Lukaku: “Inter, ti ripagherò coi miei gol. In Inghilterra giocavo d’istinto”
Il “Corriere dello Sport” ha intervistato per la prima volta, in esclusiva, il centravanti dell’Inter Romelu Lukaku. A poche ore dalla sfida contro il Torino, il belga ha toccato tematiche differenti, raccontandosi a trecentosessanta gradi. Dal rapporto coi compagni d’attacco, come Lautaro Martinez e Sebastiano Esposito, a quello con Antonio Conte. Ecco le sue parole.
GOLEADOR CORTESE – La prima intervista italiana di Romelu Lukaku, concessa al “Corriere dello Sport”, è in inglese. Il belga non si sente ancora sicuro con la lingua e preferisce scegliere il suo secondo idioma. Già, perché il primo è universale: quello dei gol: “La mia più grande motivazione è aiutare la squadra e i compagni a vincere le partite segnando. Come ho fatto in questi primi tre mesi. Punto in alto, ma non mi dimentico di lavorare, di spingere al massimo ogni giorno in allenamento. Il gol più bello in Italia? Quello al Brescia sicuramente. Mi è piaciuto anche il 2-0 di testa contro il Milan, ma quello al Brescia mi ha ricordato altre reti simili che ho realizzato in Inghilterra e l’ultima col Belgio nel match contro la Russia”.
ALIENO – Il suo impatto con la Serie A è stato a dir poco meteoritico: “Più frequento questo campionato e più trovo zone del campo dove posso essere efficace. Mio fratello Jordan (Lukaku, ndr) mi aveva parlato di un grande campionato dove gli attaccanti vengono messi alla prova. Qui ci sono i migliori difensori e da voi i difensori sono preparati per qualsiasi situazione di gioco. Per questo il calcio italiano mi piace così tanto e in tv ne guardo tantissimo e in ogni partita imparo qualcosa di nuovo a livello tattico. Idem per il lavoro di Antonio Conte. Se un attaccante segna tanti gol in Italia può farlo ovunque. Da quando sono arrivato, tatticamente sono cresciuto tantissimo, perché in carriera ho quasi sempre giocato come unica punta. Qui ho accanto grandi compagni come Lautaro Martinez, Alexis Sanchez, Sebastiano Esposito e Matteo Politano. Con loro l’intesa migliora continuamente, devo solo memorizzare i movimenti giusti. Non posso muovermi solo d’istinto come facevo in Inghilterra: devo essere sincronizzato con il resto della squadra per ricevere palla nella posizione giusta e mettere in difficoltà gli avversari“.
PRIMA IL GRUPPO – Sulle ambizioni personali Lukaku è categorico, nonostante la sfida a Immobile sia già lanciata: “Ciro Immobile sta facendo molto bene, è un grande attaccante e sta dando molto alla Lazio. Per me le cose stanno andando, ma le ambizioni personali devono rimanere… personali. Non sono il tipo di giocatore che dice voglio questo o quel premio individuale. Io penso prima alla squadra. Io il calciatore più pagato della storia dell’Inter? Se mi creasse dei problemi lo vedreste dalle prestazioni. Ho giocato per diversi anni in Inghilterra dove ho segnato tanti gol, il Manchester United mi ha pagato parecchio e lì ho realizzato 42 reti dopo le 86 all’Everton, ma ho numeri importanti anche con la mia Nazionale e al Mondiale. Il mio lavoro è questo: far bene in campo. Appesa sono arrivato ho parlato con il tecnico e ho osservato i miei compagni, oltre a lavorare molto con il preparato atletico“.
Fonte: Il Corriere dello Sport – Pietro Guadagno – Andrea Ramazzotti
