Analisi tatticaPrimo Piano

Inter-Barcellona: la squadra B di Conte non all’altezza dell’Europa che conta

L’Inter saluta la Champions League con una sconfitta casalinga senza appello. Troppi errori sotto porta e distrazioni fatali dietro, l’1-2 del Barcellona è una sentenza. Il gol di Lukaku illude, ma la rimonta non arriverà mai. Tre i gol annullati (giustamente) per fuorigioco, riassunto perfetto di ciò che non va. Il Barcellona B resta comunque superiore all’Inter B a cui è costretto Conte. Ecco l’analisi tattica di Inter-Barcellona

PRESENTAZIONE PRE-PARTITA

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare il Barcellona: Handanovic; Godin, de Vrij, Skriniar; D’Ambrosio, Vecino, Brozovic, Borja Valero, Biraghi; Lukaku, Lautaro Martinez.

Inter-Barcellona Formazione Iniziale
Inter-Barcellona Formazione Iniziale

MODULO – Rosa ridotta ai minimi termini, l’Inter che si gioca il passaggio del turno in Champions League è la stessa vista contro la Roma. Anzi, nel 3-5-2 c’è subito D’Ambrosio al posto di Candreva, acciaccato. Stessa formazione, stessa filosofia. In regia c’è Brozovic, Borja Valero fa da collante tra i reparti. In panchina il nulla. Più che una prova di forza, quella nerazzurra in partenza sembra già una prova di resistenza.

RESOCONTO PARTITA

PRIMO TEMPO – La scelta di Brozovic basso, come già visto contro la Roma, porta Borja Valero ad aggredire i portatori di palla avversari. A partire dal portiere. Al 7′ Lukaku segna ma è in fuorigioco. L’Inter pressa altissimo e riparte attaccando la profondità, solo che il contropiede portato avanti da Borja Valero non può avere grosse pretese. Al 23′ il Barcellona segna nel momento migliore dell’Inter, gol di Carles Perez su “assist” di Godin che anticipa Vidal indirizzando la palla sui piedi dello spagnolo. Lo svantaggio fa perdere certezze alla difesa nerazzurra, fino a quel momento compatta. Il centrocampo è nullo, solo Brozovic porta a compimento la doppia fase: fa legna per far ripartire i compagni in verticale. Soliti errori nella manovra da parte dei soliti “titolari forzati”. Al 44′ l’Inter pareggia con un gol di Lukaku, che di sinistro fulmina Neto dal limite dell’area sfruttando l’assist di Lautaro Martinez spalle alla porta, magistrale nel prendere posizione in mezzo alle maglie gialle degli spagnoli e difendere il pallone prima dello scarico. Il primo tempo termina 1-1: un po’ più Inter che Barcellona, ma con qualità complessivamente non soddisfacente.

SECONDO TEMPO – La ripresa si apre senza modifiche a livello tattico. Migliora la manovra dell’Inter, che torna in campo con più convinzione e spirito offensivo. Lo sprint dura appena dieci minuti, perché successivamente l’assetto nerazzurro si fa schiacciare dal Barcellona. Sopraggiunge la stanchezza, i reparti sono sconnessi e ci si chiude oltremodo. Gli ospiti si permettono anche un giro palla lento per far correre a vuoto gli uomini di Conte. Al 69′ primo cambio per l’Inter: fuori Biraghi, dentro Lazaro. L’austriaco prende il suo posto largo a sinistra. Al 73′ Lautaro Martinez segna su assist di Godin dalla destra ma scatta in fuorigioco. Al 75′ secondo cambio per Conte: fuori D’Ambrosio, dentro Politano. Il numero 16 italiano agisce da esterno destro a tutta fascia per evitare di stravolgere l’assetto tattico, ma è un’Inter votata all’attacco. Se quello iniziale è un 5-3-2, questo è più un 3-3-4. Neanche il tempo di riorganizzarsi che al 77′ arriva il terzo e ultimo cambio: fuori Borja Valero, dentro Esposito. Il classe 2002 si posiziona alle spalle delle due punte nel 3-4-1-2 finale (come da immagine sotto allegata, ndr). All’80’ annullato un altro gol all’Inter, altro fuorigioco di Lukaku, “attivo” nella rete di Lautaro Martinez. L’Inter attacca a pieno organico, ma lasciando buchi clamorosi dietro e rischiando al primo contropiede. All’87’ Ansu Fati entra e segna chiudendo di fatto la partita. Inutile lo pseudo-assedio finale. Il secondo tempo termina 1-2: la qualità della panchina fa la differenza, Conte non ha scampo.

Inter-Barcellona Formazione Finale
Inter-Barcellona Formazione Finale

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – Sconfitta amara, non si tratta della prima e non è neanche possibile individuare un singolo colpevole, ma un nome va fatto: Lukaku. L’attaccante belga è croce e delizia. Croce, perché manca a più riprese il gol-qualificazione. Delizia, perché in fondo è l’unico a segnare il gol dell’inutile 1-1 momentaneo. Di nuovo croce, perché entra nell’ultimo gol annullato a Lautaro Martinez dopo essersene fatto annullare uno all’inizio. Di nuovo delizia, perché regge il reparto senza un minuto di pausa ottimizzando le prestazioni del compagno argentino. Se non sbagliasse mai, farebbe quattro gol a partita. Purtroppo per l’Inter, Lukaku non è infallibile. Pasticcione.

COMMENTO – All’Inter serviva un’impresa. Non per battere il “Barcellona senza Messi”, ma per mettere in campo una formazione degna. E invece no, Conte ha a disposizione solo undici giocatori. I soliti. Non ci sono Barella, Gagliardini, Sensi, Asamoah, Sanchez e neppure Candreva. Giocano tutti quelli che meriterebbero un turno di riposo già da un mese. C’è D’Ambrosio. Biraghi. Perfino Borja Valero. Dalla panchina entra Lazaro. Politano. Il classe 2002 Esposito. Come si può pensare di andare avanti così nella massima competizione europea? Se l’Inter non esce oggi, esce a marzo. Impresentabile, senza aggiungere altro. Da una parte è vero che Conte ci mette del suo (Borja Valero mezzala a sfinimento che contributo dà alla squadra? Brozovic andrebbe sganciato di più in certe situazioni…), però sarebbe altrettanto ridicolo puntare il dito contro il tecnico. Perché l’Inter si è presentata in Champions con una rosa che non è nemmeno da Europa League. E si gioca il passaggio del turno fino agli ultimi minuti. Le vengono annullati tre gol, giustamente. Ma altri tre vengono sbagliati in maniera clamorosa. Proprio come contro la Roma. Due punti persi là, una qualificazione qua… Ma l’Europa League, oggi, è il male minore. L’Inter dovrebbe giocarla per vincerla, eppure difficilmente sarà così. Molto dipenderà dal mercato di gennaio, chissà. Tocca alla società intervenire, Conte non può fare miracoli. Una cosa è certa: l’Inter B di Conte non è neanche all’altezza del Barcellona B di Valverde, giusto farsi da parte (anche) quest’anno dall’Europa che conta. E ora testa all’Europa B, perché quella dev’essere alla portata.

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