Allegri aspetta l’Inter (e ha fretta) con la rosa di Conte: la situazione attuale
Allegri da settimane non fa che attendere una telefonata che al momento non è arrivata. La situazione di Conte all’Inter è in bilico ma non a tal punto da pensare immediatamente a una sostituzione in panchina. Le cose potrebbero capovolgersi nelle prossime settimane
STAGIONE COMPLICATA – La panchina di Antonio Conte all’Inter non è a rischio, perché economicamente non conviene a nessuno separarsi. Lo abbiamo detto, ri-detto e lo ribadiamo. Certo le ultime uscite – in campo e fuori – del tecnico nerazzurro non continueranno a passare inosservate ai piani alti. Compresa l’ultima sul panettone con tanto di “Tapiro d’Oro” (vedi articolo). La tranquillità di Conte a Milano è ben motivata, ma a Nanchino sanno che il rapporto non può andare avanti con certi contrasti. Se Conte mangerà o meno il panettone oggi non è un problema, però potrebbe diventarlo se l’Inter fallisse le prossime partite. In campionato. La Champions League per il momento è terreno dato per perso. E ciò indispettisce non poco la proprietà Suning, proprio per i noti problemi relativi ai ricavi UEFA. Un problema che riguarderà anche la scelta di un eventuale erede in panchina, perché il mecenatismo cinese è finito. Anzi, non è mai iniziato.
PARACADUTE RECIPROCO – Intanto a casa, in attesa di chiamata, c’è il solito Massimiliano Allegri, già deluso dai tempi dilatati. L’ex tecnico di Milan e Juventus aspettava una panchina internazionale mai propostagli. Niente occasione in Premier League, ma nemmeno Barcellona, Bayern Monaco o Paris Saint-Germain, come nei suoi piani post-Juventus. Allegri oggi sa che solo l’Inter può dargli la chance di cui ha bisogno per tornare in carreggiata, perché due anni consecutivi fermo sarebbero un grosso problema per la sua carriera. E per questo è disposto a rivedere al ribasso le sue richieste contrattuali, prendendo in mano un progetto tecnico non suo. Ma facendolo suo a partire dall’estate 2021. A Torino è già successo. Con successo. Il suo primo sponsor, Beppe Marotta, lo sa bene. Per il momento è ancora presto per parlare di “ombra di Allegri” (vedi articolo) così come di Luciano Spalletti-bis (vedi articolo), ma Conte non può più giocare con il fuoco.