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Inzaghi a Inter-News: «Più calciatori vincenti hai meglio è! Difendiamo lo scudetto»

Inzaghi ha concluso la conferenza stampa di presentazione da allenatore dell’Inter. Il tecnico, a domanda di Inter-News.it, manifesta il suo piacere per i tre giocatori arrivati in finale con le nazionali (Barella, Bastoni e Lautaro Martinez). Su Eriksen la sua volontà è di aspettarlo.

CONFERENZA INZAGHI – Questa la conferenza stampa di presentazione di Simone Inzaghi come nuovo allenatore dell’Inter.

Dopo tanti anni alla Lazio che sensazioni prova a essere in panchina coi Campioni d’Italia?

Da parte mia c’è un grandissimo entusiasmo, in questa nuova avventura. Ho grandissime motivazioni, so che davanti a me si prospetta un lavoro importante ma è una bellissima sfida. Mi hanno convinto da subito il presidente Zhang, il direttore Marotta e Ausilio. Mi hanno dimostrato tanta voglia, adesso sono qui col mio staff sapendo che abbiamo un grande lavoro davanti. Ma siamo consapevoli che troveremo una società forte e dei tifosi che, da queste vacanze in tutta Italia, so che ci staranno vicini per tutta la stagione.

Cosa ha significato per Inzaghi lasciare la Lazio?

Come ho detto prima questo cambiamento sono le motivazioni che me l’hanno dato. Ho trovato delle persone nell’Inter che in quattro-cinque giorni mi hanno fatto capire di volermi a tutti i costi. Ho accettato questa sfida, stimolante. So che ci saranno difficoltà: abbiamo lo scudetto sul petto da difendere e tante squadre attrezzate contro di noi. Ma siamo l’Inter: faremo di tutto per difendere lo scudetto appena vinto. Anzi, colgo l’occasione per fare i complimenti alla società, a mister Conte e ai ragazzi per questo scudetto che aspettavano da tanto tempo.

Perso Hakimi, come si può rinforzare questa squadra per renderla comunque competitiva per il titolo?

Io penso che in questo momento in pochi si siano mossi. Sappiamo che questo momento è duro, per tutte le squadre e non solo per l’Inter. Sapevo e mi era stata prospettata la partenza di Hakimi, questo è accaduto però la società mi ha promesso che l’Inter rimarrà competitiva e forte come lo scorso anno. C’è un contatto diretto col direttore, quotidiano: sappiamo dove dobbiamo intervenire. Come ho detto prima il nostro grande obiettivo è difendere lo scudetto appena vinto, poi chiaramente fare un percorso in Champions League migliore. Ho letto che è dal 2010-2011, con Benitez e Leonardo, che l’Inter non va oltre gli ottavi di finale: è un grande desiderio.

Con te Immobile è arrivato alla Scarpa d’Oro. Lukaku dove può arrivare?

Romelu l’ho sentito diverse volte. Io penso che adesso, ovviamente, è deluso per l’eliminazione col Belgio. Giocatore importantissimo, una garanzia, che ha dimostrato in questi due anni all’Inter di essere una garanzia sul campo. Ma una garanzia lo sono anche i suoi compagni: giocatore fortissimo che fa reparto, ma in questi due anni è stato assecondato dai compagni.

Ha avuto modo di parlare con Eriksen? Quale sarà il suo futuro?

Con Eriksen ho parlato prima che iniziasse l’Europeo. Dopo l’incidente non ho parlato: mi è dispiaciuto tantissimo, giocatore su cui contavo. È dell’Inter, la società gli ha messo tutto quello di cui aveva bisogno. Avrà bisogno dei suoi tempi, la società ha avuto modo di cogliere l’opportunità di Calhanoglu che mi piace tanto. Christian ora deve stare tranquillo e riposarsi, avrà tutto il suo tempo e io come allenatore lo aspetterò a braccia aperte.

In che cosa ci sarà continuità e discontinuità rispetto all’era Conte?

Io penso che dovrò cercare di dare continuità a un lavoro di due anni fatto nel migliore dei modi, che si è concluso con la vittoria dello scudetto. Il compito del mio staff sarà dare competitività e continuità alla squadra. Quando si cambia allenatore, solitamente, i giocatori hanno grandissima motivazione nel loro interno: voglio raggiungere gli obiettivi che abbiamo detto prima.

Come si aspetta Inzaghi il ritorno da avversario all’Olimpico?

Il mio pensiero penso di averlo scritto in quella lettera al Corriere dello Sport. Sono stati ventidue anni molto intensi e importanti: ho ringraziato tutto l’ambiente, il presidente e il direttore. Alla Lazio sono stato molto bene: ho avuto la fortuna di vincere come giocatore, allenatore delle giovanili e allenatore della prima squadra. Di più non potevo chiedere, adesso era il momento di cambiare. La spinta dell’Inter e della dirigenza è stata forte.

Quale sarà la prima caratteristica dell’Inter di Inzaghi?

