Barella: «Mi sentivo solo l’anno dello scudetto dell’Inter! Vi spiego»
Barella è stato il protagonista di un’intervista realizzata dallo scrittore e conduttore radiofonico, Matteo Caccia. Di seguito un estratto della chiacchierata, mentre l’intervista integrale sarà pubblicata il 17 ottobre.
ESTRATTO – Nicolò Barella intervistato da Matteo Caccia, in un’intervista registrata alla Triennale di Milano lo scorso 27 agosto e dal titolo “Senza vendersi mai”. Sarà pubblicato online in versione integrale tra due giorni. Questo un estratto: «Quando mi sono sentito solo da calciatore? L’anno dello scudetto quando a inizio anno mi criticavano e mi dicevano: “Non è lo stesso Nicolò dell’inizio”. Preferisco essere antipatico che essere simpatico vendendo la mia immagine in un modo che non è».
Barella, non solo vittorie. La cultura della sconfitta
STIMOLI – Barella non si sofferma sulle vittorie, bensì sulle sconfitte. Quelle lo hanno aiutato a crescere: «Ho perso una finale di un Europeo con l’Italia Under-19, sono andato via da un Mondiale Under-21 e i miei compagni sono arrivati terzi. Ho vissuto una retrocessione col Cagliari e una con il Como, ho perso una finale di Champions League, ho perso una finale di Europa League. So cosa significa perdere. Dall’altra parte ho vinto campionati, Coppa Italia, Superocoppa Italiana, Europeo. È molto più facile spiegare vincere. Perdere tu non sai cosa ti comporta dopo. Ti chiedi: ma giocherò mai più una finale di Champions League o un campionato così? Tante cose ti entrano in testa. Io avrei voluto vincere tutte le partite, però perdere ti porta a uno stimolo per fare meglio la stagione successiva. La testa di molti non funziona così».