Conte non ha più bisogno di parlare in pubblico: all’Inter cambia le regole
Conte fa parlare di sé pur parlando poco. E quando lo fa, da titoli solo se a decidere tutto è lui. Le regole in ambito comunicativo sono cambiate, soprattutto da quando a tenere unito l’ambiente dell’Inter è esclusivamente l’allenatore
POCA SALA STAMPA – In Italia le conferenze stampa a tema calcistico non servono (più) a nulla. Soprattutto quando le domande sono pre-confezionate oppure preparate alla ricerca di polemiche. O peggio, quando è l’allenatore ad attirare verso sé determinate domande a cui dare risposte scontate. Non è il caso di Antonio Conte, che da quando è all’Inter sta cambiando le regole e le abitudini altrui. O forse è proprio il caso di questo nuovo Conte. Tralasciando i motivi validi della conferenza stampa odierna annullata (vedi articolo), il tecnico nerazzurro ha reso superficiale l’appuntamento della vigilia. Decide in anticipo che tipo di approccio avere in sala stampa e verso che direzione andare… mandare gli altri. La sala stampa giustamente lo annoia e non lo nasconde.
TROPPO CONTROLLO – Alla vigilia di Inter-Genoa Conte non parlerà ma ha già dato titoli buoni da oggi fino al prossimo mese. Per strappare una dichiarazione all’allenatore dell’Inter bisogna armarsi di pazienza e trovare una strada alternativa a quella della sala stampa. In pubblico Conte dà il meglio di sé quando c’è da bacchettare qualche “nemico” (interno o esterno, poco importa: lo decide prima) ma parla poco di calcio. Che è un tema che non interessa quasi mai a chi fa le domande, perché dovrebbe interessare a lui? Lontano dalle telecamere, invece, si trasforma. Mette in chiaro ciò che va messo in chiaro e lo fa con i tempi e i modi che vuole. Non deve essere incalzato né deve prepararsi uno scudo per parare eventuali attacchi. Controlla tutto. All’Inter è Conte che decide come e quando parlare. Un motivo ci sarà se è così tanto considerato nell’ambiente.