Prepartita

CONFERENZA – Le parole di Spalletti alla vigilia di Inter-Juventus

Luciano Spalletti ha appena terminato la conferenza stampa alla vigilia di Inter-Juventus, partita valida per la 34ª giornata di Serie A. Ecco il contenuto della sua conferenza ripreso in diretta (e aggiornato dal basso verso l’alto) da Inter-News.it

Si può parlare di una distanza non troppo netta tra Inter e Juventus?
Sì, se si vedono le prestazioni fatte. Per questo andiamo fiduciosi a giocare la partita di domani sera.

Moratti si augura di vedere l’Inter lottare per lo scudetto tra un anno e ha parlato del talento di Spalletti, che ne pensi?
Leggo sempre quello che dice Moratti, che lo reputa possibile, non solo un sogno. Mi fanno sempre piacere le sue parole perché è attaccato all’Inter e vuole bene all’Inter, l’ha dimostrato nella sua vita. Che dica qualcosa a favore o contro, non si commenta: Moratti dice sempre cose interessanti, non serve il mio commento alle sue parole. Ribadisco la stessa cosa: noi dobbiamo essere uniti, difendere l’Inter, comportarsi bene e cercare il meglio per il futuro della società e della squadra, a prescindere se dentro ci sono io.

Ti sorprende più la distanza tra Juventus e il Napoli o tra Napoli e Inter?
Danno possibilità di prendere notizie entrambi nell’analisi perché quello che è successo l’anno scorso, cioè dare seguito al lavoro e mantenere intatto il ragionamento sul calcio che vogliamo fare, può dare un aiuto al completamento del modo di stare in campo per avvicinarsi alla squadra avversaria che sta avanti da anni, quindi il Napoli, che giocava molto bene con Sarri e lo fa con Ancelotti, di cui siamo contenti di averlo ritrovato in Italia. Essersi avvicinati al Napoli è qualcosa di qualitativo che si è fatto, poi la distanza dalla Juventus chiaramente crea un ragionamento differente, però per quanto si vuole spezzettare questo discorso, bisogna considerare il complessivo: noi non abbiamo subito molti gol in due anni, abbiamo vinto in trasferta facendo possesso palla, abbiamo un solo espulso per quanto riguarda il comportamento, perché ci comportiamo meglio di tutti e non abbiamo comportamenti che possono creare problemi a questo gioco, che è ugualmente importanti per lo spettacolo. Il calcio va amato per la sua bellezza, lo spettacolo che offre, a prescindere dai colori delle maglie: se si fa questo in maniera corretta, il calcio diventa un luna park ed è bello portarci i bambini.

Quant’è importante avere recuperato Brozovic?
Brozovic è uno di quelli che fa molta strada in maniera corretta, ma soprattutto la fa fare al pallone. Se mettono il chip nel pallone per avere certi dati, mi incuriosisce molto per vedere come circola la palla: è importante vedere come gira il pallone in una squadra. Brozovic è sempre connesso, prende informazioni continue dal pallone e le dà continuamente ai suoi compagni di squadra. Mi aspetto che faccia come le ultime partite perché l’Inter ha giocato buonissime partite, facendo il 70% del gioco in trasferta: un dato difficilmente da trovare in Italia, quello diventa importante nella crescita per andare a fare più risultati. Si può perdere una partita, ma la padronanza territoriale e il pressare di continuo alla fine dà risultati.

Come giudichi i risultati ottenuti all’Inter finora?
Per quanto mi riguarda, io devo dare il meglio di me stesso, poi c’è sempre chi deve giudicare: giusto che la società vada a cercare il meglio per l’Inter. Se ci sono io dentro questo miglioramento da fare, va accettato perché l’Inter deve migliorare per andare avanti. I mulini al vento girano per portare i discorsi dove vogliono le amicizie, le telefonate che arrivano e le scelte dei direttori: nei giornali funziona così, ma la gente ormai lo sa. Prendono sui social solo quello che vogliono loro, poi gli addetti ai lavori parlano… L’Inter poteva passare un turno di più anche qui, ma poi va visto a fine campionato, quando diremo cose più vere facendo anche nomi e cognomi così diciamo chi fa il lavoro in maniera corretta o scorretta.

Ti darebbe fastidio Icardi alla Juventus?
Non so quello che succederà a fine campionato, ma mi danno fastidio poche cose: quelle che danno fastidio a me, danno più fastidio a chi le fa… Sono abbastanza tranquillo, ecco (sorride, ndr).

