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Gravina: “Lavoro per Serie A entro il 30 giugno. Play off? Non li escludo”

Gabriele Gravina ha fatto un lungo intervento su “Tutti Convocati” in cui ha parlato di come il mondo del calcio intende ripartire dopo l’emergenza Coronavirus. Il Presidente della FIGC non esclude grandi modifiche al calcio italiano

IL RINVIO DEGLI EUROPEI – Gravina ha spinto in sede Uefa per ottenere il rinvio degli Europei, ottenuti poi ier: «Era un auspicio credo condiviso da buona parte di tutti. Avevamo presentato come un momento di criticità ipotizzare la ripresa del campionato con la presenza della fase finali dell’Europeo, venendo meno questa discriminante ora abbiamo maggiori possibilità di posizionare alcune date all’interno di questi due mesi per arrivare alla deadline del 30 giugno sperando possa essere sufficiente».

CONCLUDERE ENTRO IL 30 GIUGNO – Gravina punta a chiudere il campionato entro il 30 giugno: «La nostra posizione è quella emersa ieri nel confronto con le altre federazioni, la priorità è alle competizioni nazionali con la possibilità di inserire delle date internazionali. Sappiamo benissimo che i campionati nazionali possono essere gestiti in autonomia, noi daremo priorità al nostro calendario, non vogliamo penalizzare nessuno, ma sappiamo che in caso di completare il campionato. La Uefa ha indicato diverse ipotesi di partenza, quella più ottimistica prevede la partenza il 14 aprile mantenendo la formula attuale, poi ho visto una partenza ai primi di maggio e l’ultima al 13 giugno, con delle modifiche di format. La Uefa ha previsto nel mese di giugno anche i play off per le 4 squadre mancanti degli Europei e questo va a complicare il posizionamento delle date. Ci è stato comunicato che sarà allestito un gruppo di lavoro per verificare come conciliare queste esigenze».

NON ESCLUSI CAMBI DI FORMAT – Gravina non esclude il cambio di format della Serie A: «Per motivi scaramentici non lo prendo in considerazione, sarebbe una iattura, mi preoccuperebbe per il nostro paese. Mi auguro, spero che ci sia una partenza sulla quale stiamo lavorando. La nostra partenza è ipotizzata da inizio maggio per completare tutti i campionati. Faremo in modo, con richieste alle autorità di Governo, attraverso organismi internazionali, di chiedere la possibilità per far sì che ci possa essere la possibilità di sforare il mese di luglio. L’ipotesi è completare i campionati, non dovesse essere possibile valuteremo una modifica di format, a quel punto ricorreremmo ai play off e ai play out».

I DANNI ECONOMICI – Gravina parla dei possibili danni economici che la crisi del coronavirus provocherà nel mondo del calcio: «Stiamo vivendo la più grande crisi e non a caso il legislatore ha inserito le società sportive come unici interlocutori per il governo escludendo le leghe. Questo è un messaggio importante su cui dobbiamo riflettere. La Federazione si sta impegnando a raccogliere i dati delle singole leghe. Sappiamo bene qual è l’impatto economico e sociale del nostro mondo, è una delle più importanti industrie del nostro paese. Esiste un mondo molto più articolato e complesso, che ha un indotto che coinvolge tantissimi. Sappiamo benissimo che esistono dei contratti da cui nasce l’esigenza di giocare e adempiere a quei vincoli per limitare il danno, si parla di un minimo di 170-200 milioni per arrivare a 500-700 milioni in caso di blocco. Questo è davvero un momento di riflessione e su questo stiamo predisponendo una serie di richieste al Governo visto che il mondo del calcio e dello sport è entrato come il turismo e lo spettacolo in un decreto che riconosce lo stato di crisi. Io chiederò come primo elemento una sorta di riconoscimento di forza maggiore per far sì che ci possa essere la possibilità di rinegoziare dei contratti per creare un sistema di mutualità interno. Dobbiamo dare un segnale di capacità di autosostentamento e solidarietà interna prima di chiederlo all’esterno. I dati della Uefa sono stati rappresentati a grandi linee, esiste un fondo della Uefa, aspettiamo delle indicazioni. So che la Uefa sta organizzando un gruppo di lavoro per capire l’impatto finanziario dello spostamento dell’Europeo».

TAGLIO DEGLI INGAGGI? – Gravina non esclude un taglio degli ingaggi per la crisi: «Non deve essere un tabù, non può esserlo in emergenza e mi riferisco a livelli particolarmente importanti. Dobbiamo sederci a un tavolo e capire che la crisi c’è per tutti e anche il nostro mondo deve avere la capacità di avere mutualità e solidarietà. Serve un contenitore con dei contenuti, siamo chiamati a un gesto di responsabilità».

TROPPE TENSIONI – Nelle prime settimane della crisi il calcio ha dato grande prova di litigiosità: «Questo fa parte della natura umana, da questa brutta esperienza per tutto il paese dobbiamo saper cogliere i lati positivi. O il nostro mondo riscopre il senso dell’unitarietà e la capacità di relazionarsi in maniera corretta e unitaria per tracciare un percorso nuovo che ci porti a un orizzonte diverso con più luci e meno ombre altrimenti porteremo in eredità solo le negatività di questa esperienze. Mi auguro che tutti insieme riusciremo a toglierci queste zavorre della negatività e cominciare a ragionare con un’ottica di rivoluzione culturale vera nel mondo del calcio e dello sport».

LE DIFFICOLTA – Gravina sottolinea la grande difficoltà che il calcio sta vivendo: «E’ stato un momento difficile per tutti. C’era l’esigenza di ottemperare quanto previsto nelle ordinanze e quanto bisognava coltivare sotto il profilo delle sensibilità. Alcune ordinanze permettevano di disputare delle gare, c’erano però delle resistenze morali nel far scendere in campo gli atleti. E’ stato un momento di difficoltà, ma le difficoltà e i contrasti derivati da alcuni diritti e obblighi contrattuali che discendevano dalla mancata disputa di alcune gare che ancora ci portiamo dietro. C’è stato un momento di tensione legato a posizioni di classifica e calcoli personali ma che hanno generato tensioni interpersonali. Sono stati momenti di difficoltà, è sembrato che si potesse riprendere l’attività a porte aperte quindi si è deciso di rinviare alcune partite perché si poteva ipotizzare la riapertura di alcune zone, poi la situazione è precipitata e ci siamo trovati in difficoltà. Appartiene a un’epoca che ci sembra lontana ma parliamo solo di due settimane fa, dobbiamo stare con la barra dritta e recuperare lucidità. Noi ci stiamo impegnando per partire dal 3 di maggio per arrivare al 30 giugno, se necessario faremo in modo di slittare a luglio se necessario, se poi nella malaugurata ipotesi non sia possibile faremo in modo che ognuno possa programmare il suo lavoro. Se riparte il campionato parte l’entusiasmo e la speranza per tanti italiani che sono in trepidante attesa di uno sprazzo di luce. Su questo profilo ce lo auguriamo. Voglio dare solidarietà a medici, infermieri, forze dell’ordine, a tutti coloro che mandano avanti i servizi pubblici: lo scudetto lo meritano loro».

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