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Conte furia prima di Milan-Inter: da Brozovic-Lukaku al razzismo, i temi

Conte ha tenuto alle 16 la conferenza stampa di vigilia del derby Milan-Inter, e non sono mancate le risposte accese. L’allenatore nerazzurro se l’è presa per il fatto che siano uscite le voci sul confronto fra Brozovic e Lukaku, ma anche sui ripetuti episodi di razzismo in Italia. Qui tutte le sue dichiarazioni.

MILAN-INTER, VIGILIA MOVIMENTATAAntonio Conte è apparso piuttosto irritato, in conferenza stampa, per il fatto che ieri si sia sparsa la voce di un confronto fra Marcelo Brozovic e Romelu Lukaku, nell’intervallo di Inter-Slavia Praga: «Sinceramente io penso che, in generale, l’Inter sia sempre molto chiacchierata sui giornali e sulle TV. Ho riscontrato, ma mi hanno detto che è normale dagli anni passati, che filtravano tante cose. Questo significa che bisogna accettare questo tipo di situazione. Diciamo che è normale amministrazione, però magari per altri club sono più bravi a gestire e proteggere determinate situazioni. Noi su questo dobbiamo migliorare tanto, abbiamo un enorme spazio di crescita da questo punto di vista. Così come possiamo crescere in campo dobbiamo essere bravi a crescere fuori dal campo, ci sono tantissime lacune e dobbiamo essere bravi a colmarle, non dire che c’erano anche gli anni scorsi. Altrimenti c’è un alibi, sennò posso dire che negli altri anni non abbiamo mai lottato. Cerchiamo di colmare le cattive abitudini tutti insieme. Bisogna essere capaci a estirpare cattive abitudini. Per adesso abbiamo parlato del campo, ma anche fuori dal campo ci sono cattive abitudini che testimoniano il perché poi si facciano queste dichiarazioni. Dovremmo riuscire a essere più impermeabili sotto tutti i punti di vista, cercheremo di crescere anche sotto questo punto e diventare più forti. Non si vince solo in campo, si vince anche fuori dal campo. Che mi si dica ogni volta che era così anche negli anni passati non lo accetto, è un alibi. Dobbiamo cercare di cambiare i giri del motore».

I CALI – Conte poi fa capire di non accettare l’altalenanza delle scorse stagioni, sperando che domani in Milan-Inter si ritorni a vincere: «Io dei limiti accusati nel passato non mi va di parlarne, non mi voglio soffermare perché penso non sia giusto. Io ho fatto solo la considerazione che, in questi otto anni in cui l’Inter non è stata competitiva per cercare di vincere qualcosa, la maggior parte sia dovuta a degli alti e bassi. C’è una statistica, detto questo le ragioni sono prima di tutto perché abbiamo giocato contro una squadra che si è dimostrata forte (lo Slavia Praga, ndr), come l’ha dimostrato in passato durante l’Europa League eliminando squadre di un certo livello e uscendo col Chelsea, che poi ha vinto. Magari sono partite in cui si fa esperienza, abbiamo tanti ragazzi che hanno giocato la loro prima partita in Champions League, altri di loro non hanno raggiunto le dieci presenze, la maggior parte. Questo fa capire che l’esperienza in queste competizioni conta tanto, dobbiamo essere bravi a migliorarci e capire cos’abbiamo sbagliato, contro una squadra che ha meritato il pareggio.

PROBLEMA SOCIALE – Conte, prima di Milan-Inter, non ha mezzi termini anche sulla questione razzismo, dopo i tanti casi in questo inizio di Serie A: «Penso che ogni forma di insulto lo sia, non solo il razzismo. Questo esiste in Italia e si va sempre peggiorando, perché non è che dici che stiamo andando a migliorare. Io sono tornato dopo tre anni e ho trovato tutte le cose peggiorate: tantissimo odio, tantissimo rancore, si scrive solamente per insultare e per fomentare l’odio o qualcosa di negativo. Questo è veramente brutto, io ho trovato un’Italia peggiorata all’ennesima potenza e siamo colpevoli tutti, non ci possiamo esentare. È facile fare degli articoli dopo che ci sono le forme di razzismo e mettersi dalla parte della ragione, ci sono articoli dove si fomenta la violenza, l’odio e la mancanza di rispetto. Dovremmo farci tutti un esame di coscienza: fomentare l’odio non porta da nessuna parte. Io mancavo da tre anni, sono tornato e l’ho trovato moltiplicato per tante volte rispetto a prima, penso che sia diseducativo soprattutto nei confronti delle generazioni nuove, che nascono davanti alla tastiera leggendo odio e incitazione alla violenza. La soluzione sarebbe quella di mandare dei messaggi assolutamente positivi, di non fomentare la violenza, di non utilizzare il campanilismo e la rivalità per accentuarli. Io penso che la carta stampata e la comunicazione abbia un ruolo importantissimo in questo, alla fine chi legge può leggere o cose positive o odio, quindi continuare su questa brutta onda. Io penso, e ripeto, che ho avuto la fortuna e penso un po’ di bravura di fare un’esperienza in Inghilterra: a parte che se capitano uno, due o tre che si permettono li buttano in prigione, buttano la chiave e non vengono più allo stadio. Qui si va allo stadio per pensare di insultare il calciatore, l’avversario, la squadra e i colori: sarebbe bello incitare la propria squadra. Qui dobbiamo migliorare tanto tutti, iniziando dalle dichiarazioni».

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