Intervistato dalla rivista Hyperbeast France, Mauro Icardi – attaccante del Paris Saint-Germain in prestito dall’Inter – ha parlato dei suoi primi mesi nella sua nuova squadra e delle difficoltà attraversate lo scorso anno a Milano
AMBIENTAMENTO – Dopo una stagione difficile passata all’Inter, con tutti i problemi del caso, Mauro Icardi sembra aver trovato il suo nuovo equilibrio a Parigi: «L’ambientamento nel nuovo spogliatoio è andato bene, quando sono arrivato mi hanno tutti accolto bene e in modo particolare i giocatori che parlano spagnolo. Con gli altri comunichiamo in inglese. Tutti mi aiutano ogni giorno, quando ho bisogno di una qualsiasi cosa sono tutti qui per me. Anche i tifosi mi hanno accolto bene: fin dal primo match che ho giocato qui al Parco dei Principi mi hanno mostrato il loro sostegno. Per me è stata una grande emozione e voglio trasformare questa emozione in gol. Voglio fare il meglio possibile per loro».
TRA I MIGLIORI AL MONDO – «L’anno scorso non è stato facile, anche se ho avuto l’opportunità di giocare diverse partite e di segnare diversi gol. Il mio obiettivo è quello di migliorarmi continuamente e voler continuare a essere uno degli attaccanti più importanti al mondo e l’unico modo per farlo è segnare il più possibile e lavorare duramente. Questo è tutto ciò che mi interessa».
CAMBIAMENTO – «Arrivare qui all’ultimo giorno di mercato non è stato difficile. Ma noi siamo una grande famiglia con cinque bambini e il cambiamento è stato più difficile per loro, chiaramente. Ma stiamo bene e poi, quando ho del tempo libero, torno a Milano per andare a trovarli. Quella è ancora casa nostra. Parigi mi ricorda molto Milano, è un’altra città stupenda. Ero già venuto qui in vacanza, ma per ora non ho ancora avuto modo di visitarla al meglio perché giochiamo ogni tre giorni e, quando sono libero, torno subito a Milano».
SOTTO I RIFLETTORI – «Non sono un giocatore che soffre molto la pressione. Quella mediatica l’ho subita sia in Argentina che in Italia. Ci sono abituato, è qualcosa che mi accompagna sempre. Ma sono tranquillo, non mi influenza per nulla. Ciò che mi motiva nel calcio sono i gol. Per un attaccante, segnare è sempre il miglior ricordo».
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