori fumantini come Nicolò Barella? Quando c’è la designazione studiamo anche l’arbitro e che tipo di rapporto tenere con lui. Barella in passato peccava sull’atteggiamento verso i direttori di gara, oggi è migliorato molto perché non si studia solo l’avversario ma anche l’arbitro».

Marotta, tra rivelazioni sull’Inter e obiettivi dichiarati

LA SCELTA– Giuseppe Marotta prosegue rivelando: «Perché ho scelto Antonio Conte? Perché in quel momento ero convinto che il club necessitasse di lui. Ma la scelta dell’allenatore è anche adeguata al momento in cui lo scegli. Ci sono momenti in cui hai bisogno di persone che hanno fermezza e autorevolezza e altri in cui magari la squadra di per se è già rodata e magari hai più bisogno di un gestore. A volte siamo stati tacciati di aver preso tanti calciatori svincolati, ma è anche difficile corteggiarli».

REALISTA – Giuseppe Marotta continua, passando agli obiettivi del suo club: «Una società come l’Inter, per storia, blasone e palmares, per tutta questa attenzione che cerchiamo, non può dire voglio vincere o il campionato o la Champions League. Ma deve cercare di vincere sempre. Ecco perché io sono sempre molto realista. Quando sento dirigenti di squadre importanti dire che l’importante è arrivare tra le prime quattro… No, l’importante è vincere, poi se non si vince, benissimo, significa che gli avversari sono stati più bravi».

LOTTARE PER TUTTO – Giuseppe Marotta conclude sullo stesso tema: «L’asticella deve essere sempre alta: se io miro a prendere calciatori importantissimi e poi non riesco, non è che sono scarso. Probabilmente non c’erano le condizioni per concludere, ma il tentativo va fatto. Oggi siamo in Champions League, e allora perché non lottare per vincerla? Perché non lottare anche in campionato? Poi dipende dagli avversari e anche da noi, ma non dobbiamo avere paura e mi sembra scontato».

Fonte: calciomercato.com

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