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CONFERENZA – Le dichiarazioni di Conte alla vigilia di Inter-Hellas Verona

Antonio Conte ha appena terminato la conferenza stampa alla vigilia di Inter-Hellas Verona, dodicesima giornata del Campionato Italiano di Serie A 2019/20. Ecco il contenuto della sua conferenza ripreso in diretta da Inter-News.it (aggiornato dal basso verso l’alto)

Sei ancora fiducioso nel passaggio del turno in Champions e senti totalmente questa tua squadra dopo il mercato?
Sulla seconda assolutamente sì, penso che le scelte di mercato si facciano sempre in collaborazione con il club, sapendo quello che si può fare e quello che non si può fare. Ripeto, la mia unica recriminazione è che nel momento in cui abbiamo programmato la rosa, non abbiamo messo in preventivo alcune situazioni che potevano accadere perché già accadute in passato. Questo è l’unico rammarico. Sono contento di avere questa rosa, ancora di più oggi dopo aver conosciuto i giocatori uno a uno. Sono affidabilissimi al 101%. A livello umano e a livello calcistico si può lavorare, c’è voglia di farlo. Ma a livello numerico siamo stati superficiali e oggi, purtroppo, in maniera serena, qualcosina la stiamo pagando. Se a Dortmund fossimo arrivati con qualche rotazione in più, magari qualche chance in più l’avremmo avuta. O magari avremmo perso 5-2! Fa parte di un percorso, bisogna accelerare, ma non penso che si possono by-passare alcune cose. Però accelerarle sì, se siamo tutti uniti verso lo stesso obiettivo. Questo lo dobbiamo sapere. Tutto viene sempre fatto per il bene dell’Inter. La qualificazione in Champions? L’ho detto ai ragazzi, nel calcio come nella vita ci sono delle occasioni in cui bisogna capire che alcuni momenti cambiano la vita. Vincere a Dortmund ci avrebbe cambiato la vita, saremmo stati con un piede e tre quarti agli ottavi. C’è rimpianto dopo quello che abbiamo fatto anche a Barcellona. La sconfitta di Dortmund ha cambiato le percentuali di passare il turno, oggi le nostre possibilità sono molto esigue. Quello che possiamo fare è vincere e sperare in altri risultati, poi vedremo.

Hai capito cos’è successo tra primo e secondo tempo a Dortmund?
La differenza non è che non sapessi cosa è successo nel secondo tempo subito dopo la conferenza stampa. In quel momento era più importante parlare di altre cose piuttosto che di cosa non è andato nel secondo tempo contro il Borussia Dortmund. Sicuramente quello che sappiamo tutti quanti, non lo so se per mancanza di forze nostre o per forze dell’avversario, ma ci hanno costretto a difendere nella nostra metà campo. In quel momento è stato molto molto difficile. Però l’input era quello di andare a continuare a fare quello che stavamo facendo nel primo tempo, aggredirli alti prendendoci anche dei rischi. Bisogna capire questo. Io penso che la situazione sia una via di mezzo. Arrivando nel secondo tempo, non so se avevamo tutta questa forza per pressare alti difendendoci anche alti, e la bravura dell’avversario ci ha costretto a fare l’opposto. Dobbiamo cercare di condurre la partita nella metà campo avversaria, perché ci siamo accorti che nella nostra metà campo ultimamente stiamo facendo fatica e in questo dobbiamo migliorare. Magari noi possiamo ancora fare uno step in più a livello mentale per diventare ancora più forti per affrontare le tempeste quando iniziano, così manteniamo la barca a galla.

Arrivare solo in Champions League per te non basta?
Quando parlo di strategia parlo anche di questo. Non penso di essere stato chiamato all’Inter… cioè io sono stato chiamato all’Inter per cambiare qualcosa, giri e motore. Per cambiare un tipo di situazione che ha visto l’Inter al di fuori di qualsiasi situazione, tranne negli ultimi due anni di Spalletti che ha fatto un grandissimo lavoro vedendo le difficoltà che sto incontrando anche io all’Inter. Sono stato chiamato e ho accettato l’Inter sapendo di accettare un periodo storico difficile. Chi è davanti lo è da tanto tempo e sono molto strutturati. Non mi riferisco solo alla Juventus, ma anche ad altre squadre che negli anni si sono strutturate (si riferisce al Napoli, ndr). Io porto aspettative, le metto su me stesso, ma non posso mantenerle solo su me stesso. Tutti quanti dobbiamo cambiare i giri del motore se vogliamo portare l’Inter a competere per essere protagonista, come vuole il presidente. Tutto ciò che viene fatto è per aiutare l’Inter. Se poi creo difficoltà a qualcuno, che non è abituato a lavorare a questi livelli, mi dispiace, ma io sono stato chiamato per questo. Se mi accorgo che questo non può essere fatto, diventa difficile. Però io non posso snaturarmi. Chiedo sempre tantissimo a me stesso, al mio staff e a chi lavora con me, perché dobbiamo andare alla ricerca dell’eccellenza. Per lavorare così non ci possiamo accontentare. Quando qualcuno gioca su “Conte accontentato”, io non posso accontentarmi. In questo momento noi dobbiamo spingere per alzare l’asticella su tutti i punti di vista. Io, lo staff, i calciatori, la dirigenza e la società. Tutti uniti e compatti. Solo così significa voler bene all’Inter e cerca di cambiare la storia, altrimenti sarà sempre uguale negli anni e sarà un peccato perché significa che avremmo vivacchiato. Ma a me non piace vivacchiare, per questo voglio trasferire il meglio alla squadra. Se lo faccio in maniera sbagliata per qualcuno, pazienza.

