Gagliardini: “L’Inter mi sta dando tanto, mi sento cresciuto! Gol al Genoa…”
Gagliardini è l’ospite settimanale di “Unboxing” su “Inter TV”. Il centrocampista nerazzurro, ancora ai box per infortunio, ha aperto le scatole rispondendo alle domande in base agli oggetti trovati all’interno di ognuna. QUI per leggere l’anteprima
ORIGINI – Roberto Gagliardini inizia dalle proprie origini con riferimento al primo gol con la maglia dell’Inter: «Polenta? Mi piace molto, essendo bergamasco a Bergamo è tradizione mangiarla e la domenica è capitato spesso. Piatto preferito? Direi le lasagne, sono una buona forchetta. Cucinare non mi piace. Il mio legame con Bergamo? Ci sono cresciuto sia a livello umano che professionale e calcistico. A Bergamo devo tutto. L’esultanza della polenta era stata una coincidenza, dopo un po’ di partite non avevo ancora segnato in Serie A. Ero stato da Alessandro Cattelan, che mi disse di scegliere un’esultanza. Caso ha voluto che la giornata dopo facessi gol a Cagliari».
FAMIGLIA – Gagliardini parla anche della propria vita privata: «Con la mia compagna Nicole ho un rapporto bellissimo, abbiamo avuto un figlio sei mesi fa. Abbiamo anche due bassotti e va tutto per il meglio».
SCHERZO – Gagliardini ricordo lo scherzo fattogli da “Le Iene”: «Mi avevano fatto credere che mio figlio Tommaso potesse avere problemi per i cani. A pensarci è stata un po’ cattiva, è andata così. Per fortuna era uno scherzo. Era il giorno prima del derby che poi abbiamo vinto. I cani sono fondamentali nella mia vita, trasmettono serenità e tranquillità. Come avere altri due figli».
INTER – Infine l’esperienza nerazzurra e la vittima preferita: «Il Genoa è una vittima importante a livello realizzativo. Non ne ho fatti tantissimi e i pochi gol che ho fatto li ho fatti a loro, poi contro di loro ci avevo esordito in Serie A (con la maglia dell’Atalanta, ndr). L’ultima volta (il 21 dicembre scorso, ndr) eravamo in grande emergenza, avevo stretto i denti per esserci. L’esperienza all’Inter mi sta dando tanto, quando sono arrivato un’emozione sull’altra. Vedi tutto bello e positivo, poi in quel periodo andava tutto bene. Penso di essere migliorato molto per tutto quello che è successo in questi tre anni. Mi sento molto più cresciuto. Duracell? Soprannome che mio papà mi ha dato da piccolo, non mi stancavo mai e giocavo sempre a calcio. Io e mio fratello eravamo sempre in movimento, il soprannome deriva dalla voglia di non fermarsi mai».