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Spalletti: “Atalanta squadra fisica. Icardi? Tifosi sanno come comportarsi”

È terminata la conferenza stampa di Luciano Spalletti in vista di Inter-Atalanta, sfida in programma domani alle 18.00 a San Siro. Ecco il contenuto ripreso da Inter-news.it

ORE 15.25 – La conferenza stampa di Luciano Spalletti alla vigilia di Inter-Atalanta è appena terminata. Di seguito le sue dichiarazioni (i contenuti sono aggiornati dal basso verso l’alto)

Quali sono le condizioni di Lautaro e de Vrij? C’è la possibilità di vederli nella prossima partita?
Vediamo un po’ che succede in allenamento, perché ci sono dei momenti in cui vanno valutati determinati equilibri. In questo caso è una situazione in cui siamo sulla via di mezzo, dove bisogna andare a valutare un altro allenamento. Non per potrarli o non portarli, è un discorso più in generale. Per domani è difficile vederli tutti e due.

Rispetto alla partita dell’andata, in cosa secondo lei è cresciuta la squadra a livello fisico e mentale in questi mesi?
All’andata siamo stati colti di sorpresa per la bravura degli avversari, l’Atalanta ha fatto vedere che quando entra con questa ferocità può mettere in difficoltà chiunque. Quello che è successo ce lo portiamo dietro perché deve servire da insegnamento, in modo che certi comportamenti siano successi sempre di meno. Questo è un modo di lavorare corretto, si viene a tentare di essere disposti a fare tutto per vincere, perché poi tutti vogliono vincere ma non tutti sono disposti a far tutto per vincere. In questo caso invece c’è un miglioramento da mettere in evidenza.

Prima parlava di gara massiccia, la domanda è: l’ambiente di San Siro dove Icardi deve tornare, è un po’ diviso. Pensa che potrà dar fastidio? Chiede qualcosa in particolare al pubblico?
Poi l’Inter è di tutti quelli che amano l’Inter l’hanno a cuore, in particolare di chi partecipa attivamente per sostenerla e io sono convinto che poi, proprio perché l’hanno a cuore, sanno come comportarsi e noi dobbiamo andare a riflettere per come sono le cose che ci riguardano e trovare spunti su queste riflessioni. Ci deve essere una volontà di andare ad aiutare la squadra, il gruppo e i colori per fare risultato. L’avversario che abbiamo davanti necessita di tutta la forza in generale che possediamo per andarci a lottare contro.

Ci si è molto divisi in questi giorni sulla ristrutturazione o meno di San Siro, qual è il suo pensiero?
Io non ho mezzi per giudicare cosa sia più giusto e meglio fare, per cui se una cosa non la conosco non è mia e non vado a metterci il dito. La soluzione però è chiara: un pubblico importante come quello dell’Inter, merita uno stadio importante. Lo stadio deve essere all’altezza della partecipazione delle persone che vengono a vedere le partite direttamente, che sono tantissime.

Guardando questi due mesi, dal 13 febbraio alla partita con il Genoa, puoi dire che la squadra ha fatto un passo avanti nella sua crescita visto anche come è stata gestita la situazione? C’è margine che qualcosa possa non funzionare come mercoledì?
Dalle mie parti dicono ‘risiamo lì un’altra volta’? Abbiamo avuto l’opportunità di valutare che l’Inter è una squadra, non un singolo calciatore. Poi l’ho già detto più volte, nel tragitto di una stagione ci sono momenti dove vanno fatte delle riflessioni, delle analisi un po’ più approfondite, dobbiamo anche andare a fare delle scelte non ritardate perché qualsiasi cosa tu fai ritardata vedi che c’è qualcun altro che la fa in maniera puntuale. Bisogna essere autentici, chiari, essere se stessi e andare poi a mettere mano, nel momento che le cose succedono, per cercare di fare sempre il meglio per quel momento lì per quanto riguarda questi colori e questa maglia. La squadra mi sembra che abbia reagito nella maniera giusta, che abbia fatto vedere che ha delle potenzialità e che ha fatto dei risultati con chiunque abbia giocato durante la stagione perché ci sono stati infortuni e altre situazioni come queste qui. Il gruppo è sicuramente qualitativo, che ha anche un buon livello di personalità e conoscenza di calcio e che può andare a lottare per questa quarta posizione. I giocatori poi hanno bisogno di essere se stessi, perché si son dette tante cose, ma tutti quelli che sono professionisti devono farlo in maniera chiara e vera, perché poi diventa più facile collocare certe scelte nel tuo modo di lavorare e di ragionare. Non puoi prendere una decisione differente da quello che sei, perché funziona in questo modo. Che ci sia stata reazione io lo vedo un modo coerente di essere un calciatore forte nella testa con una caratteristica che alla lunga paga.