Com’è possibile ridurre il gap con la Juventus?
Come punto di riferimento, da osservatore di calcio generale, la differenza la può fare solo il modo di stare in campo, il gioco, oltre che andare a prendere dei grandi calciatori e dei campioni: quello ormai lo sanno tutti, probabilmente diventa più facile fare l’allenatore così. Però poi c’è una struttura da creare sul campo, un modo di stare, mentalità e carattere: un po’ lo fanno i singoli calciatori e un po’ le squadre. Adesso c’è più equilibrio con squadre come Atalanta, Torino e Sampdoria, perché Lazio, Roma, noi e il Milan ci siamo sempre stati, questo porta più implicazioni alla Juventus stessa: una sola squadra non può diminuire le distanze, ma tutto l’equilibrio del campionato in generale può determinare qualcosa di diverso. Per quello che si sta vedendo, anche se i risultati non dicono questo quest’anno, in funzione del calcio giocato io vedo un miglioramento della Serie A. Siamo fuori dall’Europa, ma ci sono molti allenatori giovani che lavorano e credono dando importanza al modo di stare in campo della squadra: questa può dare molto. Anche i bambini crescono meglio.

Volete dimostrare che le distanze con la Juventus si possono colmare?
Si tratta di una partita importante, da sempre: si gioca tutto l’anno nei bar, nei negozi, in ufficio e in vacanza, queste due squadre rappresentano i poli opposti della passione calcistica, è uno dei manifesti più importanti della Serie A. Far bene, visto che la Juventus negli ultimi anni è sempre stata davanti, diventa fondamentale per credere nel lavoro che facciamo, per andare a diminuire sempre qualcosa affinché si possa andare a vincere qualche volta in un tempo limitato.

Quanto siete vicini alla qualificazione in Champions?
Bisogna fare punti e risultati fondamentali. Nell’ultimo periodo abbiamo visto che c’è molto equilibrio in campionato, sono cresciute molte squadre che danno indicazioni sul comportamento di dare sempre il massimo, questa è la cosa che può fare la differenza: appena ti ammorbidisci e pensi di essere al sicuro, poi ci rimani male. Abbiamo partite toste da giocare e dobbiamo fare risultati, non sappiamo se quelle dietro di cinque punti possono vincerle tutte. Bisogna lavorare ancora molto.

Gioca Lautaro Martinez?
Non si dice, sono tutti a disposizione: si sono allenati tutti molto bene. Hanno passato una settimana connessa. Più si possono prendere delle notizie, più si possono andare a occupare delle posizioni giuste, di conseguenza è un vantaggio per sviluppare la qualità del gioco.

Come valuti la crescita di Lautaro Martinez ed è pronto per essere un punto di riferimento per la prossima stagione anche in Champions League?
Lautaro Martinez ha messo in pratica la sua crescita naturale in base alle tante qualità che ha, di conseguenza è stato fatto giocare di più. Sicuramente è pronto, soprattutto in base a quello che si è visto durante questo percorso che ha fatto insieme a noi, si sa prendere le responsabilità perché in una squadra come l’Inter servono calciatori di personalità e livello.

L’Inter ultimamente ha fatto meglio in trasferta e in casa solo un gol, coincidenza?
Sì, perché l’atteggiamento è sempre lo stesso: in casa si attacca di più probabilmente, anche se la nostra ricerca è mettere in pratica la nostra idea di calcio in qualsiasi situazione. Se c’è la partecipazione dei calciatori, si ottiene qualcosa di più. Si tenda di fare calcio in cui si tiene la palla, possibilmente ci si posiziona nella metà campo avversaria, stando in equilibrio per non dare spazio nella ripartenze: quello diventa più difficile se non c’è equilibrio nel ricomporre la linea difensiva andando indietro, è un calcio più difficile, in cui ci vuole più attenzione nella valutazione della presa di posizione preventiva nel fare possesso palla. Se lo faccio a cinquanta metri dagli avversari, poi non ce la faccio a rimontare addosso agli avversari, devo farlo a cinque metri, così se la perdo ci metto un secondo per prendere un posizionamento in fase difensiva: vogliamo far questo, sempre, di conseguenza è una cosa casuale che sia successo. Nelle ultime partite, tra casa e fuori, la squadra ha fatto buone prestazioni: siamo forti di questa convinzioni, proveremo a metterla in pratica contro un colosso come la Juventus.

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