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Marotta: «Conte, problema risolto! Ora bellissimo vincere seconda stella»

Marotta segue Conte, in quanto alle interviste. Anche l’Amministratore Delegato dell’area sportiva è intervenuto in collegamento con “Sky Calcio Club”, dopo lo scudetto dell’Inter.

RINCORSAGiuseppe Marotta parla di come l’Inter ha distanziato la Juventus: «È partito dalla stagione precedente. Il gap che c’era era notevole, tant’è vero che loro hanno vinto il titolo qualche domenica dalla fine e noi siamo arrivati a un punto solo. Ma, come detto da Antonio Conte, abbiamo fatto la finale di Europa League. Aver vinto lo scudetto a quattro giornate dalla fine non è demerito degli avversari, ma merito nostro. Siamo a ottantadue punti, possiamo arrivare a novantaquattro: depone che questa squadra ha marciato in maniera notevole, non è demerito di chi ha inseguito. Anche le altre concorrenti, oltre alla Juventus, sono rimaste distanziate».

DECISIVO – Marotta trova un protagonista principale nello scudetto: «È un grandissimo merito di Conte, lui stesso l’ha definito un’opera d’arte. È stato un vincente da giocatore, lo è da allenatore. Ha portato i valori vincenti a questi ragazzi, e nessuno aveva vinto il titolo tranne Arturo Vidal. Anche Romelu Lukaku ieri in aereo era molto emozionato, perché per lui è un traguardo straordinario. Conte è il leader di questo gruppo, è riuscito a portare la sua esperienza e tutto un insieme di valori che sono stati assimilati dai ragazzi, facendo sì che in campo hanno potuto dimostrare di essere migliorati rispetto al passato recente».

SCELTA PRECISA – Marotta parla dello stipendio di Conte: «Ho una filosofia tutta mia, credo che un allenatore vincente possa valere anche uno stipendio straordinario. Meglio un giocatore in meno e un allenatore vincente che un giocatore in più e un allenatore meno bravo. Giustamente la retribuzione che lui ha ottenuto è in sintonia con il suo palmarès, la sua carriera. Non dimentichiamoci che abbiamo preso una decisione impegnativa: avevamo un allenatore ancora tesserato con noi, Luciano Spalletti, che è ottimo. Però ho proposto la società Conte perché ritenevo che, come si dice sempre, fosse l’allenatore giusto al momento giusto nel posto giusto. C’era questo insieme di situazioni che potesse assumere il ruolo di leader e trasmettere quelle capacità che avevo avuto modo di conoscere a Torino, dove abbiamo condiviso tre scudetti».

UN CICLO – Marotta parla del futuro: «Abbiamo già, dall’avvento di Conte, risolto il problema allenatore. Lui, assolutamente, dà grandi garanzie. Poi ci troviamo davanti a una situazione post-pandemia che ha dei problemi gravissimi, dal punto di vista economico e finanziario. C’è stata una contrazione dei ricavi, che nei grandi club si sente di più. Dobbiamo fare degli aggiustamenti nel costo del lavoro, ma ne parleremo più avanti. Non è il momento di parlare del futuro, ma di un momento straordinario che ci vogliamo godere. C’è il sogno che l’anno prossimo possa coincidere con qualcosa di bellissimo. Sarebbe bello poter vincere anche l’anno prossimo lo scudetto: coincide con la seconda stella, sarebbe bellissimo per tutti».

REAZIONI CHIARE – Marotta torna su certe uscite di Conte e le spiega: «Il mondo del calcio di oggi porta a problemi quotidiani. Quando le cose vanno bene il grande problema diventa piccolo, quando vanno male il problema piccolo diventa grande. Conosco benissimo Conte: quando ha fatto certe esternazioni voleva stimolare ancora di più la società. Ha una velocità nel fare le cose forte, molto spesso noi andavamo a rilento. Questo conflitto che si è verificato era proprio di stimolo: tutti, sia la società sia noi, avevamo l’obiettivo di essere felici raggiungendo qualcosa di importante. Ha detto le cose in faccia e in pubblico, ma io che lo conosco preferisco uno che è sincero e trasparente».

CAMBIO DI LEADERSHIP – Marotta parla del passaggio di consegne tra Inter e Juventus: «Noi facciamo il nostro percorso. Abbiamo visto che questo gap con la Juventus è stato colmato, in questo momento, ma le difficoltà riinizieranno da luglio con la nuova stagione. Non so cosa succederà con la Juventus, ma ci sono altre squadre che fanno bene come Milan, Lazio e Atalanta, che sta facendo un lavoro straordinario. Gian Piero Gasperini ha lavorato benissimo, può consolidare il suo tipo di calcio e ritengo che l’Atalanta sarà una delle candidate alla vittoria del prossimo scudetto».

L’ADDIO – Marotta spiega perché ha lasciato la Juventus: «Non sono andato via. C’è stata una risoluzione consensuale: quando la proprietà presenta un’esigenza, e c’è un confronto in cui emergono delle situazioni, è giusto che un manager faccia un passo indietro. Credo sia anche un fatto fisiologico: è giusto così, la proprietà deve tracciare la sua strada. Quando non c’è spazio bisogna avere la forza di fare un passo indietro. Però, siccome sono una persona che accetto le sfide, quando c’è stata la dichiarazione ufficiale al sabato la domenica mattina ho ricevuto il messaggio da Steven Zhang. Per me era una sfida sportiva».

ACQUISTO AZZECCATO – Marotta chiude parlando del colpo principale: «Il ruolo di direttore sportivo è coperto da Piero Ausilio. Poi Alessandro Antonello, che soprattutto in questo periodo si è dedicato alla gestione quotidiana delle problematiche, e sono state tante. L’acquisto più difficile è stato quello di Lukaku, anche per il costo. Lì Conte ha dato ampie garanzie sulle prestazioni che Lukaku poteva dare alla squadra. Anche lì è stato un vincente».

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