Kharja: “Hakimi, Ausilio mi chiede di lui da oltre 2 anni. Perfetto per l’Inter”
Intervistato ai microfoni del sito di Gianluca Di Marzio, Houssine Kharja, ex centrocampista dell’Inter, ha rivelato dell’interesse da tempo del direttore sportivo del club nerazzurro Piero Ausilio per Achraf Hakimi
COLPO – Queste le parole di Houssine Kharja, ex centrocampista dell’Inter, sull’acquisto in arrivo di Achraf Hakimi da parte dei vertici nerazzurri. «Ausilio ci ha visto lungo con Hakimi. Lo segue da molto tempo. Due anni e mezzo fa, quando ancora era al Real Madrid e non giocava, ha iniziato più volte a chiedermi di lui. L’Inter è un punto d’arrivo, e il modulo di Antonio (Conte, ndr) sarà perfetto per lui. E’ fortissimo, in tutti gli anni di nazionale non ho mai visto nessuno come lui. E’ molto intelligente, saprà adattarsi al calcio italiano. Potrà faticare in fase difensiva, magari all’inizio, ma verrà sicuramente aiutato. Del resto anche Maicon ebbe qualche difficoltà, poi ha vinto il Triplete. Hakimi è sveglio e migliorerà».
SAN SIRO – Kharja sul fatto che Hakimi giocherà in un grande stadio come San Siro. «Non ha paura di niente, come me. Ha giocato a Madrid e a Dortmund, vincendo anche una Champions. Il Meazza potrà solamente caricarlo».
RETROSCENA – Kharja sul suo approdo alla squadra nerazzurra. «Segnai all’Inter poco prima che mi acquistassero, per quello mi hanno preso! Sarei potuto arrivare all’Inter già con Mourinho, ma per problemi al ginocchio è saltata la trattativa. Nonostante tutto, un anno dopo, nel gennaio del 2011, Branca e Leonardo mi hanno acquistato. Quell’Inter era una squadra fantastica, aveva appena vinto tutto e mi sono trovato bene sin da subito, era piena di campioni che mi hanno fatto sentire a mio agio. Quando ci sono giocatori del genere diventa tutto più semplice».
ADDIO – Kharja sul mancato riscatto da parte della società meneghina. «Purtroppo è andata così, potevo seguire Leonardo al PSG, ma alla fine non se ne fece nulla. Leonardo è un grande allenatore conosceva tutti, anche me. Prima che arrivassi sapeva ogni cosa del ruolo, del modo di stare in campo. Peccato non abbia continuato la carriera da allenatore, ma sarà un talento anche come dirigente».
Fonte: Luca Leoni – GianlucaDiMarzio.com