L’Inter ha problemi con la difesa quando si abbassa?
Non posso dare torto a situazioni che si sono verificate. Per noi sicuramente è molto meglio quando riusciamo a stare alti, facendo pressione alta in costruzione. Non dimentichiamo che questa squadra ha fatto più di trenta gol. Ne abbiamo incassati in più rispetto alla media, c’è da lavorare e cercare di tornare a gioire anche per una “clean sheet” (porta imbattuta, ndr), per uno zero in fatto di reti subite. In questo attacchiamo in undici, perché il portiere è fondamentale nella nostra fase offensiva, e anche nella fase difensiva è una cosa che riguarda tutta la squadra. Non si possono addossare specifiche colpe a un settore, tutta la squadra può e deve migliorare.

Cosa farai in attacco ora che la coperta è cortissima e come stanno gli infortunati?
L’idea alternativa, ora, è portare un ragazzo della Primavera in rosa, quindi alternare Fonseca e Vergani con noi. Non vedo sinceramente altre alternative, però ho grande fiducia in Lukaku e Lautaro Martinez, e grandissima fiducia in Esposito. Non avrei timore a farlo partire dal primo minuto. Faremo crescere con noi anche Fonseca e Vergani per sopperire a questo periodo che ci sta privando di alternative. D’Ambrosio si sta allenando da una settimana con noi, avverte ancora un po’ di fastidio. Si è fratturato un dito, la calcificazione non arriva dall’oggi al domani, bisogna capire il dolore che sente nel colpire la palla, anche se ha una grande sopportazione del dolore ed è un ragazzo che si sacrifica moltissimo. Vedremo che risposte darà, ma sappiamo che dopo la sosta sarà totalmente disponibile. Sensi viene da un problema all’adduttore, sta faticando un pochettino a recuperare da questo problema. Ho cercato di gestirlo nel migliore dei modi non facendolo giocare a Bologna e facendogli fare solo venti minuti a Dortmund. Vediamo che tipo di situazione ci sarà per domani, faremo delle valutazioni sapendo che dopo questa partita ci sono quindici giorni di sosta, quindi dovremo fare valutazioni anche mordendoci la lingua e il labbro. Dovremo essere intelligenti e freddi, senza pagare conseguenze future.

Sei preoccupato per la situazione infortuni?
Queste sono tutte situazioni che ci devono far fare delle riflessioni in maniera sempre costruttiva. Quando affronti due competizioni così importanti è inevitabile metterlo in preventivo. L’infortunio grave c’è stato per Sanchez, Politano e D’Ambrosio. Per questo motivo dovremo essere bravi in futuro per ovviare questa situazione. Preoccupato? Mi fido molto di questo gruppo di calciatori che sta facendo cose incredibili e straordinarie. In grande difficoltà, perché è oggettivo per quello che c’è stato in questo periodo di sette partite in venti giorni. Da una parte è vero che il gruppo si sta riducendo ai minimi termini, ma io ho fiducia in questi ragazzi che mi stanno dando l’anima e stanno facendo il massimo. Vedo grandissimi margini di miglioramento in questo gruppo giovane. Ricordiamo che Lautaro Martinez, Barella, Sensi, Bastoni e Skriniar hanno poco più di vent’anni. Lo stesso Lukaku ha ventisei anni. Si parla di un gruppo giovane con cui costruire qualcosa di importante. C’è da parte mia la volontà di alzare l’asticella e non dare “alibi”, perché siamo l’Inter, una grande squadra che deve competere e tornare a competere per obiettivi importanti, quindi è giusto che io alzi l’asticella a tutti quanti, per primo a me stesso. Ma sempre in maniera costruttiva. Se sbaglio mi dispiace per qualcuno, ma in tutto c’è sempre una strategia.

Si è parlato più del tuo sfogo che della partita, è giusto?
Voi lo vedete come sfogo, io sinceramente no, ma una maniera con un fondo sicuramente costruttivo. Assolutamente. Per cercare di capire dove comunque si è commesso qualche errore, ma senza additare nessuno, mettendomi per primo dentro la situazione. Ripeto, voi l’avete visto come sfogo, non so se alcuni dirigenti l’abbiano visto così. Io sono stato chiamato per cambiare i giri del motore dell’Inter degli ultimi nove anni, cerco di fare ogni cosa in modo costruttivo per migliorare le situazioni, cercando di capire che si può e deve fare meglio perché siamo l’Inter. Ripeto, se per voi è stato uno sfogo, per me no, ma solo un qualcosa di costruttivo. Quando siamo nelle mura amiche, nel privato, i dirigenti sono i primi ad ammettere errori su alcune cose che potevano essere fatte in maniera migliore a inizio stagione. Non ci sono assolutamente problemi con i dirigenti perché abbiamo lo stesso pensiero.

Come si affronta una squadra in salute come l’Hellas Verona?
Bisognerà affrontarla con grande attenzione, sapendo che è una squadra in salute che corre e pressa, quindi dovremo essere molto preparati ad affrontare questo tipo di situazione. Non sarà una partita semplice, quindi dovremo essere anche bravi a smaltire la delusione della sconfitta di Dortmund, perché sicuramente può lasciare qualche strascico, però anche questo fa parte da parte nostra di un processo di crescita e maturità, di cercare in poco tempo di smaltire scorie eventualmente negative che può aver lasciato una delusione e un’amarezza dopo la partita di Dortmund.

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