Una squadra intensa, che sia sempre dentro la partita. Le partite sono fatte di episodi, la squadra forte è quella che riesce a reagire agli episodi. Solitamente ho avuto squadre che hanno reagito, che hanno vinto gare anche nei tempi di recupero. L’intensità è la prima cosa, poi non abbattersi quando gli episodi non girano a proprio favore.

Ha chiesto di non cedere qualcuno in particolare? La Juventus è il primo avversario?

Sapevamo di questa partenza di Hakimi, è stata preventivata ed è stata dolorosa. Era un giocatore richiesto in tutta Europa, sono stati bravi i nostri direttori a portarlo all’Inter. Adesso è un momento difficile, ma la squadra rimarrà competitiva. La società è stata già brava a intervenire per quanto riguarda Calhanoglu, che non era una cosa scontata e difficile da fare.

Inzaghi, è contento di ritrovare de Vrij?

Ho parlato con tutti i giocatori. Io ho allenato de Vrij, ho giocato con Kolarov e Handanovic. In questo mio compito è normale che mi faccia piacere ritrovarli, poi con gli altri ci siamo incontrati da avversari. Con de Vrij e gli altri due c’era un grandissimo rapporto da prima, ora voglio averlo con tutti.

C’è qualcosa dell’Inter che l’ha convinta di più rispetto agli anni scorsi in cui si parlava di Inzaghi alla Juventus?

In questi anni, non lo nego, ci sono state richieste per il lavoro svolto. Non era ancora il momento di cambiare, a Roma si stava lavorando nel modo giusto. È normale che, dopo 251 partite nella stessa squadra, era venuto il momento di cambiare quest’anno. Quando c’è stata l’opportunità dell’Inter non ci ho pensato e ho accettato subito questa grandissima sfida.

C’è questa ferita delle ultime tre stagioni chiuse ai gironi di Champions League. Come si potrà fare meglio?

Sicuramente, l’ho detto prima, l’obiettivo dell’Inter è passare i gironi. Non è riuscito nelle ultime stagioni, un po’ per sfortuna e un po’ per qualche infortunio. La squadra è arrivata corta, l’ho fatta nell’ultimo anno con la Lazio ed è una competizione fisica e difficilissima. Tante squadre hanno vissuto il problema del COVID-19, in Europa ci sono squadre che si stanno attrezzando e noi faremo altrettanto. Sapendo che si gioca ogni tre giorni sarà difficilissimo a livello fisico e mentale, ma dobbiamo farci trovare pronti.

La prima cosa, quando si viene qui all’Inter, per un allenatore è l’enorme pressione. Roma è stata un buon banco di prova: com’è il rapporto di Inzaghi con la pressione, mediatica e non?

Devo dire la verità: a Roma è stata una bella palestra. Ci sono pressioni a Roma e a Milano, è normale. Per uno come me, che fa questo lavoro, le pressioni sono quotidiane. Mi piacciono le sfide, altrimenti non avrei accettato questa dopo che l’Inter aveva vinto lo scudetto e doveva perdere qualche campione. È una grandissima sfida per me e tutto il mio staff, so che avrò l’appoggio della società. Col presidente abbiamo un grandissimo rapporto, so che troveremo delle difficoltà perché sarà un campionato lungo con tante squadre che cercheranno di metterci i bastoni fra le ruote. Dovremo essere bravi a compattarci bene e cercare di trarre vantaggio da queste difficoltà, uscendo ancora più forti.

Cos’è successo in quella notte dove si pensava che saresti rimasto alla Lazio? È vero che avevi dato la tua parola a Lotito?

Io penso che nella vita vanno fatte delle scelte. Ringrazierò sempre Lotito per l’occasione che mi ha dato, è un ottimo presidente con grandissime idee. Secondo me si era chiuso un ciclo, c’era stata la possibilità di mandarlo avanti e sono stato a cena con lui e il direttore. Poi, come succede in tutte le famiglie, mi sono preso del tempo per prendere la mia scelta e la mattina dopo ho deciso di cambiare. Con grande correttezza la prima persona che ho avvisato è stata il presidente Lotito.

Ha paura che, dopo Hakimi, possano esserci altri sacrifici?

Abbiamo detto che sapevo del sacrificio di Hakimi. Gli altri giocatori più importanti mi è stato detto che rimarranno qui all’Inter. Sappiamo di avere da fare qualcosa in entrata, per chi ha avuto modo di vedere il calcio gli esterni sono giocatori importanti. Young è andato in Inghilterra, Hakimi è stato ceduto. Senza fretta, perché anche le altre non ce l’hanno. Sappiamo di aver avuto un problema importante come Eriksen: lì la società è stata brava a portare un giocatore come Calhanoglu, che ci darà grandi soddisfazioni.

Qual è il primo obiettivo che le ha chiesto la società?

