Luigi De Siervo ha analizzato la situazione economica del calcio italiano. L’ad della Lega Serie A è intervenuto a “La Politica nel Pallone”, su Gr Parlamento, chiedendo un gesto di maturità ai calciatori professionisti.
TAGLIO DEGLI STIPENDI – La situazione del calcio europeo, nell’ultimo anno, è peggiorata in maniera eclatante dal punto di vista economico. Molte società sono in profonda difficoltà e il calcio italiano non fa eccezione. Luigi De Siervo spiega cosa servirebbe per aiutare i club a migliorare la situazione: «Il calcio italiano ha perso oltre un miliardo di euro, speso dai tanto vituperati presidenti per garantire la prosecuzione del campionato nonostante il danno per la chiusura degli stadi. Il governo non ha aiutato il calcio e i calciatori hanno fatto poco. Servirebbe un loro gesto di maturità. Tutto questo circo ruota intorno ai calciatori, ma devono capire che bisogna farsi carico anche loro del danno generale. Sono delle persone privilegiate, le società hanno chiesto un atto di responsabilità. Nei prossimi mesi faremo una riflessione più tecnica riguardo al rapporto economico tra club e giocatori. Non possono voltarsi dall’altra parte».
SPEZZATINO – Poi De Siervo ha parlato anche della questione “spezzatino”: «Stiamo valutando se passare da 8 a 10 slot televisivi. È già stato fatto dagli spagnoli con la Liga anni fa. Il nostro concorrente, ancor prima di un altro sport, è Netflix. Il tentativo della Lega è di coprire gli stessi slot con partite in successione, per consentire a tutti i tifosi di seguire i vari tagli editoriali che la nostra media company potrà offrire. Non è per aiutare le squadre che gareggiano in Champions League. È un modo per dare dignità anche alle squadre meno blasonate, che devono dividere l’audience con le big. Il vero obiettivo è conquistare il tempo libero delle persone».
SUPERLEGA – De Siervo riserva un’ultima analisi alla Superlega: «Era prevedibile ciò che è successo. L’importante è che ora l’emotività lasci il posto a una riflessione sui problemi che hanno portato a questa divisione deleteria per il mondo del calcio. Dobbiamo restare in un sistema unico con i campionati nazionali al centro e mantenere la meritocrazia per l’accesso alle coppe. Non va creato uno squilibrio tra le partite nazionali e quelle internazionali, altrimenti il campionato non è più il prodotto principale per il palinsesto televisivo. Minori risorse per la Serie A significa anche una Nazionale più debole».
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