Barella: «Il calciatore ha una vita privata. Una cosa non accetto!»
Nicolò Barella si è raccontato in una lunga intervista volta a descrivere il suo passato, il presente all’Inter e il rapporto con le critiche.
LA STORIA – Nicolò Barella ha sviscerato tante componenti del suo modo di intendere il calcio e del suo rapporto con l’Inter in un’intervista realizzata da Matteo Caccia e pubblicata sul suo account Youtube. A proposito della sua relazione con il calcio, il centrocampista nerazzurro si è così espresso sul punto: «Il calcio rimane per me un gioco prima di essere un lavoro. Mi ha dato tanto, anche dal punto di vista delle possibilità che ho potuto dare alla mia famiglia, ma resta una passione. Ci sono anche delle cose non piacevoli, come quello che accade sui social, con persone che sono indotte a scrivere cose che prima si dicevano al bar».
FARE ATTENZIONE – Barella, a proposito delle critiche sui social, ha sottolineato la possibile incidenza di questo fenomeno nella testa di un calciatore quando si presenta in campo: «Tutto questo diventa un impegno per la testa. Magari puoi portarti a casa dei malumori… sicuramente è una cosa che nella vita di un calciatore viene a contare».
Barella e gli aspetti che contano nella testa di un calciatore: un messaggio ai tifosi dell’Inter e non solo
FATTORI IMPORTANTI – Barella ha poi proseguito rimarcando come una cattiva prestazione sul rettangolo di gioco possa derivare da ragioni diverse, anche non attinenti al calcio in sé considerato: «I tifosi non possono saperlo ma ci sta che una partita non sia giocata al meglio perché si è avuto un problema in settimana, anche nella vita privata. Non si può dire che un giocatore debba far bene perché viene valutato tanto… il calcio è uno sport di squadra. Noi in campo vogliamo vincere, però ci sono delle situazioni che un individuo non può controllare. Accetto le critiche ma non le accuse relative alla mia vita privata».
IL LEGAME – Barella si è anche espresso sul forte rapporto che lo lega all’Inter e ai suoi tifosi, sottolineando il significato di poter indossare la maglia del club nerazzurro: «Quando si è presentata l’opportunità dell’Inter, io ho subito espresso la mia volontà di sposare quel progetto anche per la presenza di un allenatore (Antonio Conte, ndr.) che ha spinto per avermi. Mai avuto dubbi… era uno step troppo grande per la mia carriera. Ringrazio tutti i giorni per il fatto di vestire questa maglia, ne sono orgoglioso. La città mi ha accolto in modo super, la mia famiglia sta benissimo e la bellezza di Milano è impagabile».