A proposito di fisicità e palle inattive, ha studiato qualcosa sul particolare? L’assenza di Zapata può essere uno svantaggio, perché si aspetta una sorpresa da Gasperini?
Sulle palle inattive si va a lavorare su dei modi di impostazione che si crede siano giusti, si fanno partecipare anche gli atleti stessi. C’è quello più bravo a marcare, quello più bravo a cercare il pallone, si ottimizza la cosa e si va per quella strada lì. Noi facciamo una cosa mista e la strada rimane quella. Penso che, come successo anche in precedenza, noi si ha le carte in regola per andarsi a difendere da quello che proporranno e da fare gol su quella che sarà la nostra possibilità offensiva. Zapata squalificato? Giusto così, noi abbiamo fuori Lautaro, giusto che ne abbiano fuori uno anche loro. Le sorprese non so, hanno Barrow, giocatori che possono sostituirlo. Barrow era diventato obiettivo di mercato di tanti, ma secondo me lì davanti gioca Gomez. Io non ho preparato la contromossa perché lui non ha raccontato chi gioca. Gomez però ha veramente la qualità di poter giocare spalle girate nello stretto, è fortissimo ed esperto nel trovare la posizione giusta in qualsiasi parte di campo si vada a mettere.

Ci spiega dal suo punto di vista la grande difficoltà di affrontare l’Atalanta?
E’ un po’ tutto quello che hanno le squadre forti. Si vuole accostarli a una squadra giovane, ma hanno tanta personalità, sono disponibili ad accettare il confronto a tutto campo, son tutti da un punto di vista della forza e della fisicità belli tosti, belli grossi. Lì dentro sembrano grossi anche Gasperini e Gomez perché riescono poi a metterla su questo piano del duello individuale, sono in grado di fare uomo contro uomo a tutto campo. C’è un aspetto sicuramente importante: quello della convizione di vincere il duello personale e sanno cosa fare in campo. Partono dal basso, vanno da un lato a un altro con facilità con questi ‘quinti’ molto offensivi sulle fasce con uno che va a fare cross e l’altro in chiusura sul secondo palo nell’area di rigore. Sulle palle inattive sono una delle squadre più pericolose, per cui ci sarà da stare svegli in quelle due orette domani sera.

Si dice che Gasperini non sia in grado di gestire i grandi nomi e per questo lavora con tanti giovani. Cosa ne pensa? E lei in qualche modo si è mai dovuto adattare alle caratteristiche e al curriculum dei suoi giocatori?
Questo è un modo di dire che non assomiglia alla realtà. Mi sento in grado di poter dire che Gasperini non ha giocatori giovani perché non in grado di gestire i grandi nomi. Gasperini è un allenatore che la sa lunga e l’ha fatto vedere, anche a noi. Il suo curriculum e i suoi risultati dicono che sa stare in quella posizione lì e sa sviluppare il meglio sotto l’aspetto professionale. Lui è uno bravo.

Titolari sia Nainggolan che Icardi?
Noi dobbiamo fare le cose per il bene dell’Inter. A volte le risposte che si danno sembrano l’opposto, ma tutte hanno la stessa matrice, ovvero che in base al momento bisogna acchiappare quel che è meglio per questi colori

Questa con l’Atalanta la consideri un set point per la Champions, può essere un passo verso la qualificazione?
Sì probabilmente è una gara massiccia per l’importanza che ha di classifica, per quanto riguarda il fatto che giochiamo contro una concorrente diretta. L’Atalanta è stabilmente nell’alta classifica. Loro sono belli non per caso, sono una squadra che in questi ultimi anni ha mantenuto un’identità da quando è arrivato Gasperini, hanno fatto grandi partite ed è anche per loro giunto il momento delle aspettative importanti, perché non sono più una rivelazione. Su di loro si sono posati anche gli occhi del calcio europeo, quindi loro aspirano, ed è giusto così, a entrare in questa competizione. Hanno tutte le carte in regola per poterlo fare.

 

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