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Gravina: “Preoccupato per stagione 20/21, bisogna cambiare i protocolli”

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Gabriele Gravina, presidente della FIGC, è stato intervistato ai microfoni di “GR1 Parlamento” in cui ha parlato di diversi temi del calcio italiano

LO SCUDETTO – Gravina parla dello scudetto, vinto ieri dalla Juventus: «Lo scudetto è sempre un titolo di merito, in un momento di difficoltà per tutto il paese a causa di questo virus siamo stati costretti a inseguire la possibilità di non saltare un anno con una non assegnazione del titolo. Arrivare alla conclusione è un risultato straordinario».

IL BILANCIO DELLA STAGIONE – Gravina non fa un bilancio della stagione, ma mostra preoccupazione per il futuro: «Io sono in fase di nuovi preventivi. Abbiamo definito le competizioni professionistiche, ma la mia mente e il mio cuore è al di là di questo campionato. Io sono preoccupato del campionato 20/21. Bisognerà cominciare i raduni, la preparazione. Siamo in grandissimo ritardo nella conoscenza delle nuove procedure che dovremo seguire. Non sappiamo questo stato d’emergenza per quanto sarà prolungato e la mia preoccupazione riguarda l’applicazione del protocollo attuale che lo ritengo ormai inapplicabile perché credo che sia particolarmente impegnativo per le società e per gli stessi atleti. La mia mente corre al calcio dilettantistico, non sappiamo ancora quando e come far partire i campionati».

COSA CAMBIARE – Gravina parla di cosa bisogna cambiare nei protocolli: «Questo protocollo è stato un protocollo che ha dovuto tener conto della curva epidemiologica. Credo che bisogna continuare a tenerne conto. Ma dobbiamo essere realisti, in una situazione di emergenza lo abbiamo applicato grazie anche alla grande disponibilità delle società. Immaginare di continuare ad applicare questo protocollo che comporta ogni 4 giorni un tampone lo ritengo davvero inapplicabile. E’ una vera e propria violenza fisica nell’applicarlo costantemente agli atleti e allo staff tecnico e tutti coloro che fanno parte del gruppo. Dobbiamo trovare delle soluzioni che non possono essere diverse da quelle normalmente previste per chiunque voglia vivere in una società civile. Io credo che una volta ipotizzata l’idea di una negativizzazione di tutto il gruppo squadra credo che bisogna cominciare ad allentare i tamponi. Noi aspettiamo notizie in merito, tra non molto cominceremo a lavorare su un protocollo da applicare al gruppo ritiro e preparazione poi dobbiamo capire il nuovo protocollo da applicar e in stagione. Nel mondo dilettantistico troveremo difficoltà incredibili da valutare attentamente».

CHE STAGIONE HA VISTO – Gravina parla della stagione che è stata: «Questa stagione c’è stato un segnale che dimostra come si accorciano i valori tra le diverse realtà. Prima del lockdown la Lazio era data per super favorita. 3-4 squadre erano pronte per poter creare qualche problema. La Juventus ha dimostrato negli ultimi anni e ha lanciato un messaggio forte. Al di là del valore e della qualità dei singoli atleti quello che in tanti hanno trascurato in questo decennio è l’organizzazione e la programmazione e un modo di applicare una visione nella gestione della propria realtà. In questo la Juventus ha dimostrato di essere avanti e di essere al passo dell’Europa. Da Presidente della FIGC faccio il tifo per la Juventus e le altre squadre impegnate nelle Coppe Europee perché possano chiudere con un risultato che manca da tanto tempo nelle bacheche delle nostre società. La Juventus ha dimostrato di essere forte sul piano tecnico e anche sul piano organizzativo».

I RAPPORTI INTERNAZIONALI DELLA FIGC – Gravina parla dei rapporti con la Uefa e le altre realtà europee: «Io ho un ottimo rapporto con Ceferin e gli altri presidenti. Il rapporto è nato, lo stiamo rafforzando e dipende dalle nostre capacità per sfruttarle al meglio».

IL RISVEGLIO DEL SUD – Gravina parla della crescita del calcio nel sud Italia: «Il calcio è vivo, dimostra che riesce ad autorigenerarsi e dare grande valore e spessore. Ha grande capacità di affermarsi a livello politico e sociale in ogni aree. Citerei il ritorno tra i professionisti del Palermo e tantissime altre città stanno tracciando un progetto sportivo di grande prestigio. Il calcio è un calcio che trasversalmente dimostra capacità di valorizzazione. Il sud in questo momento trova nel calcio una sorta di possibilità di riscatto».

Pubblicato da
Alessandro Cocco

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