Joao Mario e quell’etichetta di “esubero” dell’Inter dimenticato da tutti
Joao Mario è solo uno dei tanti esuberi che l’Inter deve cercare di piazzare entro il 5 ottobre. Uno dei tanti su cui Conte non punta. L’unico su cui non conta davvero nessuno, nemmeno “falsando” la realtà dei fatti. La gestione mediatica del centrocampista portoghese continua a fare acqua da tutte le parti
SILENZIO DI MERCATO – Da settimane in casa Inter va di moda il reality sugli esuberi. La lista è piuttosto nota e fin troppo lunga, ma ogni giorno c’è una novità. Qualcuno rientra, qualcuno esce. Altri addirittura tornano a far parte del progetto tecnico di Antonio Conte, almeno a livello mediatico. Tutti tranne uno. Di Joao Mario nemmeno l’ombra. La situazione del centrocampista portoghese non è cambiata da quanto fatto presente a luglio (vedi articolo), se non per un dettaglio. Importante. Il recente passaggio sotto la procura di Federico Pastorello ha “rimesso” Joao Mario su un mercato diverso da quello precedente. E nonostante ciò, nessuno si degna a spendere due parole per il suo presente e futuro. Che non sarà a Milano né in Italia, piuttosto in Francia, Inghilterra o Spagna. Le notizie di mercato si inseguono, in attesa di reali offerte.
ESUBERO SENZA FUTURO – Da giorni ascoltiamo e leggiamo che Radja Nainggolan resterà all’Inter. Sebbene il richiamo del Cagliari sia fortissimo e l’operazione che dovrà portare Arturo Vidal a Milano non sia di aiuto, anzi. Lo stesso si dice per Ivan Perisic, che da quarta punta è tutt’altro che nei progetti di Conte. La linea è sottile, si capisce bene cosa sta succedendo. E in tutto ciò, l’unico esubero che non sembra proprio avere voce in capitolo nel presente dell’Inter è Joao Mario. E se da una parte è vero che c’entra zero con la filosofia di calcio del tecnico attuale, dall’altra va considerato il peso specifico che ha il classe ’93 portoghese nel bilancio dell’Inter. Al pari degli altri, non può essere svenduto (11-12 milioni di euro il valore minimo) e, piuttosto che regalarlo, vale la pena dargli un’altra chance. Mediatica, come quella di Nainggolan e Perisic.