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Marotta: «Ho voluto Conte all’Inter nonostante Spalletti, vi spiego perché»

Marotta – intervenuto come ospite durante la diretta di “Pressing Serie A” su Italia 1 – entra nel dettaglio della scelta di Conte in panchina, spiegando i pregi dell’allenatore vincente perché ambizioso rispetto al pur ottimo Spalletti. Tanta carne al fuoco, dall’obiettivo seconda stella al mercato estivo

CICLO VINCENTE – Il tour tricolore di Beppe Marotta in TV si conclude con le dichiarazioni che arrivano oltre mezz’ora dopo la mezzanotte: «Provo un sentimento di grandissima felicità, che è immensa. Ripaga tutto quello che la società ha fatto in questi anni. Il grande artefice del successo è Antonio Conte, giusto riconoscergli i meriti. Sono molto contento di averlo proposto alla società due anni fa. Sapevo avrebbe avuto tutte le qualità per riportare l’Inter dove giustamente merita di essere. Vincere lo scudetto dopo undici anni significa che qualcosa sta cambiando. Speriamo di poter riaprire un nuovo ciclo e dare soddisfazioni a tutti, perché l’Inter merita questo. L’anno prossimo spero che si possa realizzare un altro sogno, cioè che si possa arrivare a vincere il 20° scudetto. Significherebbe mettere sulla maglia una splendida stella. Questo è bello e io, come tutti gli interisti, lo voglio. L’ipotesi Juventus? Non ho nulla a che farci, nessuno mi ha chiamato e ho solo detto la realtà dei fatti (ride, ndr). Sono venuto all’Inter creando un rapporto fiduciario con la società. Mi trovo molto bene e voglio proseguire questo percorso, che ha già dato risultati soddisfacenti. L’Inter è una grande realtà, lo dimostra il suo palmares, che è giusto arricchire ulteriormente. Tocca a noi del management, all’allenatore e alla squadra fare di più. Il percorso iniziato con Conte è stato vincente».

DA SPALLETTI A CONTE – Marotta spiega nel dettaglio gli step di crescita imposti all’Inter: «Ho avuto il piacere di conoscere Conte a Torino, dove entrambi abbiamo vinto tre scudetti. Quando si è presentata la possibilità di lavorare insieme all’Inter, l’ho proposto alla società ed è stata una scelta importante. Ancora oggi c’è un rapporto contrattuale con un allenatore molto bravo, che è Luciano Spalletti. Quindi abbiamo fatto una scelta importante. Conte ha dimostrato con i fatti di essere un allenatore vincente, che significa essere impegnativo. L’allenatore perdente è molto aziendalista, invece quello esigente, che può andare in contrasto con la società, è diverso. Conte ha detto sempre ciò che pensava per il bene di tutti, per stimolare la società ad andare alla sua velocità. Si tratta di una persona ambiziosa, quindi molto esigente. Questo è il quadro di Conte, che è un allenatore molto vincente. L’ha dimostrato non solo all’Inter, ma in Italia e all’estero. Abbiamo fatto un’opera d’arte. In undici anni, con tre cambi di proprietà e dodici-tredici allenatori cambiati, trovare continuità e stabilità attraverso la scelta di un allenatore è stato straordinario. Come manager preferisco avere a che fare con un allenatore di grande personalità anziché con poca. Gli allenatori vincenti hanno queste caratteristiche. Sono state prese delle scelte molto pesanti dalla società, anche a rischio di impopolarità, ma andavano prese per il bene dell’Inter. Una scelta sofferta, per avere gente di fiducia all’interno del progetto, è stata prendere Conte pur avendo sotto contratto un allenatore bravo come Spalletti. Queste scelte sono state importanti ma impopolari e rischiose, ma io le ritenevo necessarie. Ma l’artefice di questo successo è stato Conte con la squadra, perché è riuscito a ottenere il massimo dai giocatori».

SCUDETTO INSPERATO – Il passato bianconero di Marotta non è mai stato un reale problema per l’attuale Amministrato Delegato Sport dell’Inter: «Il tifoso ha un dogma dentro di sé, quindi male può concepire alcuni passaggi di giocatori, tecnici o dirigenti. Noi abbiamo lavorato in un clima di grande cordialità, stimolante, di tifosi che – anche se quest’anno non ci hanno accompagnato fisicamente alla stadio – ci hanno fatto sentire il loro calore da remoto. Questo sentimento e il fatto che l’Inter rappresenta una società vincente, con il suo blasone, ha fatto sì che si potesse raggiungere questa vittoria insperata. Perché io, sinceramente, non credevo si potesse arrivare alla vittoria così velocemente. La prima cosa che mi ha detto Steven Zhang dopo la vittoria è stata: “Ce l’abbiamo fatta”. Nel senso che abbiamo raggiunto un obiettivo che onestamente non era a così breve termine. Sono stato molto contento di vederlo dopo la partita dell’Atalanta che ha sancito la nostra vittoria, perché è giovane e per lui è una vittoria immensa. Non possiamo dimenticare l’investimento di circa 700 milioni di euro fatti dalla proprietà (Suning, ndr) per l’Inter in questi anni. Per la sua famiglia si tratta di una grande soddisfazione. Siamo riusciti a creare tutto questo anche grazie alla fiducia dataci in questo periodo».

RINNOVI E MERCATO – Infine, Marotta rassicura tutti sul tema calciomercato: «Avevamo congelato ogni dialogo perché volevamo che i calciatori fossero concentrati sul finale di campionato. Lautaro Martinez è un ragazzo arrivato qui in punta di piedi e piano piano ha trovato una collocazione importante, anche grazie al lavoro fatto con Conte, che l’ha fatto crescere e migliorare. Lautaro Martinez è assolutamente un giovane interessante su cui poter puntare per il futuro, ma di questi discorsi oggi non vogliamo parlarne perché vogliamo goderci questa festa importante. A breve ci siederemo per discutere il futuro, ma possiamo dire che non ci sono assolutamente problemi di rinnovo né con Lautaro Martinez né con Alessandro Bastoni. Obiettivi a parametro zero? L’attività di monitoraggio della società va avanti, Piero Ausilio sta facendo il suo ottimo lavoro. Ma questi discorsi li faremo più avanti quando la proprietà ci indicherà le sue linee guida e prenderemo delle decisioni in sede di mercato. Oggi è prematuro parlarne, dobbiamo iniziare a goderci questo 19° scudetto».

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