Lazio-Inter: Barella alto intuizione per un tempo, poi Conte “cambia” (male)

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – In condizioni normali un punto in casa della Lazio è positivo ma non dopo una partita già indirizzata verso i tre punti, in cui la squadra si smonta dopo l’uscita del migliore in campo: Vidal. Il cileno si sacrifica davanti alla difesa, osservando i movimenti di Barella che fa tutto fuorché il trequartista puro (allargandosi quasi sempre sulla sinistra a supporto dell’asse Bastoni-Perisic). E fa tutto alla perfezione. Contrasta, costruisce, lancia. Ha un altro passo rispetto ai compagni. Nell’episodio dell’espulsione di Immobile è vittima pur non facendo mancare una dose di furbizia, forse eccessiva. Ed è anche per questo che Conte preferisce farne a meno nei minuti finali, quando l’arbitro non aspettava altro che un passo falso per riportare le squadre in parità (imbarazzante quanto succede tra Sensi e Patric). Senza Vidal è un’altra Inter, non all’altezza per qualità né leadership. Dominante.

COMMENTO – Altro arbitraggio rivedibile che mette la firma sull’1-1 dello Stadio “Olimpico”. E non per il risultato finale, bensì per la conduzione della gara e in particolare la gestione degli episodi. Ma l’Inter non può appellarsi a ciò. Soprattutto se può sfruttare prima il vantaggio in termini di gol e poi di uomini in campo. Senza citare gli infortuni che costringono Inzaghi a reinventare la sua formazione. La preparazione della partita da parte di Conte è magistrale: Barella alto spiazza chiunque. Positivamente, grazie a Vidal-mediano. Ma l’effetto sorpresa dura meno di un’ora. Anzi, dopo un tempo è già svanito. E il pareggio della Lazio fa da campanello d’allarme. La non-reazione dell’Inter è un altro. A quel punto entra in gioco la lettura del tecnico nerazzurro, che non è delle migliori. Quando c’è da cambiare, Conte lo fa ma senza cambiare. Cinque sostituzioni su cinque, ruolo per ruolo. Sanchez entra al posto della seconda punta Lautaro Martinez, non del “trequartista” Barella. Giusto per far capire che la filosofia non muta. Entra Sensi ed Eriksen rimane seduto tutto il tempo. A Conte non interessa giocare con il trequartista. Gli interessa che ci sia qualcuno a sacrificarsi sulla trequarti per rendere possibile la sua idea di calcio no-stop. Ma l’Inter, privata dei suoi riferimenti, non sa dosarsi. E di certo non sarà D’Ambrosio al posto di Skriniar (escluso Vidal, probabilmente il migliore in campo per lunghi tratti della gara) a farti vincere la partita. Questo è lo step richiesto ad allenatore e squadra per fare il salto di qualità, anche e soprattutto senza “mercato da sogno”. In attesa delle ultime 25 ore circa. Se la rosa è questa, giusto fare chiarezza di ciò che si vuole fare e come. Gli esperimenti possono anche andar bene ma senza rinunciare all’obiettivo della vittoria, azzardando quando possibile. Quelli di Roma sono due punti persi, senza dubbio.