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Gosens costerebbe all’Inter più di quanto ricaverà da Hakimi senza risolvere il bug

Gosens è il nuovo nome per le corsie laterali dell’Inter ma solo a condizione che vada via Hakimi. Poco importa se il primo gioca a sinistra e il secondo a destra. In casa nerazzurra c’è un bug che rischia di non essere risolto neanche quest’estate e anche a livello economico l’operazione non sembra convincente. Più che altro, si prospetta uno scenario insostenibile

Inter dai terzini agli esterni a tutta fascia: la coppia che scoppia

PROBLEMA ATAVICO – Il bug, in informatica, è un errore di progettazione/programmazione di un computer o semplicemente il cattivo funzionamento di un suo componente hardware. L’Inter ne ha uno storico sulle corsie laterali, divenuto motivo di gag da almeno 25 anni. Dopo aver allestito e prontamente distrutto la coppia formata dall’argentino Javier Zanetti (destra) e dal brasiliano Roberto Carlos (sinistra), l’Inter non ha mai più avuto contemporaneamente due esterni di primissimo livello sulle due fasce. L’illusione carioca firmata Maicon e Maxwell è durata pochissimo. A sinistra ancora non è arrivato un vero e proprio erede di Roberto Carlos. Il profilo migliore probabilmente è stato il connazionale Alex Telles, ora in forza al Manchester United e passato in prestito a Milano nell’estate 2015. A destra, dopo il mancato riscatto nel 2018 del portoghese Joao Cancelo, oggi al Manchester City, la situazione si è risolta appena un anno fa. Decisivo l’acquisto del miglior esterno in circolazione, Achraf Hakimi, numero 2 dell’Inter campione d’Italia. Tutto ciò per introdurre il tema Robin Gosens, esterno sinistro dell’Atalanta. Risolverebbe tutti i possibili problemi dell’Inter a sinistra, ma senza risolvere il bug perché sarebbe necessaria la partenza di Hakimi a destra per finanziarne (parzialmente…) l’acquisto.

Gosens nome ideale per l’Inter a sinistra: profilo top con ingaggio sostenibile

COSTO INGAGGI – La coppia di esterni a tutta fascia formata da Hakimi e Gosens in Serie A sarebbe qualcosa di spaventoso nel 3-5-2 nerazzurro. Difficile ipotizzare una batteria di quinti superiore a questa. Peccato che, nella situazione finanziaria attuale, sia utopia. All’Inter (e all’Atalanta, ovvio). Molto più facile vederli insieme al Chelsea o al Paris Saint-Germain, ad esempio. Ed è qui che entra in gioco il tema economico. Vale la pena cedere il destro Hakimi per acquistare il mancino Gosens? Proviamo a fare una valutazione media. Oggi l’esterno tedesco guadagna solo 800 mila euro netti a Bergamo, invece l’esterno marocchino a Milano prende 5 milioni. Ovvio che l’ingaggio di Gosens verrà almeno triplicato dopo Euro 2020 sia in caso di cessione dell’Atalanta (probabile) sia di permanenza a Bergamo (complicata). Lo stipendio resta sicuramente un punto a favore del calciatore dell’Atalanta, che anche a 2.5 milioni annui rientrerebbe nel tetto salariale dell’Inter. Da ricordare, comunque, che l’atalantino è un classe ’94, mentre l’interista è un ’98. Quattro anni non sono pochi per i discorsi di bilancio (ammortamento e plusvalenza). Perché acquistare un 27enne è poco “futuribile” dopo aver sacrificato un 22enne.

Hakimi sacrificio folle dell’Inter a destra: profilo insostituibile senza eredi

COSTO CARTELLINI – Più importante, infatti, è il costo del cartellino. L’Inter chiede 80 milioni per Hakimi ma forse, dopo le proposte da 60, dovrà accontentarsi di un incontro a metà strada: 70. Di cui circa 32 necessari per completare l’ammortamento e “solo” 38 di plusvalenza. Gosens costava almeno 40 milioni prima degli Europei e probabilmente, dopo la fine della competizione con la Germania, per meno di 50 milioni non si muoverà. A ogni modo, la plusvalenza prevista con Hakimi non coprirà totalmente l’investimento per Gosens, che pur ottimizzerebbe la fascia sinistra oggi coperta da Ivan Perisic (in uscita). Senza dimenticare che si creerebbe un altro buco da colmare sul mercato a destra. La promozione a titolare di Matteo Darmian, il rientro di Valentino Lazaro o l’eventuale arrivo di Davide Zappacosta (via Chelsea) non sono garanzie post-Hakimi, nonostante Gosens. Bisogna considerare tutti gli aspetti in questa ipotetica “operazione”. E non è un dettaglio il fatto che il profilo di Gosens, comunque inferiore ad Hakimi, per l’Inter di oggi sarebbe un investimento extra budget a prescindere dai discorsi tecnico-tattici. Sarebbe senza dubbio il miglior modo di limitare i danni, ma poco sostenibile (per ora).

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