De Paul: “Conte tra i primi tre al mondo. Inter? Contatti un anno fa, ma…”
Intervista esclusiva de “Il Corriere dello Sport” a Rodrigo De Paul, obiettivo di mercato dell’Inter. Il fantasista argentino parla di Antonio Conte, di Lautaro Martinez e di tanti altri temi non soltanto in ottica nerazzurra.
IDEE CHIARE – Rodrigo De Paul è in odor di cessione. L’Inter sta cercando di rimpolpare la propria linea mediana e lui è uno dei primi nomi sulla lista: “Ma non mettetemi in cattiva luce con l’Udinese. Fin quando sarò qui darò tutto me stesso, scaricherò il contachilometri. L’Udinese mi ha portato la dieci, mi ha portato qui e vuoi che dimentichi? Dove rendo al meglio? Come mezzala, con l’Argentina gioco di fianco a Leandro Paredes a due, mentre con l’Udinese giochiamo a tre ma sono dettagli. Chi mi prende sa che tipo di ragazzo sono e la disponibilità che offro. Trequartista o esterno? Sono una mezzala, tutti gli altri ruoli ci si può provare ma mi vedo soltanto in una posizione. Antonio Conte? Ho grande rispetto per l’Udinese che mi ha portato qui, detto questo Conte è uno dei migliori allenatori al mondo. Gli altri due sono Pep Guardiola e Maurizio Sarri, ma non so in che ordine”.
UOMO MERCATO – Le voci di mercato gli ronzano intorno e, per certi versi, cominciano ad infastidirlo: “Si è parlato di me in ottica Napoli, Fiorentina, Milan e Inter. Forse a gennaio scorso ci sono stati dei sondaggi approfonditi, ma poi evidentemente sono cambiate alcune cose. Luciano Spalletti aveva dato l’ok al mio acquisto? Questo non lo so, Se mi chiedi di Conte posso dirti che ha dato un’impronta pazzesca e fulminea sull’Inter, è cattivo, ti responsabilizza come se ti conoscesse da anni. Uno dei tre primi al mondo e basta quello che mi dice Lautaro Martinez, che è felice, si sente al centro del progetto nerazzurro e sente la fiducia di chi gli sta intorno. E si vede. Clausola di Lautaro? Non ha senso, ma raggiungeranno un’intesa per il rinnovo. Quaranta milioni per il mio cartellino? Se valgo tutti quei soldi, lo dite voi giornalisti. E non mi sembra un discorso fondamentale“.