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Gravina: “Spero che il calcio non sia così sfigato. Tifosi in Serie A…”

Gravina, presidente della FIGC, è intervenuto nel corso di “Maratona Sport – Idee per il post COVID-19” su Eleven Sports. In vista della ripresa del calcio italiano, con Coppa Italia e Serie A, ha parlato delle varie componenti. L’auspicio, oltre a finire tutti i tornei, è riavere anche i tifosi allo stadio a breve.

SERIE A E COPPA ITALIA, -1Gabriele Gravina spiega come si è arrivati alla ripresa: «Da domani il calcio in Italia riparte, in linea con quanto avvenuto a livello europeo. È un motivo di grande soddisfazione: aver evitato quel titolo dedicato ai francesi (L’Équipe che criticava lo stop della Ligue 1, ndr). Abbiamo evitato l’onta delle offese, soprattutto dell’esclusione dal panorama del calcio internazionale. È motivo di grande soddisfazione: non è stato facile, perché le condizioni oggettive non hanno dato sicuramente massima serenità per poter centrare questo obiettivo. Abbiamo vissuto tutti un momento di grande tensione, difficile e complicato, che ci farà capire com’è cambiato il nostro modo di vivere e relazionarsi. Godiamoci il momento della ripartenza, sapendo che dobbiamo ridurre qualche restrizione imposta dal Comitato tecnico scientifico. Dobbiamo partire sapendo, in maniera consapevole e responsabile, che ci sono ancora dei rischi e dobbiamo governarli in maniera corretta».

ASPETTO ECONOMICO – Gravina dà i dettagli del Fondo Salva Calcio, che aiuterà tutte le categorie al di sotto della Serie A: «Credo sia unico in Europa. È stato un atto di grande sacrificio da parte della FIGC, che ha messo a disposizione del mondo del calcio tutte le sue risorse, accantonate in tanti anni di sacrifici. Utilizzando tutte le sue riserve le abbiamo messe a disposizione del mondo del calcio. Abbiamo previsto cinque milioni di euro per ogni componente: è un evento straordinario, eccezionale. L’Italia ha dimostrato di essere attiva nei confronti delle sue società, dando a fondo perduto delle risorse. Ne faremo poi arrivare altre, dalla FIFA o dall’UEFA e dal nostro Governo, per mettere tutte le risorse a disposizione del rilancio del movimento».

RIENTRO IN CAMPO – Gravina si augura di finire la Serie A sul campo: «Su questo credo che il Comitato tecnico scientifico non ha competenza diretta, dipendendo dall’evoluzione epidemiologica di questo maledetto virus. Sappiamo che in altre nazioni hanno previsto l’isolamento in caso di positività dell’atleta, mentre tutti gli altri continuano le attività. Oggi la curva ci lascia ben sperare, se dovesse continuare questo trend chiederemo di allentare alcune restrizioni. A quel punto, eliminando la quarantena che mi sembra eccessiva, soprattutto se si pensa di aprire agli sport amatoriali, anche il calcio potrà arrivare a definizione. I protocolli sono stringenti per la tutela della salute, ma così non ci sarebbero altre difficoltà. Sono ottimista, al di là dell’eliminazione della quarantena: mi sembra che i numeri ci diano ragione. Mi auguro che il mondo del calcio non sia così sfigato di beccare un positivo, fra i pochi che riscontriamo».

SERIE A A PORTE APERTE? – Gravina individua i prossimi passaggi per gli stadi: «Un evento senza pubblico è monco. L’abbiamo sempre sostenuto, dobbiamo andare avanti con attenzione e gradualità. Abbiamo chiesto di rientrare nell’ambito di quegli spettacoli che prevedono il pubblico, con molta attenzione e rispettando il distanziamento sociale. In uno stadio si può usare una percentuale di partecipazione con la massima garanzia, non mi sembra un grande ostacolo. Dovrebbe essere possibile, però non vogliamo accelerare su questo tema. Riteniamo ci siano delle priorità: la prima è domani la ripartenza, poi chiudere tutte le gare. Poi, se il virus ce lo permette, anche riscoprire l’entusiasmo dei nostri tifosi».

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