Zenga: “Nainggolan fa bene a lanciare messaggi. Inter da allenatore…”
Zenga ha parlato anche di Inter nel suo lungo intervento con “Sportitalia Mercato”. Dopo la prima parte, dove si è espresso sul momento attuale del calcio italiano (vedi articolo), l’allenatore del Cagliari ha ricordato il suo passato e spiegato la posizione di Nainggolan.
ATTESA – Walter Zenga parla della sua nuova squadra: «Mi sento l’allenatore del Cagliari a tutti gli effetti, non vedo motivi per cui potrebbe esserci un eventuale cambio. In questi due mesi sono stato vicino al direttore Marcello Carli, al mio staff e al presidente, ho avuto confronti e parlato. Abbiamo creato un bel team, poi la teoria è bellissima ma conta vincere e fare le partite bene. Soprattutto conta che la gente apprezzi gli sforzi che fai per vincere: è la cosa più importante. Paura di perdere Radja Nainggolan? Fa bene a lanciare messaggi d’amore per la squadra dov’è stato meglio (Roma e non Inter, ndr). L’altro giorno ci siamo sentiti, parlavamo e gli ho chiesto della serata di Roma-Barcellona. Quando me l’ha raccontata, con tanta passione, mi sembrava di riviverla perché l’avevo appena vista in TV. Mi ha fatto capire che quello che ha detto è qualcosa che prova».
SPERANZA DI RIPRESA – Zenga parla di come potrebbe chiudersi la Serie A per il Cagliari: «Sono fortunato, perché se dovessi giocare tredici partite per finire questo campionato Nainggolan è con me. Come Joao Pedro, come Nahitan Nandez, come Marko Rog e tutti gli altri, ma secondo me il lavoro di un allenatore in queste tredici partite molto ravvicinate, se le giocheremo, sarà mettere nel progetto giocatori un po’ dimenticati, tipo Gaston Pereiro, Valter Birsa e Christian Oliva. Sono tutti giocatori che ti servono, perché per giocare tredici partite in un lasso di tempo così breve più giocatori hai dentro al progetto meglio è».
INTER NEL CUORE – Zenga, dopo Nainggolan, giudica quanto ha fatto nel calcio: «Ho fatto una carriera straordinaria, sono contento. Chiunque, da bambino, sogna di giocare con la squadra del cuore e giocare più di quattrocento partite con la squadra per cui tifa. Da ragazzino ho girato: Salerno, Sambenedettese e Savona, poi ho giocato a Sampdoria e Padova, sono contento. L’Inter da allenatore? Quella te la devi meritare. Leggevo l’altro giorno Daniele De Rossi che si è ritirato, grande professionista e giocatore che ho ammirato con passione perché ci metteva l’anima. Eccede perché è tifoso della squadra per cui gioca, e ha detto che vorrebbe diventare allenatore della Roma ma ha un percorso da fare. È bello quello che ha detto: il percorso lo può portare vicino o lontano, ma devi avere un obiettivo grande. Se hai degli obiettivi piccoli è meglio che te ne stai a casa».