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Inter-Atalanta: Vidal tradisce Conte, che si corregge in tempo e spiazza Gasperini

Inter-Atalanta ristabilisce le distanze in classifica con le inseguitrici. L’1-0 porta la firma di Skriniar ma è la prestazione corale ad avere una firma ben precisa. Quella di Conte. La scelta di Vidal dal 1′ non paga, il cambio con Eriksen nella ripresa sì. E nel finale la squadra di Gasperini non si avvicina mai davvero al pareggio nonostante il campo concessogli. Ecco l’analisi tattica di Inter-Atalanta

PRESENTAZIONE PRE-PARTITA

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare l’Atalanta in Serie A: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella, Brozovic, Vidal, Perisic; Lukaku, Lautaro Martinez.

Inter-Atalanta formazione iniziale
Inter-Atalanta formazione iniziale

MODULO – Torna il 3-5-2 old style, quello in cui il centrocampo viene completato dalla doppia fase di Vidal anziché dal raddoppio in regia di Eriksen. Una “nuova” vecchia Inter più abbottonata.

RESOCONTO PARTITA

PRIMO TEMPO – Il pressing altissimo dell’Atalanta condiziona negativamente la manovra dell’Inter, che vede annullarsi quasi del tutto la costruzione dal basso vista brillantemente nelle ultime uscite e riesce solo a lanciarsi un paio di volte in profondità. Comunque sempre bene la difesa. L’imprecisione, invece, è tanta sia a centrocampo sia in attacco. In particolare, terribile la prestazione delle due mezzali, soprattutto Vidal che non azzecca una giocata e appare alla stregua di un corpo estraneo alla squadra. Male anche gli esterni, dato che Hakimi è perlopiù in zona centrale e Perisic è solo contro tutti schiacciato in difesa. Nelle uniche due occasioni in cui riescono a sganciarsi in area di rigore, la precisione viene meno. Lukaku si fa notare per il solito lavoro sporco spalle alla porta fatto di sportellate, date e ricevute. Il primo tempo termina 0-0: complessivamente meglio l’Atalanta ma l’equilibrio del risultato premia paradossalmente l’Inter.

SECONDO TEMPO – Conte non modifica nulla nell’intervallo ma a inizio ripresa non vede i miglioramenti sperati. Al 52′ primo cambio per l’Inter: fuori Vidal, dentro Eriksen. Il danese agisce da mezzala sinistra. E al 54′ Skriniar segna risolvendo una mischia in area di rigore dagli sviluppi di un calcio d’angolo battuto proprio dal danese. La modifica tattica fa migliorare nettamente la manovra dell’Inter ma lo svantaggio fa reagire immediatamente l’Atalanta, che alza il baricentro cercando di schiacciare i padroni di casa nella propria metà campo. Netto il dominio atalantino a centrocampo, dove il 3-5-2 dell’Inter diventa 5-3-2 e a tratti 5-4-1 con Lautaro Martinez impegnato perlopiù in fase difensiva. Al 77′ doppio cambio per Conte: fuori Brozovic e Lautaro Martinez, dentro Gagliardini e Sanchez. L’italiano si posiziona a sorpresa davanti alla difesa, invece il cileno affianca Lukaku. Notevole la prova difensiva degli esterni nella ripresa, più caotica la situazione al centro, dove Eriksen deve pulire più di una giocata. All’85’ ultimo doppio cambio per l’Inter: fuori Hakimi e Perisic, dentro D’Ambrosio e Darmian. Staffetta sulle fasce nel 5-3-2 finale, in cui Eriksen scala in regia (come da immagine sotto allegata, ndr). La sofferenza è solo mentale, perché in realtà l’Inter regge alla grande contro un’Atalanta confusa dalle mosse di Conte. Il secondo tempo termina 1-0: tre punti più pesanti del solito, anche per come arrivano, senza dimenticare la classifica che torna a far segnare il +6 sul Milan.

Inter-Atalanta formazione finale
Inter-Atalanta formazione finale

CONSIDERAZIONI POST-PARTITA

PROTAGONISTA – Se Inter-Atalanta fosse finita 0-0 sarebbe stato un mezzo successo ma se arrivano tre punti il merito è quasi esclusivamente di chi finisce sul tabellino: Skriniar. La prestazione difensiva è maiuscola ed è ormai un’abitudine in questa stagione. Il centrale slovacco, agendo da terzo di destra, sta tornando su livelli importanti. Internazionali. Le giocate ricordano quelle del brasiliano Lucio, sia nei pregi (tanti) sia nei difetti (quasi nulli). E il gol è una chicca, perché risolve una partita troppo bloccata. Cambia e decide le sorti del match. Colonna.

COMMENTO – La mossa Vidal non paga come Sanchez a Parma. Il cileno di centrocampo non è mai in partita, soffre l’Atalanta e fa soffrire oltremodo i compagni. Sparare sulla croce rossa non ha senso, anche perché le motivazioni che hanno portato Conte a schierarlo dal 1′ sono più che valide. E lo avevamo anticipato (vedi focus). Riassunto: Vidal tradisce la fiducia di Conte giocando male e complicando i piani tecnico-tattici dell’Inter per oltre un tempo, stop. Quando Conte si accorge che non vale la pena attendersi un cambio di marcia, risolve il problema inserendo Eriksen. L’ingresso del danese serve più a Brozovic (troppo libero di fare confusione), Perisic (isolato dietro e mai supportato davanti) e Barella (irriconoscibile nel lavoro speculare) che ad affrontare l’Atalanta. Il correttivo di Conte porta subito al gol con un episodio ma non è nemmeno questo il discorso, perché l’Inter spreca troppo prima e dopo l’1-0. Il discorso da evidenziare è l’intenzione tempestiva di Conte di non concedersi più al gioco dell’ottimo Gasperini, dominante finché Vidal è in campo. Non arriva nemmeno all’ora di gioco! Poi cambiano risultato e gestione del gioco. Anche se l’Inter soffre, si va più vicino al 2-0 che all’1-1. Perché Conte sa come difendere il risultato, incartando Gasperini. L’ingresso di Gagliardini, lasciato in mezzo per il fisico senza dare Eriksen in pasto al centrocampo dell’Atalanta, è emblematico. Il finale con due terzini sulle fasce non è un messaggio di paura ma di sfida. E lo dimostra la prestazione di D’Ambrosio, che si immola riassumendo in meno di 10′ tutto ciò che Hakimi fa in 85′. Il caos generato dalle modifiche di Conte nel finale fanno perdere certezze all’Atalanta, che non esce dal gioco ma allo stesso tempo non rientra mai in partita. Quando Conte dice che gli attaccanti dell’Inter sono i suoi primi difensori, citando l’esempio del magistrale Lautaro Martinez visto contro l’Atalanta, non lo dice per impressionare. Figuriamoci quando i difensori si trasformano in attaccanti, decidendo una partita complicata come Inter-Atalanta! Resta la “macchia” del centrocampo, rivoltato completamente dal fischio iniziale a quello finale a eccezione di Barella, tra l’altro sottotono. Senza voler fare altri calcoli, ora ci sono 12 punti in palio da non fallire per nessuna ragione: Conte è già stato tradito troppe volte dai suoi fedelissimi nei momenti clou, ora urge una serie di prove mature come quella di Inter-Atalanta. Perché l’Inter di Conte non vince giocando male come sostengono gli esteti ma obbligando le avversarie a giocare come vuole lei.

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