Inter-Crotone: Conte versione 2019, basta una correzione per calare il poker in 45′
Inter-Crotone apre il 2021 nerazzurro con una goleada. Nel 6-2 finale ci sono le firme di Lautaro Martinez (tripletta più autogol causato), Lukaku e Hakimi. Dal punto di vista tattico si torna al 2019, perché è il cambio nell’intervallo a fare da spartiacque. Con Sensi al posto di Vidal è un’altra cosa. Ecco l’analisi tattica di Inter-Crotone
PRESENTAZIONE PRE-PARTITA
FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare il Crotone in Serie A: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Hakimi, Vidal, Brozovic, Barella, Young; Lukaku, Lautaro Martinez.
MODULO – Dopo l’esperimento “natalizio”, Conte torna alla doppia mezzala al posto del doppio trequartista. La prima Inter del 2021 prevede Vidal titolare nel suo ruolo. Nel 3-5-2 scelto va in campo praticamente la formazione-tipo di questa stagione, in attesa del mercato di riparazione.
RESOCONTO PARTITA
PRIMO TEMPO – L’Inter fa la partita giocando palla a terra in maniera ordinata e propositiva fin dal fischio iniziale, ma al primo affondo regala gol agli ospiti. Al 12′ Zanellato di testa sbuca in area e anticipa tutti, ennesima distrazione stagionale nerazzurra sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Lo svantaggio non disunisce i nerazzurri. Al 20′ Lukaku imbecca in verticale Lautaro Martinez, che controlla e con un tiro fulmineo piega le mani a Cordaz. Dominio assoluto della manovra, pur sfruttando poco e nulla il gioco sulle fasce così come l’uno contro uno nel 3-5-2 a specchio. Al 31′ finalmente Vidal fa una cosa giusta (la prima della partita!), rubando palla per far ripartire immediatamente l’azione, filtrante di Lukaku per Barella, che serve Lautaro Martinez in area per l’autogol di Marrone in anticipo sull’argentino. Il VAR sanziona il pestone di Vidal a Reca e al 36′ Golemic su rigore supera Handanovic, che indovina solo l’angolo del tiro. Inaccettabile sia la gestione del vantaggio sia soprattutto l’ennesimo regalo impacchettato agli avversari. E gli errori sotto porta continuano a essere troppi nonostante il numero di gol segnati. Il primo tempo termina 2-2: solo Inter in campo ma con due blackout sanguinosi pagati cari.
SECONDO TEMPO – La ripresa si apre con il primo cambio di Conte: fuori Vidal, dentro Sensi. Il numero 12 si posiziona mezzala sinistra, Barella si sposta sul centro-destra. Al 57′ Lukaku spalle alla porta innesca Brozovic, che serve Lautaro Martinez, rapido a scavalcare Cordaz in uscita. La facilità con cui l’Inter arriva in porta verticalmente è imbarazzante. Al 64′ gira prepotentemente intorno a Luperto su lancio di Bastoni e supera Cordaz, che ormai vede arrivare le punte nerazzurre al tiro senza problemi. Al 70′ secondo cambio per l’Inter: fuori Barella, dentro Gagliardini. Staffetta nel ruolo di mezzala destra. Al 75′ doppio cambio per Conte: fuori Young e Lukaku, dentro Darmian e Perisic. Il croato agisce alla sinistra di Lautaro Martinez. Al 79′ Lautaro Martinez di testa ribadisce in rete la respinta di Cordaz sul tiro di Perisic. All’81’ quinto e ultimo cambio per l’Inter: fuori Bastoni, dentro Kolarov. Staffetta in difesa (come da immagine sotto allegata). All’87’ Hakimi segna di sinistro su assist di Darmian, praticamente da quinto a quinto senza interpellare le punte. Il secondo tempo termina 6-2: prova di forza notevole per l’Inter, che nella ripresa dilaga semplicemente evitando gli errori difensivi.
CONSIDERAZIONI POST-PARTITA
PROTAGONISTA – Non è assolutamente il migliore in campo, anzi, nemmeno si fa vedere come potrebbe, ma cambia la partita: Sensi. L’ingresso del numero 12 nella ripresa stravolge positivamente l’Inter di Conte, che dopo il 2-2 del primo tempo cala il poker. Il 4-0 in 45′ porta altre firme, ma di certo Sensi al posto di Vidal è un miglioramento. Soprattutto perché l’italiano non fa danni, a differenza del cileno finché rimasto in campo. Considerare Sensi “dodicesimo” oggi è la notizia migliore per Conte, che ha pochissime altre armi dalla panchina. Il lavoro fatto fino al 2019 con Sensi e Barella ai lati di Brozovic continua a portare frutti anche nel 2021. Upgrade.
COMMENTO – Otto vittorie consecutive non sono solo 24 punti su 24. Così come 6 gol segnati non devono fornire il titolo di Inter-Crotone. Il risultato finale poteva essere più netto (7-1? 8-0?) senza rubare nulla agli ospiti, arrivati a Milano per giocare a calcio. E tornati a casa avendo giocato a calcio, ma contro una squadra nettamente più forte. Questo perché l’Inter di Conte è forte ma non perfetta. E i margini di miglioramento continuano a essere evidenti. La maturità della rosa probabilmente ancora non è venuta alla luce e bisogna aspettare partite più impegnative. Quella del tecnico, forse anche a sorpresa, arriva puntuale nell’intervallo. Il cambio Vidal-Sensi riassume alla perfezione Inter-Crotone. Tralasciando l’apporto dato dai singoli, è tutta la squadra a giovare da una modifica correttiva così in contrasto con quanto visto in tutto il 2020. Constatare la lucidità di Conte nella lettura immediata della partita, comunque dominata nel primo tempo, è significativo. In altri tempi probabilmente avrebbe posticipato la sostituzione dopo un’ora. O dopo aver subìto il terzo gol… Stavolta no. Conte cambia subito e la squadra recepisce il messaggio. Altro che 2021, per l’Inter è un tuffo nel 2019: il trio di centrocampo dà garanzie nonostante i pregi debbano mischiarsi ai difetti. La novità rispetto a un annetto fa, neanche a dirlo, è rappresentata dal solo Hakimi. Poi va detto che Darmian “migliora” ciò che Young non fa più. Per il resto, Skriniar in difesa e Lukaku in attacco fanno reparto da soli. Impressionanti. Nessun appunto su Lautaro Martinez che, giocando in questo modo, rende superfluo ogni commento. Segnasse anche i gol stupidi, arriverebbe a cifre disumane per numero di gol. Finite le buone notizie, è tempo di programmare il futuro prossimo. Le condizioni di Lukaku devono allarmare una società che non ha ancora previsto attaccanti in panchina. E tra qualche ora apre ufficialmente il mercato di gennaio. Prima di rivedere Perisic ed Eriksen in area di rigore, meglio giocare d’anticipo. Forse il vice-Lukaku non se lo merita Conte, ma Lukaku stesso sì. Vietato sperperare il vantaggio competitivo “creato” in questa stagione, senza impegni internazionali.