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Inter adesso obbligata a vincere lo scudetto? Facciamo chiarezza

L’Inter rimane in corsa solo in campionato, dopo l’eliminazione in Coppa Italia. I nerazzurri sono quindi obbligati a vincere lo scudetto?

RESOCONTO – L’Inter è ora fuori da due competizioni su tre. All’eliminazione in Champions League, di dicembre, segue quella in Coppa Italia. Nel doppio scontro contro la Juventus, i nerazzurri escono con onore (partecipando attivamente di fatto a tutti e tre i gol della sfida…). In un certo senso, emerge anche una nuova consapevolezza, che si vedeva già dopo il precedente incontro di campionato del 17 gennaio. Il gap con la Juventus è colmato? Troppo presto per dirlo; di sicuro, però, non si vede più la sudditanza psicologica con cui l’Inter troppo spesso affrontava i bianconeri. Che in Serie A sono oltretutto a -5 in classifica, in attesa di recuperare la partita di andata contro il Napoli. Ma a proposito di campionato: si può dire, finalmente, che l’Inter è obbligata a vincere lo scudetto?

OPINIONI – Questa domanda crea una netta polarizzazione anche tra opinionisti e addetti ai lavori. Per dirla con le parole di Fabrizio Biasin e dell’ex calciatore Alessio Tacchinardi, l’Inter è di fronte a un bivio: con lo scudetto sarà gloria, senza l’esito di questa stagione sarà invece fallimentare. Al contrario, Federico Zancan (telecronista di Sky) e Massimo Brambati (ex calciatore, oggi opinionista) ritengono che non si possa giudicare la stagione dell’Inter senza tenere conto di tutte le difficoltà sopraggiunte. Un approccio decisamente più equilibrato, che però non confuta completamente la tesi iniziale: i nerazzurri sono i candidati principali al titolo. Facciamo quindi chiarezza sulla reale presenza (o meno) di questo fantomatico “obbligo a vincere”.

PERCHÉ NO – Innanzitutto l’Inter è l’unica squadra ad avere iniziato la stagione 2020/21 a poco più di un mese dalla fine di quella precedente. Senza precampionato, e con un riposo ridotto al minimo. Sostanzialmente, è quindi la squadra più penalizzata dal punto di vista dei carichi di lavoro. E, nonostante l’arrivo di un autentico fenomeno come Achraf Hakimi, non ha potenziato in modo trascendentale la qualità dell’organico. Così come la Juventus non è in fase di rifondazione, checché ne dica certa stampa. Questo non crea alibi per i nerazzurri, ma semplici motivazioni. La squadra a disposizione di Antonio Conte non rispecchia perfettamente i desiderata del tecnico, impossibilitato inoltre a fare mercato. E ciò non toglie l’Inter dal roster di candidate al titolo finale, ma non pende nemmeno come spada di Damocle sopra la testa di Conte e dei suoi uomini.

PERCHÉ SÌ – Al tempo stesso, però, l’Inter è obbligata a vincere perché le contingenze esterne non potrebbero essere più favorevoli. Il passo indietro della Juventus (che inizia con l’eliminazione dalla scorsa Champions League) ridimensiona pesantemente la squadra che ha ammazzato gli ultimi nove campionati in Italia. E va a complicare più la lotta per il massimo piazzamento europeo, che non quella per lo scudetto. Anche perché, da questa Juventus, l’Inter è già arrivata a -1, in un campionato dominato in lungo e in largo da Cristiano Ronaldo e soci. Questa stagione, quindi, suona come il più classico dei “Se non ora, quando?”. La vittoria dello scudetto porterebbe benefici sotto ogni punto di vista, sugellando questo biennio di crescita con Conte. E non va trascurato il potenziale impatto economico di una vittoria finale, considerando l’attuale situazione societaria dei nerazzurri.

PERCORSO – In sintesi, la domanda iniziale continua a rimanere senza risposta. Perché il calcio sta cambiando, con gli effetti del Covid-19 che stanno impattando terribilmente sui bilanci delle società (anche quelle mai troppo menzionate). E in questo mare di incertezze, è necessario saper gestire anche le vittorie, senza inebriarsi nella loro luce dorata. Come ama spesso ribadire Conte, lui e l’Inter sono al centro di un percorso, destinato a riportare il club nerazzurro nell’Olimpo d’Europa. L’unico obbligo deve quindi essere quello di costruire un cammino organico e strutturato verso l’obiettivo finale. Dove i titoli non sono un semplice fine, ma il più nobile dei mezzi.

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