Eriksen, col defibrillatore in Italia possibile no idoneità sportiva. Altrove sì
Eriksen dovrà effettuare un’operazione al cuore, con l’inserimento di un defibrillatore (vedi articolo). Questo significa che, date le norme, è alta la possibilità che non possa avere l’idoneità sportiva in Italia. Ma non è detto che la sua carriera sia finita qui: serviranno altri esami.
PUÒ GIOCARE? – Le notizie che arrivano dalla Danimarca, fortunatamente, hanno escluso pericolo di vita per Christian Eriksen. Questo è già un primo passo, doveroso, dopo quanto gli è successo sabato. Le novità odierne parlano di un’operazione al cuore con necessità di inserire un dispositivo ICD. Ossia, in parole povere, un defibrillatore cardiaco. Questo, in sé, non è un fattore che interrompa del tutto la carriera del giocatore, ma per Eriksen è possibile che non gli sia concessa l’idoneità sportiva in Italia. Dove le norme, in materia di situazioni che riguardano il cuore, sono più rigide rispetto ad altri Paesi. Su questo c’è ancora da attendere.
IL REGOLAMENTO – Le norme dicono che, per persone con ICD che hanno una funzione cardiaca normale o solo lievemente compromessa, l’idoneità sportiva è accettata solo per attività ludiche o agonistiche con minimo impegno. Il calcio professionistico non rientra nelle categorie appena citate. Bisognerà attendere ulteriori esami fra qualche settimana, dopo l’intervento, per capire se ed eventualmente quando Eriksen potrà tornare in campo. Ci sono esempi di giocatori che proseguono la carriera col defibrillatore, anche ad alti livelli. Daley Blind, difensore dell’Ajax, è tuttora convocato agli Europei con l’Olanda e stasera dovrebbe partire titolare contro l’Austria. Questo perché le normative sull’idoneità sportiva sono diverse per ciascuna nazione, e l’Italia da questo punto di vista è all’avanguardia per la precisione (in fin dei conti si tratta della salute delle persone, non uno scherzo). Per Eriksen bisogna aspettare per capire se potrà giocare ancora, intanto l’importante è che stia meglio.