L’ho detto prima: il mio obiettivo è quello di dare continuità. So che sono venuto in una squadra che ha vinto lo scudetto, che purtroppo ha dovuto vendere un giocatore fondamentale ma che ha un grandissimo parco giocatori, entusiasmo e una grande tifoseria. Ho conosciuto i rappresentanti della Curva Nord: sono stati chiari, abbiamo parlato tranquillamente e vogliono una squadra che darà tutto in campo. Ho promesso che sarà fatto, poi come Inter abbiamo degli obiettivi che ho detto prima.

Una cosa in cui Roma e Milano si accomunano tanto sono i derby, molto sentiti. Pensi che saranno importanti per la lotta scudetto o per la supremazia cittadina?

Per quanto riguarda il derby di Roma sappiamo cosa rappresenta per l’intera città. So che c’è grandissima rivalità anche qui a Milano: il Milan è una squadra forte, che ha fatto un ottimo campionato. È rimasta in testa per tutto il girone d’andata e qualche partita del ritorno: una squadra così è molto competitiva, con un ottimo allenatore che conosco molto bene. Senz’altro sarà una bellissima sfida.

Secondo Inzaghi Calhanoglu può essere come Luis Alberto, per caratteristiche?

Io penso di sì. Ha caratteristiche simili, è un giocatore che in questi anni ho affrontato con la Lazio col Milan. È un giocatore di qualità, bravo sui piazzati, che avevo in testa da tempo. È normale che, avendo Eriksen che nel girone di ritorno è stato fondamentale ed è fortissimo, assieme alla società e al direttore abbiamo deciso di puntare su Calhanoglu. Secondo me ci darà grandi soddisfazioni.

Un giovane come Dimarco può giocarsi le sue chances all’Inter quest’anno? Perisic può fare l’esterno a tutta fascia?

Dimarco ha fatto molto bene a Verona. È un ragazzo cresciuto nel nostro settore giovanile, un motivo di orgoglio in più. Ha dimostrato di saper fare la Serie A, come tutti lo valuterò ma è chiaro che sia io sia la società ci puntiamo. Perisic l’ha fatto l’anno scorso molto bene, è un giocatore molto importante che appena finito l’Europeo, purtroppo, ha preso il COVID-19. Adesso è tuttora in quarantena: lo aspetto a braccia aperte, secondo me farà molto bene nel nostro sistema.

In ottica rinforzi ha individuato qualche nome? Ci sono degli incedibili?

Come ho detto prima il mercato è in grande evoluzione. Assieme alla società stiamo vedendo di migliorare la rosa: non è semplice, ma cercheremo di farlo. Per quanto riguarda i giocatori che sono convocati per il ritiro sono tutti nostri, saranno valutati da me e dal mio staff. Cercheremo di fare una rosa all’altezza e competitiva.

Domanda di Inter-News.it a Inzaghi: Barella, Bastoni e Lautaro Martinez, arrivati in finale fra Copa América ed Europei, possono essere un valore aggiunto per questo?

Penso di sì. Già sono giocatori vincenti, perché hanno vinto lo scudetto con l’Inter. In una rosa più calciatori vincenti hai meglio è. Sono molto contento per Barella e Bastoni per la finale del nostro Europeo, e per Lautaro Martinez. L’ho sentito, è carico e ha voglia di giocarsi questa finale col Brasile. Gli auguro di vincerla lui, come auguro ai nostri Barella e Bastoni, e a tutti noi italiani, di vincere questo Europeo che stiamo facendo nel migliore dei modi.

Cosa hai apprezzato di più dell’Inter di Conte che vorrai portare in questa tua nuova avventura? Porteresti qualche giocatore della Lazio?

Dell’Inter degli ultimi due anni si è apprezzato tanto. Ci siamo affrontati tante volte, è normale che sia una squadra solida che dava l’idea di essere molto compatta. Si aveva l’idea che difficilmente si poteva fare gol all’Inter: questo è un qualcosa che ha fatto i suoi frutti. Alla Lazio ho avuto una squadra che ha fatto divertire i tifosi e fatto sempre tanti gol, spero di far divertire i tifosi anche qui a Milano.

Abbiamo visto un’Italia diversa rispetto a quella che ci aveva abituati. Che giudizio dà Inzaghi su questo?

È stato un piacere vedere l’Italia in questi Europei. Già aveva fatto ottime qualificazioni, devo fare i complimenti a Mancini che è stato mio compagno di squadra e mio allenatore. Sapevo che avrebbe potuto fare bene, adesso incrociamo le dita e aspettiamo di vederlo in finale.

Sensi può essere un giocatore importante per la sua Inter?

Penso di sì, ho grande fiducia e stima di Sensi. È un giocatore molto intelligente, sa sempre la posizione da prendere in campo. Ho parlato con lui, sa della mia stima: in quest’ultimo anno e mezzo ha avuto grandissimi problemi e dobbiamo essere bravi a gestirlo nel migliore dei modi e utilizzarlo quando è al top fisicamente. Sensi sarà una grande risorsa per l’Inter.

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