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Godin: “Abbiamo studiato lo Shakhtar Donetsk. Noi bel gruppo, il Mister…”

Diego Godin ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni di “Inter TV”. Il difensore uruguaiano ha parlato della sfida di lunedì contro lo Shakhtar Donetsk e dell’affiatamento con il gruppo.

SFIDA EUROPEA – In apertura subito le parole di Diego Godin sui prossimi avversari, lo Shakhtar Donetsk: «Siamo pronti. Abbiamo visto già tanto di loro, abbiamo visto l’altra partita col Basilea e dei video. A loro piace tenere la palla, giocano tanto dentro e alzano i terzini, poi si abbassano e difendono dietro ripartendo. Sono bravi, hanno tanti calciatori con qualità, noi dobbiamo essere bravi ad andare a pressare e togliere i tempi di gioco che hanno. Dobbiamo fare male con le nostre giocate, abbiamo tanti giocatori con cui individualmente possiamo andare avanti e fare male. Soprattutto i nostri attaccanti, che nell’uno contro uno possono fare la differenza».

GRUPPO – Godin ha poi parlato del gruppo e del lavoro sotto Antonio Conte: «Il gruppo è sempre stato bello. Noi abbiamo uno spogliatoio di tanti giocatori bravissimi, questo è importante. Ho detto sempre che la prima cosa per andare avanti è avere uno spogliatoio con armonia, buona gente e buoni calciatori. Si vede una bella armonia, siamo nella situazione in cui vogliamo stare. Giochiamo una coppa importante, la squadra è sempre più in crescita e penso che stiamo bene fisicamente e mentalmente. Questo è l’importante: essere preparati per la prossima sfida. Sempre, nella mia carriera, con i compagni ho provato a stare bene e ad avere feeling. Mi sono sempre interessato a questo, cerco di stare bene con tutti. Questa è una caratteristica mia che seguo da sempre, poi è più facile guidare una squadra in campo. Quest’anno mi è toccato giocare un po’ di meno e alternarmi, per me è stata una sfida cercare di capire cosa chiede il mister, che è totalmente diverso da quello che ho fatto per quindici-venti anni. Ho dovuto fare un cambio nella mia testa, anche fisico, della forma di capire il calcio: ho imparato tanto dal mister del suo modo di giocare. Non era facile, penso però che ho capito come vuole portare avanti la squadra a livello tattico e mentale. Penso di aver vinto questa sfida, adesso è più facile in campo aiutare i compagni: mi sento più comodo quando posso farlo, con l’idea che vuole il mister. Allenatore una volta smesso di giocare? Fra dieci anni magari (ride, ndr). Mi piace tanto il calcio, io sono uno di quelli a cui piace guardare qualsiasi partita. Mi piace tanto imparare, come ho detto prima, e ho già imparato tanto».

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